Madonna di Cannobio: il prodigio del sangue e della Santa Costola

La Madonna di Cannobio fu protagonista di uno spettacolare miracolo. Un quadro rappresentante la Pietà cominciò a perdere copioso sangue. 

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Nella sera dell’8 gennaio 1522 soltanto poche persone erano rimaste nell’osteria di Tommaso Zacchei. Mentre l’oste si era già messo a dormire e la moglie Elisabetta era rimasta in cucina insieme alle due giovani figlie, la più piccola, la tredicenne Antonietta, viene inviata dalla mamma al piano superiore per prendere qualcosa che serviva alla donna.

Di fronte alla bimba il quadro comincia a soprendere

La bimba subito si reca al piano superiore per prendere l’oggetto di cui aveva bisogno, ma il suo sguardo viene catturato da un quadro molto particolare, quello della Pietà, in cui Maria è raffigurata nel suo dolore. Il ritratto si trova appeso alla parete davanti alla scala.

Il quadro è una di quelle immagini che comunemente vengono poste nelle case di tanti cristiani. Nell’immagine il corpo di Gesù emerge dal sepolcro con le braccia aperte per mostrare le piaghe delle mani. Alla sua destra, la Madonna Addolorata sostiene con la mano destra il Figlio ed indica la ferita del costato. Dall’altro lato San Giovanni piangente e con le mani giunte.

Le figure dell’immagina lacrimano copiosamente sangue vivo

Mentre sale le scale, però, Antonietta vede le figure del quadro che cominciano a lacrimare sangue. I loro occhi dopo poco sono pieni di sangue vivo, e la piccola comincia a gridare. “Mamma, mamma, correte! Venite a vedere che la Madonna, il Signore Gesù e S. Giovanni piangono lacrime di sangue!”.

Tutti salgono subito sbalorditi al piano superiore, svegliandosi di colpo. Tutti insieme vedono subito che si tratta veramente di sangue vivo, che fuoriesce tanto dagli occhi di Gesù quanto dalla cicatrice delle sue ferite, tra cui il costato. Anche la Madonna ha gli occhi colmi di sangue, con una goccia che dall’occhio sinistro scende fino alla guancia. Le lacrime di Giovanni sono invece cristalline, e tutti sembrano invocare all’unisono la misericordia del Signore.

Tutti si radunano in silenzio attorno al quadro. Poi la sorpresa

In poco tempo tutto il paese è a conoscenza del prodigio operato dal Signore e si recano di corsa per riunirsi attorno al quadro miracoloso. Per un’ora ci si riunisce in totale silenzio attorno all’immagine e al prodigio del pianto. Più scorre il tempo più la lacrimazione di sangue diventa copiosa, e la piaga del Signore si rigonfia proprio come se fosse stata un’immagine vivente.

La sera seguente arriva il prodigio più sorprendente, che riguarda la Madonna. Dal costato di Gesù fuoriesce una piccola costola, proporzionata alla grandezza del grande. Questa cade al di fuori, su una tovaglia distesa sotto il quadro. Ci sono anche dei medici presenti che cominciano a osservarla, tra cui il medico del borgo, il dottore Luigi Mantelli.

Gli abiti dei presenti furono inzuppati del sangue che fuoriusciva

Dalla ferita continua a uscire così tanto sangue che gli abiti dei presenti finiscono per esserne coperti. Verso le 21 uno dei Canonici della Collegiata raccolse la santa costola e dopo averla riposta in un prezioso calice la portò in processione all’interno della chiesa di San Vittore, dove tuttora si conserva all’interno di un artistico reliquiario argentato.

In altre occasioni si ripeté il prodigio della lacrimazione, come il 10 gennaio, quando tra la folla c’è anche il conte Federico Borromeo con due suoi fratelli, dei quali uno sarà vescovo. In un’altra occasione, il 28 febbraio, il corpo del Signore si manifesta tutto coperto di piaghe sanguinanti, come fosse appena flagellato.

La spettacolare ricorrenza che si celebra ogni anno

La Curia Arcivescovile di Milano dopo solo diciassette giorni fa iniziare una meticolosa inchiesta con dieci testimoni, selezionati tra quanti hanno assistito al prodigio. Anche padre Agostino Gemelli nel 1922 analizzò la costa e le tracce di sangue, decretando che si trattasse di vero sangue.

La stessa “Saletta” del prodigio diventerà così presto meta di copiosi pellegrinaggi, tanto che nel 1526 diventa un piccolo santuario, poi sostituito con l’attuale. Ancora oggi la festa della Pietà di Cannobio continua con grande concorso e devozione di popolo. Fin dalla sera del 7 gennaio, quando comincia la celebrazione solenne dei “lüminéri” e dopo avere spento le luci si cala la nuvola con il reliquiario, mentre il tenore intona l’Inno della Santissima Pietà e i fedeli si portano al presbiterio per il bacio della reliquia.

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Prima della spettacolare processione per le vie e le piazze di Cannobio, tutte illuminate, per ritornare poi il giorno successivo, l’8 gennaio, nella Chiesa di San Vittore con un corteo solenne.

Francesco Gnagni

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