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Madonna di Montenero: festa della protettrice della Toscana. Prega per noi

Il 15 maggio, ricorre la festa liturgica della Madonna di Montenero, dichiarata patrona della Toscana da Papa Pio XII nel 1947.

Tale ricorrenza è celebrata abitualmente con un pellegrinaggio diocesano che quest’anno non si è potuto svolgere a causa dell’emergenza Covid-19. Le origini del Santuario risalgono al 15 maggio 1345, festa di Pentecoste.

La storia del pastore

Quel giorno in cui secondo la tradizione popolare, un povero pastore zoppo trovò l’immagine detta miracolosa della Vergine Maria. E seguendo un’intuizione interiore la portò sul colle di Montenero. Allora era un luogo conosciuto come rifugio di briganti e per questo considerato oscuro, al punto da essere appellato come il “monte del diavolo”.

Tante sono le leggende che si sono tramandate nel tempo circa la storia del ritrovamento dell’immagine della Madonna, che gli esperti attribuiscono al pittore Iacopo di Michele detto Gera. La più attendibile è che l’immagine sia comparsa a Montenero  nel 1341 in seguito a una rinascita di fervore religioso.

La storia del Santuario

Proprio in quell’anno gli abitanti di Livorno, che allora era poco più di un villaggio di pescatori, avrebbero diffuso l’immagine per promuoverne il culto. Le autorità ecclesiastiche ne intimarono però la cessazione e imposero la sparizione delle relative immagini.

Non è da escludere che davanti a questa ostilità, l’immagine sia stata nascosta. Per poi essere ritrovata vicino al greto del fiume ”Ardenzo”, da quel pastore che la portò in cima al monte per affidarla quasi sicuramente alla custodia di qualche eremita.

L’arrivo dei pellegrini

La fama dell’immagine miracolosa si diffuse rapidamente, a motivo delle tante grazie operate dalla Beata Vergine. Cominciarono ad arrivare i pellegrini e con essi crescono le offerte per il piccolo oratorio che ospitava la Madonna. Già nel 1380 furono iniziati i lavori per ampliare la Cappella e i locali che servivano per accogliere i pellegrini.

Ai primi custodi del santuario, quasi sicuramente i frati terziari, seguirono le custodie dei Gesuati (dal 1442 al 1668) e dei Teatini (dal 1668 al 1792 ) indicati allora come i più qualificati ad espletare il servizio presso il Santuario. Difatti nel 1720, i Teatini iniziarono i lavori di ampliamento del Santuario che terminarono nel 1774.

I miracoli

In questo arco di tempo la Madonna di Montenero operò alcuni miracoli a favore di tutta la città. Tra questi quello del 1742 quando la città fu sconvolta da un violento terremoto. E ancora una volta soccorsa dalla sua santa protettrice e dalla sua immagine che fu trasportata in città e posta davanti alla Collegiata.

A Livorno quel miracolo non fu mai dimenticato! Tanto che ogni anno si rinnova il voto che i livornesi fecero alla Madonna “…di digiunare in perpetuo il 27 gennaio, di non fa balli, né maschere, di assistere nella Collegiata stessa all’annua funzione di ringraziamento…”.

La Sacra Immagine di Maria

Sull’altare maggiore troneggia l’Immagine Sacra di Maria di Jacopo di Michele detto Gera, in un tabernacolo marmoreo contornato da una raggiera dorata. La Vergine con la veste rossa ed il manto blu, è seduta su un cuscino e intorno al capo si legge la scritta “Ave Maria Mater Christi”.

Il volto è inclinato verso il bambino che le siede in grembo aggrappato con le manine alla veste materna. Mentre tiene un filo che lega delicatamente l’uccellino sul braccio di Maria. Il Santuario di Montenero possiede una tra le più grandi raccolte di ex-voto d’Italia.

Se ne contano almeno settecento raccolti ed esposti nelle ampie sale che circondano la Chiesa che dal 1792 ad oggi, fu affidata ai Monaci benedettini Vallombrosani che ne sono attualmente ancora i custodi.

Preghiera alla Madonna di Montenero

Beatissima Vergine Maria che fra gli altri monti qui circostanti sceglieste questo di Montenero per stabilire sopra esso la vostra abituale dimora, dandoci in tal modo, un attestato sensibile di vostra speciale predilezione.

Fate ve ne preghiamo, che riconoscenti dell’ immenso beneficio, non solo non abbiamo con alcun atto a meritare di voi, ma sia la nostra vita tutta consacrata a lodarvi ed a benedirVi”. 

Simona Amabene  

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