Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti. Nel nostro emisfero la primavera avanza con tante e colorate fioriture; il clima è favorevole alle passeggiate e alle escursioni.
Per la Liturgia, maggio appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell’”alleluia”, dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale; ed è il tempo dell’attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti, quello “naturale” e quello liturgico, si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria.
La storia del Mese mariano comincia infatti nel medioevo con il tentativo di cristianizzare le feste pagane in onore della natura in fiore, sulle quali regnava, come s’è detto, la Regina o Sposa di Maggio. Evocando la Madonna, la creatura più alta, si potevano unire insieme i temi della Natura e della Santa Vergine. Fin dal secolo XII°scrive Cardini, i filosofi di Chartres avevano rielaborato il concetto di Natura, incarnandolo in un’allegoria che per molti aspetti, ricordava la Magna Mater. Ma Chartres non era soltanto una scuola filosofica illustre, era anche un grande santuario mariano. e così la Madre Natura andò sempre più assumendo i tratti della Vergine 14) .
Ma il primo ad associare esplicitamente la Madonna al mese di Maggio, fu Alfonso X° il Saggio, Re di Castiglia e Léon (nel sec XIII°) che la celebrava in Las Cantigas de Santa Maria :
Rosa delle rose, Fiore dei fiori, Donna fra le donne, Unica signora, / Tu luce dei santi e dei cieli, via.
In una cantiga dedicata alle feste di maggio, vede nella devozione a Maria, il modo per coronarle degnamente e santificarle nella gioia 15).
Anche il beato Enrico Susso di Costanza (secolo XIV°), componeva Saluti con cui dedicava la primavera alla Vergine 16).
Un secolo dopo e precisamente nel 1677, il Noviziato di Fiesole, in una terra dove era vivissima la tradizione del Calendimaggio, fondò una specie di Confraternita detta “Comunella” . Essendo giunte le feste di Maggio riferisce la cronaca dell’Archivio di San Domenico e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominciavano a cantar maggio e far festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria…e che non era dovere che noi ci lasciassimo superare dai secolari .
Si cominciò con il Calendimaggio poi si aggiunsero le domeniche e infine tutti i giorni del mese. Si cantavano le litanie lauretane, s’incoronava la statua della Vergine con rose e le si offriva alla fine del mese, un cuore d’argento. Sicché allaRegina della Primavera si contrappone la Regina del Cielo .
Queste pratiche fiorirono in tutta la Penisola, dalla Chiesa di santa Chiara a Napoli, dove alla fine del secolo XVII° si onorava ogni sera la Vergine coi canti e si impartiva la benedizione, a Mantova dove le domeniche e le feste del mese erano solennizzate da devozioni a Maria.
La formalizzazione del mese di maggio è dovuta però al gesuita Dionisi con il suo Mese di Maria pubblicato nel 1725 a Verona, dove si suggerisce di compiere le pratiche devozionali anche in casa o nel luogo di lavoro, davanti a un altarino della Madonna, con preghiere (Rosario e Litanie), fioretti e giaculatorie, e con l’offerta alla fine del mese, del proprio cuore alla Madre di Dio.
A questo libretto ne seguirono molti altri fino all’Ottocento, quando il Mese mariano si era ormai diffuso in tutta l’Europa e nelle Americhe. Un’ulteriore spinta alla sua pratica venne dalla definizione del Dogma dell’Immacolata Concezione, nel 1854 .
NOTE
14 : Cardini Franco , I Giorni del sacro, Milano, s.d. , 1982, p.218
15 : Cantigas de Santa Maria, Madrid 1889, pp 539 segg. diceva : Ben vennas Mayo e con alegria : / porem roguemos a Santa Maria / que de sen Filio rogue todavia .
16 : Die schriften des sel. Heinrich Seuse, Monaco 1889, pp. 162 segg.
Benedetto XVI
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