Nelle indagini di Mafia Capitale è emersa anche la complicità tra criminalità organizzata e coloro che permettono l’ingresso illegale dei migranti, nella nostra Nazione: “Tu c’hai idea di quanto ce guadagno sugli immigrati? Il traffico di droga rende meno”.
Questa è una delle intercettazioni telefoniche rese note, qualche giorno fa.
Dunque, il fenomeno migratorio è diventato un affare, non solo per i criminali internazionali o comunque al di la del Mediterraneo, che si fanno pagare a peso d’oro i viaggi della morte, da costa a costa, ma anche per i delinquenti paesani, che hanno saputo fiutare un grosso guadagno, sulla pelle delle povera gente, che cerca salvezza via mare e che qui, in Italia, non trova altro che sfruttamento.
In Nigeria, in particolare, anche la Conferenza Episcopale parla dei possibili pericoli a cui vanno incontro coloro che lasciano il Paese con i barconi: “Donne e bambini nigeriani sono vittime ogni anno della tratta della prostituzione (…) all’esterno della Nigeria. A loro viene negato il più elementare dei diritti umani e vengono sottoposti a sofferenze e abusi impensabili”.
Per questo, la chiesa africana, ha pensato ad una giornata di preghiera.
Basti pensare che l’80% delle ragazze nigeriane che arrivano in Italia vengono costrette a vendersi, anche per 20 euro, per pagare un debito assegnato loro dagli stessi trafficanti.
Anche la stampa inglese ne dava notizia, ma già nel 2011, attraverso un articolo de “The Independent”, che parlava di “un’alleanza mortale tra le bande italiane (Mafia e similari) e quelle nigeriane” per il traffico di esseri umani e lo spaccio di droga.
Le ultimissime indagini confermano ogni sospetto, attraverso il Rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, che scrive: “Per le organizzazioni criminali straniere in Italia, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con tutta la sua scia di reati “satellite”, per le proporzioni raggiunte, e grazie ad uno scacchiere geopolitico in continua evoluzione, è oggi uno dei principali e più remunerativi business criminali”.
Antonella Sanicanti