Anche la Madonna Nera ha schivato il Gay Pride e ci si domanda: come mai gli organizzatori e i partecipanti dei vari Gay Pride amano sfilare -dove è possibile- davanti ai Santuari mariani? Hanno forse l’intenzione, non tanto celata, di sfidare la nostra Mamma celeste?
Il Gay Pride divide, ormai, la nostra Nazione e i Comuni si danno battaglia, a seconda che le Amministrazioni vogliano permettere o meno le iniziative delle lobby Lgbt.
Ma cosa accade nelle altre Nazioni europee?
Dando un’occhiata velocissima, ci accorgiamo che, dopo Pompei e il suo Santuario della Beata Vergine del Rosario, anche Częstochowa, in Polonia, sede del Santuario di Jasna Góra della Madonna Nera, ha avuto il suo primo Gay Pride.
Le lobby Lgbt lo hanno chiamato “Marcia per l’uguaglianza” e vedeva la partecipazione di circa 600 aderenti, più molti rappresentanti di vari partiti e organizzazioni.
Quel giorno, però, al Santuario della Madonna Nera, erano previsti ben altri eventi, come il pellegrinaggio organizzato dall’emittente cattolica “Radio Maryja”, con la presenza di circa 100mila devoti ascoltatori, un numero estremamente grande, rispetto a quello dei partecipanti al Gay Pride.
Quando i pellegrini si sono accorti che il corteo Lgbt avanzava proprio verso il Santuario, hanno cominciato a sbarrare il loro percorso, impedendo al Gay Pride di avvicinarsi alla loro meta agognata: la Madonna Nera.
Così, le bandiera arcobaleno ha smesso di sventolare, quando alcuni cristiani si sono addirittura sdraiati a terra, lungo il Viale Santissima Vergine Maria. Senza alcun atto di violenza, i polacchi sono riusciti a deviare il percorso del Gay Pride, in un’altra direzione.
Quando la polizia è intervenuta, in un primo momento, ha cercato di disperdere i devoti, che però si sono riuniti, più avanti, sempre lunga la via che porta al Santuario, poi, dunque, ha dovuto deviare il corteo degli omosessuali, che, così, non hanno nemmeno sfiorato il Santuario.
Antonella Sanicanti