La Madonna della Misericordia di Bovegno apparve a una giovane in condizioni disperate rivelandole qualcosa di assolutamente sconvolgente.
Il fatto accadde il 22 maggio 1527, giorno in cui la Vergine apparve ad una giovane orfana di ventidue anni. La ragazza, sola e povera, doveva occuparsi dei suoi due fratelli, di cui uno era molto malato. La Madonna le consegnò un messaggio di una bellezza incomparabile.
La giovane si trovava in grande difficoltà
La giovane si chiamava Maria Amadini, e il 15 maggio di quell’anno, circa una settimana prima del miracolo, si trovava in grande difficoltà, e stremata dal fatto di non sapere più come comportarsi per sfamare la famiglia uscì di casa presto, per andare a raccogliere legna da portare al fornaio. La sua speranza era quella di ottenere in cambio un poco di pane.
La donna infatti, che era molto devota, viveva insieme ai due fratelli una vita molto povera. Tuttavia lei non si tirava di certo indietro per accudirli nella maniera più amorevole. In modo particolare lo faceva con Andrea, dodicenne e infermo a causa di una grave malattia che ricopriva il suo corpo di ripugnanti piaghe.
Quel giorno si trovava nel bosco e stava tagliando dei tronchi
Si trovava quindi, quel giorno, nel bosco ed era impegnata a tagliare dei tronchi dalla base. Muovendo un po’ la terra, però, vide che erano venute fuori delle monete d’argento puro. I un primo momento provò paura, poi però, ispirata dal Signore, cominciò a raccogliere le monete fino a riempirsi il grembiule. Con queste, tornò di corsa al paese mostrandole a tutti.
Di colpo tanta gente cominciò a recarsi in quel luogo, munito di strumento come pale e vanghe, con la speranza di trovare anche loro un tesoro da portare a casa. Nessuno però trovò nulla, e ciò fu preso a dimostrazione dell’eccezionalità del prodigio accaduto alla giovane. Non fu, però, di certo l’unico evento miracoloso.
Maria stava recitando il Rosario per ringraziare la Madonna
Otto giorni dopo il ritrovamento delle monete, infatti, per l’appunto il 22 maggio, Maria era andata sul Colle della Croce di Savenone, per recitare il Rosario e ringraziare la Madonna per la fortuna che aveva vissuto. A un certo punto, però, proprio mentre era raccolta con tutta sé stessa in preghiera, sente stranamente una voce che la stava chiamando per nome.
Quando si guarda intorno, però, per capire da dove provenisse quella voce, non vede nessuno. Di conseguenza, comincia a spaventarsi e decide di tornare indietro. Proprio in quel momento, però, la voce si fa sentire nuovamente. Ancora più spaventata, si mette tuttavia in ascolto e sente per la terza volta questa voce, che la stava chiamando con fermezza.
La Vergine si rivolse alla donna con parole di una dolcezza unica
Lei, a quel punto, prova a dialogare con questa voce, rispondendo in dialetto bresciano: “ben”. Quando alza gli occhi vede davanti a sé una Donna con un abito di tipo monacale, che aveva però una solennità e una bellezza decisamente fuori dal comune, tanto da farla rimanere senza fiato. Scoppiò a piangere: aveva capito che si trattava della Madonna.
La Vergine si rivolse alla donna dicendo: “Ben hai risposto perché ben hai ricevuto e ben riceverai. Sappi che io sono la Vergine Maria della quale tanto sei devota; persevera nel bene come hai fatto finora e non venir meno alla tua devozione perché così tu sarai salva. Sappi che il primo del presente mese, cioè maggio, il mio Figlio aveva preparato un flagello sopra la terra che mai non fu l’uguale ed io inginocchiata ai suoi piedi, mostrandogli il seno al quale lo allattai, e domandandogli grazia, implorai la remissione di quel castigo”.
La Vergine disse alla donna cosa avrebbe dovuto fare per farsi credere
Continuò la Madonna: “Questo tu dovrai far conoscere a tutti, dicendo loro che ognuno digiuni tre sabati a pane ed acqua e faccia penitenza dei suoi peccati affinché il mio Figliolo non si adiri un’altra volta. Facendo tutto ciò non abbiano paura di nessun castigo”.
Al termine dell’apparizione, per permettere di provarne la veridicità, la Vergine disse a Maria di inserire la mano nel seno davanti a tutti, e che a quel punto l’avrebbe tirata fuori lebbrosa. Poi, rimettendola in seno un’altra volta, la mano si sarebbe sanata, permettendo a tutti di avere una prova del miracolo, convincendo così il popolo alla costruzione di un santuario, in quel luogo.
Tutto il popolo comprese che si trattava di un vero miracolo
Tutti i malati che avessero contribuito alla costruzione, promise la Madonna, sarebbero guariti. Di fronte a tale miracolo, che effettivamente si verificò, in popolo costruì il santuario in pochissimo tempo, affidando la costruzione all’architetto Agostino Castelli. Fedeli e pellegrini cominciarono a visitare quel luogo in maniera continua, tanto che nel 1533 ci fu una concessione di indulgenze, poi la costruzione di un’osteria per far fronte alle esigenze dei pellegrini, infine la concessione rilasciata l’8 luglio 1527 per l’uso di un altare portatile per le celebrazioni, in attesa della costruzione della chiesa.
LEGGI ANCHE: Madonna dei Miracoli di Lucca: il sacrilegio spezzò il braccio dell’uomo
Le grazie che in seguito si verificarono in conseguenza alla devozione per la Madonna della Misericordia di Bovegno furono numerose, molte delle quali ampiamente documentate.
Giovanni Bernardi