La Madonna di Otome Toghe fu segno di una vicenda incredibile che lasciò per sempre un segno indelebile nella storia cristiana: quella dei martiri giapponesi.
Siamo nel 1868, anno in cui avvenne qualcosa di straordinario. In quel periodo storico, infatti, la persecuzione contro i cattolici stava infuriando in Giappone, molti dovettero nascondersi per lunghi secoli, mantenendo nel loro cuore la loro forza di restare ancorati a Gesù Cristo.
La grande storia dei cristiani giapponesi perseguitati
Tramandandosi in maniera furtiva alcuni piccoli segni di fede, come qualche immagine o qualche crocifisso, aspettando per anni la visita di un sacerdote che potesse confessare o dare la Comunione.
La fede di quei cristiani giapponesi, nella privazione, continuò ad ardere con grande forza e onore, dando così enorme luce alla storia del cristianesimo, scrivendo una pagina memorabile che durò per sempre. La dura caccia al cristiano era infatti iniziata alla fine del Cinquecento, e cessò in maniera definitiva vent’anni dopo quella data.
L’arresto di numerosi giapponesi e la Vergine che apparve in una cella
Nella città di Tsuwano, poco distante da Hiroshima, nel 1869 vennero arrestati 253 cristiani giapponesi. Furono brutalmente torturati e uccisi solo per la loro fede. A uno di loro però accadde un fatto miracoloso.
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Apparve la Madonna, “Marya-sama”, all’interno della sua cella. Una stanza alta e larga un solo metro, dove l’uomo rimase per ben otto giorni. La Vergine restò con lui per tutta la sua ultima notte, confortandolo, prima che arrivasse la sua triste esecuzione.
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Tuttavia riuscì a raccontare l’evento prodigioso al suo compagno di sventura, Domingo Fukahori, e su quel luogo oggi sorge uno splendido santuario, chiamato “Otome Toghe”, il “Sentiero della Vergine”.
Giovanni Bernardi