L’amore verso Maria portò il santo all’impresa che diventerà un saldo riferimento per la popolazione locale, frutto di un chiaro segno della volontà divina.
La chiesa divenne così prova della conversione del santo, nonché del suo grande amore verso la Madonna. Infatti in quel luogo molto isolato nessun altro avrebbe mai pensato alla costruzione di un santuario.
La figura di San Costanzo è molto sfumata, si sa che nacque intorno all’anno mille da famiglia nobile, tanto da essere persino imparentato con la nota contessa Matilde di Canossa. Da giovane, il futuro santo seguì la carriera militare. Ma in una delle tante lotte rimase duramente ferito, e costretto all’inazione.
In quel periodo si sentì come avvolto da una bolgia infernale di lotte fratricide, peccato, bestemmie, e così maturò la sua decisione di abbandonare tutto e ritirarsi nella più totale solitudine. Si dedicò da lì in poi alla preghiera e alla contemplazione. Vendette tutti i suoi averi e li donò ai poveri, dedicandosi totalmente a Dio.
Mentre stava cercando il luogo in cui ritirarsi, venne guidato da una colomba bianca che lo condusse nella montagna di Conche, dove visse per oltre quarant’anni con grandi penitenze, in totale castità e generosa carità verso i bisognosi e tutti, che in quell’epoca storica caratterizzata da grandi guerre erano molto numerosi.
Decise così di erigere il santuario in onore di Maria vicino al convento di suore, e mentre stava preparando la costruzione vide comparire la colomba bianca che prese nel becco un truciolo di legno per trasportarlo in volo verso il monte. Il santo lo seguì fino alla località Conche e vide che la colomba aveva disposto le schegge ed i trucioli di legno in modo da tracciare come il perimetro di un edificio.
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San Costanzo alzò gli occhi e vide una Signora con il Bambino in braccio, sollevata in alto sopra uno spazio tracciato da una colomba. Questa Signora, con sguardo materno, gli indica il luogo, esprimendo così un segno palesemente chiaro su quale fosse la volontà divina. Subito i fedeli accorsero numerosi in quel luogo per chiedere a gran voce la protezione e le grazie della Madonna della Misericordia.
La vita delle suore dedicata totalmente a Dio fu esempio per molti dei fedeli che si recarono fino a in cima alla montagna per venerare il Signore. Un documento del Cardinale penitenziere Ludovico Borgia, risalente al 1510, attestò i frequenti miracoli in parallelo alle maestose folle di fedeli. Grazie che sono d’altronde attestate dai numerosissimi ex-voto esposti nel Santuario.
Giovanni Bernardi
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