La Madonna delle Milizie difese la popolazione di Scicli che si trovava ad essere gravemente assediata dai nemici che arrivavano dal mare per attaccarli.
La festa celebrata per la Madonna delle Milizie di Scicli è una delle più caratteristiche della Sicilia e dell’intero Paese, la cui devozione affonda le radici molto lontano, al periodo delle incursioni arabe in Sicilia.
In quegli anni i cristiani sciclitani, ingaggiati in una feroce battaglia dei musulmani, ebbero fortunatamente la meglio. Ma ciò non era di certo dovuto alle loro forze. Siamo nell’anno 1091, e in quel periodo la Sicilia soffriva particolarmente a causa dall’invasione degli Arabi.
Questi infatti stavano perseguendo un feroce progetto espansionistico attraverso cui miravano certamente alla conquista di nuove terre, ma non solo. Il loro obiettivo era in primo piano quello di convertire gli altri popoli che incontravano lungo la loro strada alla religione musulmana.
Fino al 1060 infatti la Sicilia fu controllata dagli arabi, dal momento cioè in cui i Normanni riuscirono a ripristinare l’ordine. Il loro intento era quello di porsi come difensori della fede cristiana e ci riuscirono, riuscendo a fare passare Scicli dal dominio arabo a quello normanno.
I musulmani non riuscirono ad accettarlo e non si diedero per vinti. Il territorio era quindi costantemente sotto la loro minaccia. Così accade che in quella notte del 9 marzo 1091 gli sciclitani sorsero delle navi che avanzavano dal mare di Donnalucata.
Si trattava degli arabi che si stava muovendo in loro direzione, con a capo l’emiro Belcane. Il loro intento era quello di riscuotere le tasse per la mancata conversione della popolazione. Una volta che venne a conoscenza di tale pericolo, il Gran Conte Ruggero d’Altavilla si allarmò e si preparò a riceverli. Li affrontò di petto e con tutto il coraggio che aveva a disposizione.
In un primo momento, lo fece dal punto di vista verbale. Disse chiaramente agli arabi che per loro non c’era posto, che non avrebbero di certo ricevuto ciò che cercavano, e per dare il senso dell’approccio basta citare una frase che poi passò alla storia.
“La Sicilia non è tributaria”, disse loro a gran voce. Non paghi, i musulmani scesero in battaglia, e il conte li affrontò senza paura. Le forze musulmani si coalizzarono attorno al loro grido di battaglia, l’invocazione di Allah, puntando a strappare pace e beni alla popolazione sicula con tutta la loro violenza.
Dall’altro lato, i cristiani innalzavano invocazioni e preghiere al Signore, affinché potesse difenderli dal male, così si rivolsero anche alla Madre di Dio, Maria, a cui chiesero a gran voce di intercedere per loro in quella tumultuosa battaglia.
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Nel bel mezzo della confusione generata dalla guerra, all’improvviso, una strana e particolare nuvola sopraggiunse sulle loro teste. In un primo momento restarono increduli, poi compresero che da questa stava uscendo una maestosa signora che sedeva su di un bianco cavallo.
Ben presto si capì cosa stava succedendo. Non si trattava infatti di un’immagine qualunque ma di Maria, che aveva ascoltato le suppliche del suo popolo e si era manifestata nel cielo, innalzata con le vesti di una guerriera.
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Gli arabi restarono sgomenti di fronte a tale visione, e passò pochissimo tempo prima che iniziarono a scappare a gambe levate lasciando il campo di battaglia, e decretando la loro ritirata. La popolazione cristiana di Scicli potè finalmente sentirsi rincuorata, perché il pericolo era scappato e la Madonna li aveva protetti ancora dai soprusi del male e dalla sopraffazione del nemico.
Giovanni Bernardi
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