La Madonna di Porta Armerina accompagnò un condottiero che lottò contro l’invasione islamica, e da allora furono molti i miracoli che si verificarono.
La festa in onore della Madonna delle Vittorie, Patrona della Città e della Diocesi di Piazza Armerina, raffigurata in una icona bizantina custodita in un artistico tempietto d’argento sull’altare maggiore della Cattedrale, rappresenta una delle più importanti tradizioni popolari religiose e turistiche della città di Piazza Armerina. la storia di questa devozione va molto indietro nel tempo.
Indietro fino al tempo della dominazione araba. In quel periodo infatti accadde che la l’arcangelo Michele apparve a un condottiero normanno nella notte precedente la battaglia fra le truppe normanne del Gran Conte Ruggero e l’esercito arabo. In quella occasione gli promise aiuto e lo rassicurò sull’esito positivo dello scontro.
Lo scontrò terminò in una vittoria dei normanni a cui fece seguito la donazione del Papa al conte Ruggero, a Melfi nel 1059, di un’icona bizantina dipinta su tela in del suo giuramento di fedeltà alla Chiesa. L’icona avrebbe infatti dovuto essere portata alta sui campi di battaglia, e raffigura l’immagine della Beata Vergine Maria con il Bambino che avrebbe aiutato le milizie normanne nelle battaglie contro i saraceni.
La protezione di Maria fu infatti ben determinante per il Conte Normanno che da allora passò di vittoria in vittoria, tanto da conquistare anche la Sicilia, donando in segno di riconoscenza a quanti lo sostennero la sacra effigie, che venne chiusa in una custodia di legno durante il regno di Guglielmo I il Malo, nel 1161, e seppellito in un luogo sicuro, sotto l’altare della chiesetta di Santa Maria di Piazza Vecchia.
L’obiettivo di questo gesto era quello di sottrarre il vessillo alla furia distruttrice dei soldati che stavano mettendo a ferro e a fuoco la città che si era ribellata al re. Questo venne ritrovato due secoli dopo, nel 1348, anno della grande peste, grazie ad un sogno rivelatore del sacerdote Giovanni Candilia che abitava nella contrada omonima.
Dentro la custodia c’era persino una reliquia ben straordinaria: un capello che si narra fosse della Madonna ed è oggi ben custodito in una teca d’argento. Una volta ritrovata, l’icona fu portata in trionfo dall’eremo di campagna alla Chiesa di Santa Maria Maggiore di Piazza Armerina, portata per mano dai cittadini scampati alla pestilenza.
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Mentre la processione si avvicinava al centro abitato, avvenne un altro fatto prodigioso: la peste cessò miracolosamente. Da quel momento in poi la fama della potenza taumaturgica di questa Icona si diffuse per tutta l’isola, e il culto si estese a gran parte della Sicilia e del resto del Paese. Erano infatti molte le persone che si recavano nella cittadina invocare la protezione della Vergine Maria nella loro vita.
Ancora oggi, nel ricordo dell’evento, ogni anno nell’ultima domenica di aprile i fedeli si recano all’eremo di Piazza Vecchia, dove proprio in onore della Vergine Maria fu costruito un santuario, per partecipare al trasporto in pellegrinaggio di una copia dell’icona in città, mentre invece il 3 maggio avviene il pellegrinaggio inverso.
Giovanni Bernardi
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