La Madonna delle Grazie di San Giovanni Valdarno salvò la vita di un neonato che aveva bisogno di essere allattato.
Nel 1296 la Repubblica di Firenze fondò il Castello di San Giovanni Valdarno, su disegno di Arnolfo di Lapo, celebre architetto del tempo, e contro gli Ubertini di Arezzo. Firenze negli anni successivi, in particolare dal 1375 al 1478, è in progressiva espansione. Tuttavia, si trova purtroppo anche in uno stato di guerra continua.
Anche la terra di San Giovanni, alleata di Firenze, ne è coinvolta. Le guerre si abbattono sul territorio insieme a carestie, fame e peste. In particolare la pestilenza del 1478 fu particolarmente violenta e finì per distruggere gran parte del paese. Tra i pochi superstiti ci fu un bimbo innocente, il piccolo Lorenzo, di appena tre mesi.
Sia la mamma, Santa, che il papà, Francesco, sono vittime della peste. L’unica rimasta a prendersi cura del piccolo è la nonna paterna Mona Tancia, che però ha più di settant’anni e non ha le energie per occuparsi del piccolo. A questa situazione di difficoltà si aggiunge l’estrema povertà in cui si trova a dover vivere.
La nonna così si mette alla ricerca di una nutrice per il bambino. Tuttavia nessuno vuole avere nulla a che fare con persone che sono rimaste superstiti del contagio. La povera signora anziana allora una notte, in preda al dolore e alla difficoltà, esce di casa correndo con il cuore a mille.
Arriva fino alla Porta di San Lorenzo, dove si ferma e di colpo alza gli occhi, colmi di lacrime, per invocare l’aiuto della Madonna con il Bambino dipinta sull’unica Porta rimasta delle mura della Città. Tante volte in passato si era rivolta con amore e speranza a quella immagine benedetta. Ora, piangendo, la implora chiedendo: “Provvedi Tu a questa creatura innocente!”.
In pochi secondi, la donna sente un enorme conforto che la avvolge rianimandole il cuore e aprendolo a una speranza profonda. A quel punto la donna ritorna a casa in tutta fretta, seppure stanca e spossata. Si butta sul letto, con il bambino accanto a lei che continuava però a chiedere il seno materno.
La nonna non sapendo come fare prova a calmarlo ponendo il suo seno ormai arido e avvizzito, sperando che ciò potesse calmarlo. Ma quasi non credendoci sente che in sé si origina un flusso rigoglioso. Presto il bambino smette di piangere e si calma.
La nonna non poteva credere a quel fatto prodigioso, che subito ricondusse alla bontà della Madonna del Castello. Al mattino si reca a raccontare l’accaduto a tutti i conoscenti. Per tutti i mesi a venire il flusso del latte sarà abbondante, quasi come quello di una giovane mamma. Così procede per molti mesi a venire.
In poco tempo tutti vengono a conoscenza del fatto prodigioso e la gente arriva da ogni luogo, prostrandosi alla sacra immagine con grande fede e riconoscenza. Ogni giorno si moltiplicano grazie e prodigi. Come anche il concorso dei fedeli, che si moltiplica ogni giorno.
Persino Lorenzo de’ Medici vuole assistere di persona al fatto straordinario di cui tutti parlano. Intorno alla sacra immagine si eresse così una piccola Cappella che subito prende il nome di Madonna delle Grazie, per via dei numerosi fatti miracolosi che ogni giorno si susseguivano.
Ben presto la Cappella diventerà l’attuale Santuario Basilica Monumentale di Santa Maria delle Grazie in San Giovanni Valdarno. Il piccolo Lorenzo, nel frattempo, cresce sano e forte e soprattutto sviluppando una grande devozione alla Madonna.
Col tempo entrerà in convento per vestire l’abito dei francescani, con il nome di Frate Egidio. Nel Martirologio francescano risulta che Frate Egidio morì in odore di santità e ad oggi è sepolto a Madrid. Per via del primo miracolo della Madonna delle Grazie di San Giovanni Valdarno, questa ancora oggi viene ricordata come la Madonna del Latte, nonostante nell’immagine ammiri una rondine, simbolo della Resurrezione.
Giovanni Bernardi
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