La Madonna di Siponto protegge i cittadini della località pugliese fin da tempi antichi, per mezzo dell’icona miracolosa ancora oggi venerata nella Cattedrale.
Siponto, località della città di Manfredonia in Puglia, era una colonia romana allo stesso tempo sede di un’antica diocesi. Sei dice che il primo vescovo di Siponto fu consacrato direttamente da San Pietro.
L’origine del Santuario e dell’antica icona della Madonna di Siponto
Nel santuario di Santa Maria Maggiore, oggi cattedrale della “nuova” Manfredonia, si conserva l’antica icona di Siponto. Secondo alcuni studiosi l’origine dell’icona risale al 1060, mentre altri sostengono che risale a molto più addietro. Sarebbe stata donata dall’imperatore Zenone al vescovo Lorenzo dopo le apparizioni di San Michele.
Secondo altri, invece, l’immagine della Vergine è stata dipinta direttamente dall’evangelista San Luca, il primo pittore di icone della storia, che dipinse molte immagini della Vergine mentre era ancora in vita. E ancora si dice che l’edificio venne costruito tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, sotto il vescovo Leone.
La devozione alla Madonna di Siponto attraverso la sacra immagine
L’immagine della Madonna che si trova all’interno del santuario, dipinta su legno di cedro, è di uno stile classico, che riporta cioè alle icone ispirate alla tradizione orientale. In occasione di calamità e avversità, i fedeli portavano l’icona lungo processioni molto partecipate dalla popolazione. In queste, i cittadini invocavano la protezione di Maria su di loro e sulla loro città.
Una pratica che col tempo cominciò a ripetersi in una data fissa, e infine si trasformò in una ricorrenza e poi in una festa patronale. La festa che vi si svolge ancora oggi, secondo molti si originò tra il 1840 e il 1841, a seguito di un’epidemia colerica.
L’icona era in realtà molto più antica di quanto gli studiosi ritenessero
A partire dal 1849, la festa si spostò da settembre al 30 agosto. Tuttavia, nell’anno 1872 accadde che nel corso di una festa il sacro tavolo si incendiò, subendo gravi danni. Nel 1927, però, durante un restauro a Roma per mano di Aronne Del Vecchi, si ritrovarono ai margini verticali del quadro due fasce ornamentali con finissime figure di santi.
Queste immagini presentavano un puro stile bizantino. Il che ha fatto quindi ritenere l’icona molto più antica di quanto si ritenesse. All’interno della chiesa si trovarono poi anche i resti d’una Basilica paleocristiana, a tre navate con abside semicircolare e pavimento a mosaico.
Nei secoli, furono numerose le figure della Chiesa devote alla “Sacro Tavolo della Madonna di Siponto”. L’arcivescovo Sasso, riportano i documenti storici nel linguaggio dell’epoca, intorno al 1300 ebbe “tenera divozione verso la Beatissima Vergine, la cui miracolosa effigie quivi frequentemente riveriva”.
Giovanni Bernardi