L’Icona miracolosa della “Portaitissa”, la Guardiana della Porta, all’origine di molti miracoli, pianse sangue per l’iconoclastia, poi apparve sulle acque del mare.
Nel quarto secolo i cristiani erano sottoposti a dure persecuzioni iconoclaste. Venerare le immagini di Cristo, della Vergine o dei Santi era ritenuto profondamente blasfemo, e ciò conduceva a forti violenze perpetrate nei confronti di chi disobbediva a questa imposizione. Per questa ragione, in quegli anni i soldati dell’imperatore bizantino Teofilo cercavano continuamente icone sacre su cui scagliare la loro ira, al fine di distruggere e rendere impraticabile il culto.
Un giorno entrarono all’interno di una umile casa in cui viveva una vedova di Nicea. Con le loro spade, una volta che individuarono un’immagine della Madonna la trafissero brutalmente. Questa però, con lo sbalordimento di tutti i presenti, cominciò a grondare sangue. Al vedere quell’atto inspiegabile e prodigioso, i soldati, spaventati a morte, presero l’icona e la gettarono in mare.
Il figlio della donna che era proprietaria di quell’icona, ben presto decise di diventare monaco sul Monte Athos. Il fatto miracoloso a cui avevano assistito i suoi occhi non poteva infatti che testimoniare una manifestazione del divino all’interno della sua dimora, e quindi il giovane decise di rispondere a quella inattesa chiamata con la consacrazione della sua vita.
Una sera il giovane si trovava insieme ai confratelli, e all’improvviso tutti insieme videro una colonna di fuoco levarsi impetuosamente dalle acque del mare. Sopra di queste, vi era proprio l’icona miracolosa, che stava galleggiando. Sconvolti da quello che nuovamente vedevano i loro occhi.
Al santo monaco Gabriel, infatti, la Madonna apparve dicendogli di essere la loro protettrice e di non aver paura a prendere l’Icona. Obbediente, secondo le testimonianze dell’epoca Gabriel “camminò sulle acque, come su un terreno asciutto”, prese l’Icona e la portò a riva, per posizionarla in un secondo momento all’interno della chiesa di Iviron.
Come per miracolo l’icona si piazzò da sola sopra la porta dell’edificio. Fu da quel momento che all’icona miracolosa venne attribuito il nome di “Panaghia Portaitissa“, vale a dire Santa Guardiana della Porta. Ancora oggi l’icona si trova conservata nel Monastero di Iviron, uno dei venti monasteri ortodossi del Monte Athos, situato nella parte nord-est della Santa Montagna, lungo una piccola baia.
Oggi si ritiene che un’eventuale scomparsa dal Monte Athos dell’icona miracolosa custodita nella Cappella, all’ingresso del Monastero, significherebbe un segno premonitore della fine del mondo. In tutti questi secoli, tuttavia, l’Icona della “Portaitissa” fu all’origine di molti miracoli, e dimostrò la sua protezione durante vari assalti al monastero da parte dei pirati saraceni.
Tanto che nel diciassettesimo secolo il Patriarca di Mosca Nikon chiese all’abate del monastero di avere una copia dell’Icona. In seguito, fece costruire una cappella accanto alle mura del Cremlino, vicino alla Porta della Risurrezione, in cui posizionò lla copia dell’icona giunta il ottobre 1648 e venerata dalla popolazione russa fino alla Rivoluzione del 1917.
Si dice che ancora oggi l’icona miracolosa di Iviron roduce abbondante “mirra” durante tutto l’anno, ad eccezione della Settimana Santa, per ricomparire il Sabato Santo.
Francesco Gnagni
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