Verso la fine del 1861 e sino agli inizi del 1862 la Madonna della Stella apparve nelle colline a umbre a un infante tra i ruderi di un’antica Chiesa.
Il giovane si chiamava Federico Righetto Cionchi, e l’antica chiesa era quella di san Bartolomeo, a Montefalco, in provincia di Perugia. Un tempietto di modeste dimensioni, in cui vi si scorgevano tracce di un affresco mariano risalente al 1520.
Negli anni, infatti, la cappella era stata molto trascurata. Tanto che nel 1815 il tetto della chiesa ebbe un crollo. Da allora nessuno se ne curò più, e la chiesa rimase in stato di totale abbandono.
Così accadde che la piccola cappella appariva più come un cumulo di ruderi, coperti da sterpaglia e rovi. L’abside, tuttavia, in cui era presente l’immagine della Madonna e di Gesù Bambino, era rimasta quasi intatta. Intorno ad essa, addirittura l’edera aveva formato una sorta di suggestiva cornice verde.
Tuttavia fino a pochi anni prima circolavano alcune voci che parlavano di presunte apparizioni, e di melodie suggestive. Queste erano state udite più volte intorno alla cappella che versava in condizioni pessime, in uno stato diroccato.
Nel 1860 Santa Bonifazi, una pia donna del luogo, ripeteva continuamente che la Madonna voleva essere onorata in quella sua piccola chiesa. E che per questo la chiesa andava restaurata al più presto. La donna era gravemente ammalata, e in quell’anno morì.
Il piccolo Righetto, allora, aveva pochi anni, più o meno cinque. Era il figlio di una famiglia di poveri contadini. Questi abitavano non molto distanti da quel luogo. Un giorno, mentre si aggirava intorno alla cappella, il bimbo udì chiamare il suo nome. Subito, istintivamente, entrò dentro la piccola e abbandonata cappella.
A un certo punto, una volta entrato, si trovò davanti una signora molto bella. La donna era vestita di rosso. Era la Madonna. Si accostò al piccolo, e lo prese per la mano destra, accarezzandolo dolcemente.
Il veggente, raccontando l’accaduto, ricorda che le disse numerose cose. Ma era molto piccolo, e l’unica frase che riuscì a riportare era un avvertimento più che tenero: “Righetto, sii buono”.
Era presente in quell’incontro anche la piccola sorellina, di nome Rosa. Che però non vide nulla. La mamma del piccolo Righetto fu subito messa al corrente dell’accaduto, ma in un primo momento non diede grande importanza all’avvenimento.
Tuttavia, accadde che da quel giorno in poi il piccolo Righetto si recava in continuazione in quella piccola cappella, per “vedere la Madonna“.
La vicina, pian piano, si accorse di questo strano fatto che puntualmente accadeva ogni giorno. Parlandone con la madre, questa le rivelò le confidenze del piccolo, Così accadde che ben presto tutti vennero a conoscenza del piccolo che aveva le visioni.
Subito la popolazione collegò quanto accadeva al bimbo con le affermazioni di Santa Bonifazi prima della sua morte. Anche se tutti non erano dello stesso punto di vista. Vi erano diversi pareri su quanto accadeva ogni giorno sotto i loro occhi, da cui nacquero numerose controversie e anche tristi dicerie.
A partire dal marzo 1862, tuttavia, avvennero una serie di miracoli di cui nessuno poteva più avere alcun dubbio. Il racconto del veggente era così ben comprovato. Tra i numerosi miracoli, uno accadde a un un giovane tisico del luogo, Giovanni Castellani.
Questi stava lottando contro la morte, tuttavia, non appena mise piede nel tempietto, il giocane guarì istantaneamente. Nel 1881 ci fu la consacrazione del tempietto abbandonato che ora radunava grandi folle di devoti. Nel frattempo, la piccola chiesa era stata anche ricostruita.
Il giovane Righetto, una volta giunto all’età di vent’anni, entrò nel ruolo di fratello laico nella Congregazione dei padri somaschi. Congregazione in cui rimase fino al giorno della sua morte.
Giovanni Bernardi
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