La Madonna del Divin Pianto apparve a una giovane religiosa dell’Istituto delle Suore di Santa Marcellina, suor Elisabetta Redaelli, a Cernusco sul Naviglio.
Il 6 gennaio 1924 la Vergine consegnò alla veggente un messaggio di duplice natura. L’invito è alla costanza nella preghiera e alla speranza. Allo stesso tempo, però, Maria ricorda a tutti e in particolare ai consacrati l’imprescindibile necessità di amare, cercare e consolare Gesù.
La Chiesa non diede mai la sua approvazione ufficiale a queste apparizioni miracolose, ma il cardinal Schuster, commentando il fatto, spiegò che la Madonna si sarebbe fatta strada da sé. Anche il cardinal Martini si pronunciò indirettamente autorizzando l’intitolazione di una chiesa parrocchiale di Cernusco proprio alla Madonna del Divin Pianto.
L’apparizione avvenne la sera intorno alle 22.30, e le suore che si trovavano di turno in infermeria pensavano che stesse parlando nel sonno. Non era così. La suora era pienamente sveglia e di fronte a lei era giunta una splendida Signora a consolarla. “Prega, confida e spera; tornerò dal 22 al 23”, le disse la Signore. “Signora, come è buona Lei! Preghi Lei che è tanto buona. Sono sicura che, se Ella pregherà. Il Signore ascolterà le sue preghiere, perché Lei ha compassione delle malate”, disse la Madonna alla veggente.
Il fatto del tutto inusuale, però, è che la veggente aveva perso da tempo l’uso degli occhi. Perciò, all’udire il racconto, le consorelle si chiedevano come era potuto succedere. Il 3 febbraio successivo suor Elisabetta fu trovata in lacrime. La Signore infatti le aveva promesso che sarebbe tornata dal 2 al 3 del mese seguente, ma la sua assenza le faceva pensare che forse aveva fatto qualcosa che non doveva.
O semplicemente che “non era stata abbastanza buona“, come ripeteva in continuazione alle suore. Il 22 febbraio, però, alle 23.45 rivide la visitatrice soprannaturale, riconoscendola come la Madonna. Il medico poco prima aveva dichiarato disperata la sua condizione. La realtà, infatti, era che la suora aveva compreso male la data che le aveva detto la Madonna.
Maria indossava in quel momento un mantello celeste e teneva stretto al cuore Gesù Bambino. Sul volto di Gesù, inoltre, scorrevano grosse lacrime. Da qui il nome di Madonna del Divin Pianto. La Vergine disse che “il Bambino piange perché non è abbastanza amato, cercato, desiderato anche dalle persone che Gli sono consacrate”.
Suor Elisabetta alcuni giorni prima aveva chiesto alla Madonna che la portasse con sé in Paradiso, ma la Vergine le rispose dicendo: “Tu devi rimanere qui, per dire questo!“. La religiosa le chiese allora un segno, e la Madonna replicò, prima di sparire: “Ti rendo la salute!”. La suora, in precedenza ammalata, cominciò a gridare.
Le consorelle pensavano si trattasse di un dolore fisico, ma lei gridò: “Sono guarita!”. Il miracolo riempì subito di gioia l’intera casa e la notizia presto fece il giro di tutto il paese. La suora sembrava quasi stupita per il trambusto: “Ma la Madonna sa fare questo e ben altro!”, disse. Pian piano crebbe anche la curiosità, e per combattere il trambusto la suora venne destinata alla Casa Madre di via Quadronno a Milano.
Lì per lunghi anni si dedicò alle ragazze che frequentavano la scuola. Non raccontava mai nulla di quel fatto miracoloso, nemmeno se qualcuno glielo chiedesse in maniera esplicita. Solitamente la suora sviava il discorso o comunque non ne faceva parola. Chiedeva di non parlare di lei ma della Madonna.
La religiosa morì il 15 aprile 1984, e venne riportata a Cernusco. La stanzetta in cui apparve la Madonna dopo la sua morte venne trasformata in cappella, al cui interno si posizionò una statua che era corrispondente alla visione della suora. A terra, protetto da un vetro, è ancora segnato il punto esatto in cui la Vergine posò i piedi.
Invece sull’arcata della cappella, che si può vedere dopo avere chiesto l’autorizzazione alle suore, si trova la sagoma di un un albero con dei cuori d’argento, simboli di grazie ricevute.
Francesco Gnagni
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