La Madonna di Montepulciano punì un uomo blasfemo dandogli la possibilità di ravvedersi, come gesto di estrema misericordia nei suoi confronti.
Nel 1587 accadde che un abitante di Montepulciano, in provincia di Siena, stava giocando a Palla-maglio nel quartiere San Martino, di fronte a un edificio in cui era dipinta una Madonna col Bambino e San Giovanni Battista.
L’uomo si chiamava Vincenzo Mincio, e il gioco in questione sarebbe un antenato del baseball. Si stava infuriando poiché stava perdendo al gioco. Allora accadde che se la prese con l’effige della Vergine, tirandole in faccia il maglio.
Nell’immagine però, all’improvviso e in maniera sorprendente, apparve un grosso livido, come per miracolo. Livido che, peraltro, è ancora oggi ben visibile sull’immagine. L’uomo aveva quindi commesso con tutta evidenza una grave blasfemia. All’istante, si trovò ad essere colpito da apoplessia. Rimase, dopo questo evento, paralizzato.
L’evento non fu interpretato come di collera celeste, ma come uno strumento di ravvedimento attuato dalla Divina Misericordia in favore dell’offensore. Sulla strada di Cervognano un’iscrizione in latino su di un bassorilievo descrive ancora l’antico accaduto.
“Cosicché lui, vedendo l’oscurità nel volto di Lei / rigettando le opere delle tenebre / ritornasse figlio della luce“, sono le parole, tradotte, che si trovano nell’iscrizione.
La devozione nei confronti dell’icona miracolosa crebbe in maniera vertiginosa, e presto accadde che attorno a quella immagine miracolosa si costruì una cappella, in cui l’effige rimase fino al momento della traslazione nella Cattedrale cittadina.
Ancora oggi, quindi, l’immagine miracolosa della Vergine si conserva nel Duomo di Montepulciano, una delle due Porte sante del Giubileo della Misericordia presenti sul territorio dell’omonima diocesi.
La cattedrale venne eretta sopra una pieve nel 1561. Nell’anno in cui si elesse il paese senese sede vescovile. Tuttavia, dell’antica pieve di Santa Maria ancora oggi resta la torre campanaria in conci di laterizio e travertino, risalente alla fine del Quattrocento, visibile sul fianco sinistro della chiesa.
Giovanni Bernardi
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