La Madonna di Chauchina fu al centro di una sensazionale guarigione che arrivò per una donna segnata da enormi sofferenze nel corso della sua vita.
Il comune di Chauchina si trova in Spagna, nella provincia di Granada, e la Madonna del Rosario o Addolorata di Chauchina viene chiamata a livello locale Nuestra Señora del Espino, ovvero Nostra Signora del Biancospino. Nell’immagine Maria ha una veste azzurra una corona del Rosario tra le mani, e la storia di cui è protagonista è davvero sensazionale.
Al centro vi è Rosaria Granados Martin, una donna molto semplice nata nella cittadina spagnola il 25 aprile 1839. A vent’anni da compiere, il 4 aprile 1859, decise di sposarsi con Manuel de Cantos Romero. Presto però, per sua sfortuna, rimase vedova e con tre figli da mantenere: Jose, Diego e Francesco. La donna cercò di fare quanto possibile per educarli cristianamente dando il buon esempio, in particolare attraverso la preghiera e le opere di carità cristiana.
Tuttavia, accade un fatto molto triste. Rosaria e i suoi figli vivevano come custodi di una casa colonica o agriturismo nel villaggio di Granada. Lì, dolorosamente, uno dei suoi figli venne ucciso da un uomo in una taverna. La donna sentì che in qualche modo la Misericordia di Dio la stesse come mettendo alla prova. Accadde infatti che l’assassino chiese rifugio proprio nella sua casa.
La donna, venendo a sapere da un altro suo figlio l’accaduto si sentì comprensibilmente straziata dal dolore. Tuttavia non se la sentiva di consegnare l‘uomo alla giustizia, così le sue parole nei suoi confronti furono molto semplici. Gli disse: “Vedi quello che hai fatto … nulla però mi riporterà mio figlio … ti perdono … anche la Vergine ha perdonato i carnefici del suo Figlio sul Calvario … Va ‘, e Dio sia con te per il mondo … ”.
Prima di mandarlo via, lo nutre. Ma l’assassino viene presto preso, nonostante il grande atto di carità di Rosaria. La donna però, pensando che anche lui ha una madre, pregò il Signore di non essere costretta a testimoniare contro di lui in tribunale. Preghiera che viene puntualmente esaudita. Accadde infatti che solamente otto giorni prima della data fissata per il processo, l’assassino morì, mostrando però prima del trapasso segni di pentimento sincero.
Anni dopo, nel 1903, Rosaria si ammalò gravemente. In quel periodo accadde che Ulcere cancerose le stavano letteralmente divorando una gamba. La donna infatti viveva come domestica con i figli, ma il proprietario della casa non vuole più averla nella sua casa, perché la malattia provocava un forte odore.
Il mattino del 9 aprile 1906 la donna si recò presso il solito cespuglio dove era solita lavarsi le piaghe purulente e cambiare le fasciature, aiutandosi con una sedia. In quel momento le si avvicinò una donna in lutto con un rosario nero nella mano, che si offrì di curarla, chiedendo in cambio di essere accompagnata al cimitero.
Rosaria accettò, lasciando il sostegno della sedia, e seguì la donna. Pian piano si rese conto che la sua abilità nel camminare cresceva fortemente. Così le due si inginocchiarono insieme, recitando il rosario all’ingresso del cimitero fin quando esausta si addormentò. Al suo risveglio, però, realizza il miracolo accaduto: le piaghe, come pure la donna, erano scomparse.
Subito corse quindi in città per raccontare l’accaduto, tutti allora compresero che si trattava senza dubbio della Vergine Addolorata. Vicino al roveto venne presto costruita una cappella, e in seguito al prodigio diverse persone le offrirono soldi, vista la situazione di estrema povertà in cui viveva. Lei, però, non accettò mai nulla per paura che si potesse pensare che utilizzava la religione per i propri interessi.
Anni dopo, intorno al 1918, nella città di Granada, José Farrugia si sentì fare questa richiesta dalla statua antica della Madonna Addolorata. Le parole furono: “Portami a Chauchina!”. Alla terza richiesta l’uomo decise di donare l’immagine al santuario. Nel momento in cui Rosario la vide, però, lo stupore fu grande. “Sembra davvero la buona donna che mi ha soccorso!”, esclamò.
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L’immagine, risalente al seicento, dopo essere stata restaurata venne incoronata canonicamente il 9 settembre 2006.
Giovanni Bernardi
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