Una sospensione che ha dell’assurdo, è capitata ad una maestra elementare. La sua colpa? La recita di una preghiera.
Durante il periodo di Natale, la maestra aveva fatto recitare, in classe, ai suoi bambini, due preghiere, e a qualcuno l’inizitiva non è affatto piaciuta.
Ora, l’insegnante è stata sospesa dal suo lavoro per 20 giorni e si è vista anche ridurre lo stipendio. Il caso è scoppiato.
La preghiera in classe e la maestra sospesa
Una situazione assurda quella che stiamo per raccontarvi e che è capitata ad una maestra di una scuola primaria. I fatti sono accaduti nel periodo di Natale, ma la vicenda è venuta alla luce soltanto adesso perché sono arrivate le conseguenze per la maestra.
La sua colpa? Quella di aver fatto recitare la preghiera dell’Ave Maria e del Padre Nostro ai suoi bambini in classe. La vicenda è accaduta in provincia di Oristano, a San Vito Milis. Per il suo gesto, innocuo ma che ha urtato la sensibilità di qualcuno, la maestra, ora, è stata sospesa dal suo servizio per 20 giorni e, per giunta, si è anche vista decurtare lo stipendio.
Lei si chiama Marisa Francescangeli ed è una maestra di scuola primaria di 58 anni. La vicenda è accaduta lo scorso 22 dicembre e, mentre la maestra stava facendo una supplenza in un’aula, si è industriata ed ingegnata ed ha deciso di proporre e fare un’attività creativa con i bambini: quella di costruire un braccialetto, di colore rosso, che rappresentasse il Santo Rosario.
E, come augurio per le feste di Natale ormai vicinissime, aveva fatto recitare le due preghiere ai bambini: “Per me è la normalità, non mi sembrava di avere fatto nulla di grave. In tutte le mie classi non c’è un bambino che non presenzi durante l’ora di religione” – ha spiegato la maestra.
L’Ave Maria ed il Padre Nostro: a qualcuno non è piaciuta la cosa
Tutti i bambini partecipano all’ora di religione, quindi il suo comportamento non ha leso il credo di nessuno. Allora, perché è stato preso il provvedimento disciplinare per il suo comportamento? A lamentarsi sono state due mamme che, venendo a sapere di ciò che la maestra aveva fatto in classe, sono andate dal preside.
Da lì, la convocazione fatta della maestra, anche per un incontro con i genitori. In questo incontro, la maestra si è dovuta scusare per ciò che aveva fatto, facendo una premessa: all’inizio dell’anno, la maestra stessa aveva chiesto un permesso a tutti i genitori per poter recitare le preghiere con i bambini e, di fatto, nessuno si era opposto.
Il problema, allora, perché è sorto adesso? Apparentemente sembrava tutto essersi concluso lì, ma non è stato così. Il 2 marzo scorso, alla maestra è stato notificato un provvedimento di sospensione da parte dell’ufficio scolastico regionale: 20 giorni di sospensione ed una diminuzione dello stipendio.
La maestra non si è arresa e si è rivolta ad un avvocato per risolvere il caso. Potrà tornare in classe, però, soltanto il prossimo 16 aprile: “Mi hanno contestato di aver fatto pregare i bambini, di aver realizzato un rosario ma anche di averli terrorizzati quando, prima di Natale, avevo spiegato la pericolosità del fumo, dopo varie domande da parte dei piccoli” – ha dichiarato la maestra.
L’insegnante è stata sospesa per 20 giorni
Le opinioni sono contrastanti e divise sull’accaduto. Il no comment del dirigente scolastico da un lato e, dall’altro, alcuni altri genitori che, invece, hanno definito la misura presa come “eccessiva e troppo forte”. La vicenda è diventata un caso nazionale tanto da arrivare anche alla politica, dove un deputato ha chiesto un’interrogazione parlamentare urgente al Ministro dell’Istruzione.
Una vicenda assurda se si parte dal presupposto, come la maestra ha dichiarato, che quando fu richiesto se i bambini potessero recitare la preghiera in classe ad inizio anno, nessuno si era opposto.
E allora dove sta il problema?