La Madonna di Canepanova operò grandi miracoli nel 1492, attraverso un immagine miracolosa ritrovata sul palazzo di una famiglia nobiliare.
Sulla facciata del palazzo di famiglia dei nobili Canepanova a Paiva campeggiava un affresco raffigurante la Madonna. L’immagine era affrescata su una parete del palazzo civico, e in questa Maria era ritratta a mezzo busto mentre allatta il Bambin Gesù.
Nel 1492 l’immagine però cominciò a compiere grandi miracoli tra i fedeli. L’afflusso di pellegrini cominciò a crescere giorno dopo giorno, così i proprietari della statua decisero di metterla a disposizione del popolo.
Per questa ragione si decise di salvare la parte di muro con l’affresco e di costruire un santuario per custodire l’immagine. Si procedette perciò con la volontà di inglobare l’affresco, in accordo con le autorità cittadine, in una chiesa.
Fu il celebre Bramante, l’architetto da cui nacque il progetto della basilica di San Pietro a Roma, che lavorò al progetto per la costruzione. I disegni del Bramante furono perciò eseguiti dall’architetto pavese Amadeo, insieme ad altri architetti, sempre pavesi.
Nacque da questa vicenda il santuario pavese della Madonna di Canepanova, il cui titolo si origina appunto dall’immagine di Maria venerata all’interno. Il nobile Viscardo Canepanova donò il terreno della casa, per fare spazio alla costruzione altri edifici vennero demoliti. Nel 1500 si pose la prima pietra del santuario.
La realizzazione avvenne in due fasi. La prima, nei primi anni del Cinquecento, quando si costruì l’alzata della chiesa. La seconda, nella seconda metà del Cinquecento, in cui la costruzione della cupola venne portata a compimento dopo l’arrivo dei Barnabiti, alla cui nascente Congregazione venne affidata la chiesa nel 1557.
I Barnabiti poterono realizzare così a Pavia il loro carisma di educazione dei giovani. Accanto alla chiesa ben presto fu costruito un Collegio per studenti. Le soppressioni napoleoniche lo trasformarono nell’attuale Liceo Classico Ugo Foscolo.
Sant’ Alessandro Sauli, illustre barnabita, dimorò a Canepanova una decina d’anni, alla metà del Cinquecento. Nel 1810 Napoleone decretò la soppressione delle Congregazioni religiose, tra cui i Barnabiti, confiscandone tutti i beni. In quegli anni il Santuario visse un periodo molto travagliato.
Il Demanio incamerò il Collegio e il convento. Ma la chiesa, per richiesta del Vescovo di Pavia, rimase aperta al culto dalla Confraternita di San Sebastiano, collegata alla parrocchia di San Francesco.
Nel 1915 il Santuario venne finalmente ai Frati Minori francescani, che in quell’anno tornavano a Pavia dopo le soppressioni di un secolo prima dovute alle persecuzioni napoleoniche.
Il Cardinal Tosi incoronò ufficialmente l’immagine di Maria nel 1926, dopo la concessione avuta con un decreto del Capitolo Vaticano che concede tale privilegio. Da qui si origina anche il titolo della chiesa di “Santa Maria Incoronata”.
Il santuario venne dichiarato nel 1961 “santuario cittadino” dal vescovo di Pavia Monsignor Allorio, per sottolineare il profondo legame che lega la città a questa immagine di Maria, da cui presero vota innumerevoli grazie spirituali e materiali a favore dei cittadini pavesi.
Giovanni Bernardi
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