Il manto in cui è impressa l’immagine della Madonna di Guadalupe racchiude tutta una serie di prodigi tra cui una nuova scoperta che ne accresce il mistero.
L’immagine della Madonna di Guadalupe, venerata da secoli in Messico e in tutto il mondo, è un’inesauribile fonte di mistero e di prodigi.
Il principale prodigio fu proprio il formarsi della raffigurazione quando si impresse miracolosamente nel manto indossato dal veggente san Juan Diego Cuauhtlatoatzin, quel 12 dicembre 1531. Lui aprì il mantello in cui teneva le rose di Castiglia, anch’esse raccolte prodigiosamente in pieno inverno. Doveva consegnarle, come gli aveva chiesto la Madonna, al vescovo.
Di fronte a prelato e ad altre 7 persone avvenne il miracolo: apparve la meravigliosa immagine che raffigura la Vergine Maria, incinta, con la luna sotto i suoi piedi, avvolta da un manto in cui sono raffigurate delle stelle apparve improvvisamente.
Raffigurata di carnagione scura e con i capelli neri, e chiamata per questo Virgen Morenita, ha il capo e il corpo coperti da un manto decorato con stelle. Proprio a proposito della disposizione delle stelle nel manto si era già notato un dettaglio che suscita estremo stupore. In quell’immagine santa si cela anche una musica.
L’Osservatorio Laplace di Città del Messico aveva scoperto che le stelle sono disposte non in modo casuale, ma in una posizione tale che corrisponde alle costellazioni visibili al di sopra del Tepeyac esattamente nel solstizio d’inverno del 1531.
Quelle stesse stelle, insieme ai fiori che si trovano nelle immagini, con la loro specifica posizione, se sovrapposte e riportate in segno su un pentagramma formano le note di una melodia. Questa musica è soave e celestiale, e appare come un ulteriore dono che la Madonna ha voluto dare ai suoi figli.
Si tratta di una sorprendente scoperta matematico scientifica resa nota durante l’International Workshop on the Scientific approach to Acheiropoietos Images tenutosi presso l’ENEA Frascati nel 2010 e in altre occasioni. È un’armonia perfetta quella che vien fuori dalle stelle e dai fiori. Certamente un altro elemento che conduce nella direzione di considerare pienamente l’immagine di natura divina.
Tecnicamente si chiama tilma o tilmàtli: è il tipo di indumento esterno che gli uomini aztechi e di altre popolazioni del Messico centrale usavano indossare nel tardo periodo post-classico ed all’inizio del periodo coloniale. È lì che si è formata l’immagine di lei che si era presentata a Juan Diego come “la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio”.
Composta da due teli di fibre d’agave, è un tessuto tipico del luogo e dell’epoca e nel corso dei secoli è stata ovviamente sottoposta ad innumerevoli e minuziose indagini e studi accurati. Già in tempi passati se ne comprendeva la natura prodigiosa, tanto più in epoche recenti, con le strumentazioni moderne e le conoscenze tecniche e scientifiche ciò che risulta è straordinario e stupefacente.
L’immagine della Madonna presente sulla tilma è considerata di natura acheropita, ovvero non realizzata da mano umana. I colori che la costituiscono risultano incorporati all’interno del tessuto e non posti sopra, come avviene per qualsiasi dipinto. Non si riesce a dare una spiegazione neppure sul tipo di pigmenti utilizzati: non sono classificabili.
C’è anche il mistero circa l’impossibilità che un’immagine possa mantenersi nitida e perfetta nonostante il passare del tempo e sia stata in grado di resistere a tutte le condizioni metereologiche anche in epoche in cui non esistevano sistemi di protezione.
La tilma è stata analizzata con una tecnologia a raggi infrarossi che ne ha rilevato la temperatura: tra i 36.6° e i 37°, quelli di una persona viva. Neanche lo scoppio di 29 cariche di dinamite durante un attentato nel 1921 ha rovinato l’immagine, distruggendo tutto ciò che c’era attorno.
Come non rimanere senza parole davanti ad un altro prodigio racchiuso nell’immagine: la scena del momento in cui Juan Diego apre la tilma si trova riflessa nelle iridi della Madonna. Con un ingrandimento al computer di 2500 volte si è potuto scoprire questo dettaglio sbalorditivo. Si vede Juan Diego mentre apre il mantello e si riesce a distinguere davanti a lui e altre 7 figure, coloro che erano presenti.
La musica del manto si aggiunge a tutti questi elementi inspiegabili scientificamente e che chiaramente rimandano a Dio e che non possono che suscitare stupore, quello della fede, e interrogare profondamente chi non crede.
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