L’icona della Madre di Dio Misericordioso venne dipinta dall’evangelista San Luca, e ricevette il nome “Kykkiotisa” dal Monte Kykkos, sull’isola di Cipro.
L’icona venne poi collocata nel monastero costruito con le donazioni dell’Imperatore, all’interno di un chiesa che ricevette poi lo stesso nome. Secondo un’antica tradizione, infatti, l’Arcangelo Gabriele diede alla Madonna della legna presa direttamente dall’Albero della Vita. Maria a quel punto la consegnò a San Luca, che a sua volta la utilizzò per dipingere tre immagini di Gesù Bambino.
L’icona della Madre di Dio Misericordioso disegnata dall’evangelista
Le parole di Maria, di fronte a questa splendida icona disegnata dall’evangelista, furono: “La grazia di Colui che ho portato in me, vive in essa“. Tuttavia, prima di arrivare sull’isola di Cipro, l’icona miracolosa aveva viaggiato a lungo per volontà divina. Fu lo stesso San Luca infatti a inviare l’icona ai cristiani d’Egitto, ovvero alle prime comunità cristiane.
Da queste venne poi trasportata fino a Costantinopoli, intorno al ‘400. In questa città vi restò fino ai primi del dodicesimo secolo, vale a dire per tutto il periodo dell’imperatore Alessio Comnenos.
L’immagine miracolosa della Madre di Dio Misericordioso
L’eremita Isaia ebbe la rivelazione del fatto che l’immagine miracolosa era stata dipinta dall’evangelista Luca, e che sarebbe dovuta essere riportata a Cipro in un luogo destinato alla sua venerazione, attraverso il canto di un uccello. L’icona arrivò in seguito a Cipro per volere della Madonna.
Il nobile bizantino Manuel Vutomitis, stava cacciando caprioli nelle foreste di Troodos. L’uomo però si perse lungo il sentiero di montagna, e a un certo punto incontrò un eremita, che era impegnato nella preghiera. Questo, appena vide il nobile, invece di salutarlo se ne andò. L’uomo ci rimase male e andò su tutte le furie.
L’eremita Isaia guarisce il nobile gravemente malato
Così, tornato a casa, ordinò ai suoi servitori di ritrovare l’eremita e di picchiarlo brutalmente. Ma il sovrano dell’isola si ammalò di una dura malattia, uno strano letargo che coinvolse il corpo. Quel giorno ripensò a quanto fatto ai danni dell’eremita e inviò a lui i suoi servi per chiedergli perdono.
L’eremita, che di nome faceva Isaia, lo perdonò subito, e pregò per la salute del nobile, che grazie a quelle preghiere guarì. Ma l’anziano signore ebbe anche una rivelazione: il nobile doveva andare prima a Costantinopoli, dall’imperatore Alessio Comnino. In seguito, doveva portare a Cipro l’immagine miracolosa della Madonna.
L’imperatore soffriva dello stesso male e sottopone Isaia a una prova
Lo stesso imperatore però aveva una figlia malata di un male simile a quello che soffriva lo stesso Manuel, che raccontò all’imperatore quanto era accaduto a lui grazie all’eremita. Subito dopo l’eremita Isaia fu invitato a Costantinopoli, a recarsi a palazzo imperiale. La figlia dell’imperatore ebbe presto guarigione. Ma l’imperatore, una volta accaduto il miracolo, non volle attendere la promessa fatta. Così cadde lui stesso in malattia.
Ben presto si pentì, ma sottopose l’eremita a una prova. Invitò alla riproduzione di una copia esatta dell’immagine miracolosa, e sottopose a Isaia sia l’originale che la riproduzione, chiedendo di scegliere. Nel prendere la decisione, l’anziano si mise in preghiera e in quel momento un’ape si posò sull’originale. Questa venne subito presa come un segno, e ancora oggi è rappresentata come simbolo del monastero di Kykkos.
L’icona della Madre di Dio Misericordioso dal Volto coperto
A quel punto l’imperatore decise di inviare, insieme all’eremita, l’icona a Cipro. Ma emise un decreto: “Nessuno vedrà di nuovo il Volto della Madre di Dio e del Bambino a Costantinopoli. Nessuno veda a Cipro – d’ora in poi l’immagine miracolosa sarà coperta di velo”.
Il decreto è ancora tutt’oggi eseguito, e nessuno osa vedere il Volto Purissimo, che resta chiuso da un velo. A destra dell’icona miracolosa, si vede un calco di mano secca, a simboleggiare chi stava cercando di dissacrare il santuario.
Il Santuario con la miracolosa icona che opera grandi miracoli
Una volta arrivata sull’isola, infatti, l’eremita Isaia fece costruire una chiesa dedicata alla Theotokos, che potesse contenere la miracolosa icona Kykko. L’icona sacra venne completamente rivestita in argento e oro a partire dal 1576. Icona nascosta per metà da un velo di broccato, al fine di coprirne il volto della Vergine e quello del Bambino Gesù, riprodotto in maniera completa sulla tela.
Da sempre, tuttavia, numerosi miracoli continuano a verificarsi sull’isola grazie all’icona. Si ricorda la grave siccità durante il dominio ottomano, cessata in seguito alla preghiera dell’egumeno del monastero. Ma tutti coloro che sono colpiti da infermità si recano regolarmente in preghiera al monastero ortodosso della Madre di Dio Misericordioso, per ricevere da Maria la guarigione.
Giovanni Bernardi