La Madonna di Valverde apparendo nel 1399 a un feroce brigante, in un periodo di grande violenza, riuscì a convertirlo all’istante.
In seguito, in una notte di pieno agosto, lasciò un’immagine indelebile nel cuore dei catanesi.
In questi tempi la Sicilia viveva periodo drammatici di sangue e devastazione. A fronteggiarsi tra di loro vi erano tre civiltà. La civiltà araba, che dominava quelle terre da almeno tre secoli. La bizantina, impegnata a recuperare l’antico dominio ormai perduto. E infine la civiltà normanna, giovane e forte al punto da uscire vincitrice dal conflitto.
Uno scenario drammatico in cui ogni giorno si assiste ad atti di guerre, violenze, distruzioni, nonché di banditismo, di piraterie, di furti e di assassini. Le truppe Normanne in guerra erano alleate con le bizantine, ma la ripartizione del bottino di guerra per loro era stata ingiusta.
Questo era stato recuperato nella sconfitta inflitta agli arabi nel corso della prima battaglia. Ritirati nella contea di Aversa, un soldato di nome Dionisio rimase nell’isola. L’uomo, di origine forse ligure, probabilmente attratto dalle ricchezze di quel luogo e dai facili guadagni che se ne potevano ottenere, cominciò a dedicarsi ad una vita di brigantaggio.
Ogni giorno si appostava nel bosco costeggiante la strada che dalla città di Catania giunge fino alla via antica in prossimità della vallis viridis. Tanto che sempre più spesso quelle terre divennero luogo di furti, delitti e aggressioni. Fu lì però, in quello che era diventato ormai uno scenario di dolore e disperazione, che gli si presentò la Madonna.
Un cittadino catanese di nome Egidio si stava recando ad Aci, e conosceva bene il pericolo che stava per affrontare passando in quella strada. Si affidò così alla Madonna e alla sua Protezione, essendo molto devoto. Dopo un buon tratto di strada, l’assassino gli salta addosso sbucando dal bosco. Agitando il pugnale, lo minaccia di morte.
Tutto a un tratto però una voce sale da un cerchio di luce. “Dionisio, Dionisio, non toccare il mio devoto!”, disse la voce. A quel punto il brigante ritirò subito il pugnale. “Deponi quell’arma e cessa questa vita di brigantaggio”, disse ancora la voce. L’uomo, guardandosi intorno, all’istante ritorna in sé stesso, e nel suo cuore si fa luce la mostruosità della vita che stava vivendo.
Buttando lontano l’arma con cui aveva compiuto molti delitti si chinò ai piedi della malcapitata vittima della sua aggressione, implorandone il perdono. Maria aveva così compiuto il primo miracolo, quello di salvare Egidio e di fare convertire Dionisio.
Dionisio tornò nella sua caverna per piangere amaramente dei suoi peccati. Lì la Madonna gli appare ancora, confortandolo e invitandolo ad avere fiducia nell’infinita misericordia del Signore. Gli disse anche di raggiungere il sacerdote per chiedergli il perdono, invitando sia i sacerdoti che i fedeli a salire in processione fino al colle di Valverde.
Fu così che in questo frangente Maria indicò a tutti il luogo in cui avrebbe dovuto essere costruito il santuario a lei dedicato, con i soldi racimolati barbaramente da Dioniso attraverso le sue violenze. Così la processione avvenne la mattina dopo. Tutti, clero e popolo, videro uno stormo di gru volteggiare in cielo e posarsi nel luogo in cui sorge oggi il Santuario.
Una volta cominciati i lavori per l’edificazione della chiesa, però, a un certo punto si dovettero interrompere per mancanza di acqua. Dionisio, ormai uomo pieno di fede, si rivolge ancora a Maria. La Vergine interverrà di nuovo, chiedendo di picconare alla base della grotta del brigante.
Da quel punto fuoriuscì una grande quantità d’acqua che permise di continuare i lavori per l’edificazione della cappella. La fonte aveva proprietà miracolosa e divenne presto fonte di guarigione per molti malati. I lavori cominciarono nel 1038 e finirono nel 1040.
La chiesa però non aveva ancora visto un segno della presenza di Maria. In una notte di agosto Dionisio era assorto in preghiera e venne colpito da un raggio di luce accesa. Da una nube vide l’immagine di Maria accerchiata da una schiera di angeli. La nube di alzò e la luce scomparve. Ma al suo posto Dionisio trovò impressa nella parete di un pilastro della chiesa una bellissima immagine di Maria.
In questa immagine Maria è seduta su di una scranna e vestita con una tunica rossastra e dorata, con un velo a coprirle il capo lasciando fuori i suoi abbondanti capelli. Il manto celeste scuro le copre le spalle e le ginocchia. Il suo volto è meraviglioso, e i suoi occhi vivaci sembrano prendere vita.
Sulla mano destra, il Bambino Gesù, vestito con una piccola tunica bianca e poggiato su un cuscinetto verde-rosso. Nell’immagine Gesù con la mano destra benedice gli astanti, guardandoli con amore.
Giovanni Bernardi
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