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Malato di cancro scrive una lettera di accusa a Speranza

La dura lettera di un anziano di Rocca di Papa, fuori Roma, indirizzata al Ministro della Salute Roberto Speranza: “Se muoio, mi si mette lei sulla coscienza”.

Di fronte alle proprie difficoltà di salute, le cui cure sono state rimandate a causa dell’affollamento degli ospedali dovuto al Coronavirus, l’anziano ha preso carta e penna e ha deciso di rivolgere una missiva di fuoco al ministro Speranza. L’uomo, il cui nome è Gianfranco Botti, ha 83 anni ed è stato operato nel 2016 di cancro ai polmoni.

Scoppia il Covid e arriva la brutta notizia: non c’è posto in ospedale

I medici dell’ospedale romano di Tor Vergata lo hanno sempre seguito passo dopo passo e con grande attenzione nelle cure che gli sono necessarie. Fino però ad ora, con la situazione ospedaliera molto peggiorata a causa dell’esondazione di malati che si recano in ospedale ma che spesso non hanno realmente bisogno di cure ospedaliere, in quanto potrebbero farle tranquillamente a casa.

Dopo alcuni accertamenti fatti l’ottobre scorso, infatti, i sanitari del policlinico hanno accertato che è necessario ed urgente un secondo intervento. Che non si riesce a realizzare. L’ospedale, è stata la risposta che hanno dato all’anziano signore, al momento è in forte difficoltà a causa dei pazienti malati di Covid. Così i medici hanno dovuto tristemente comunicargli l’impossibilità dell’operazione.

L’anziano ha scritto una lettera di fuoco al ministro della Salute Roberto Speranza – Getty Images

L’uomo, stremato, ha scritto una lettera di fuoco al ministro Speranza

L’uomo, evidentemente spaventato dalla notizia, ha provato a informarsi nelle strutture private. Ma anche lì sono emerse molte e diverse difficoltà per l’uomo, che in un primo momento ha fatto fatica a rendere concreta la possibilità di sottoporsi all’intervento di cui ha bisogno. Così a un certo punto ha deciso di rivolgersi al ministro in persona. 

In seguito, per fortuna, è arrivata la svolta. L’uomo è riuscito a trovare un medico disponibile ad operarlo. “Ho ricevuto una telefonata da Botti che mi chiedeva se io operassi anche in intramoenia perché voleva farlo subito”, ha spiegato il professore Pompeo, che ha ricevuto la richiesta di intervento da parte dell’uomo. “Mi ha chiesto quale potesse essere il costo dell’operazione, mi sono informato e ho riferito”, continua il medico.

La svolta che si spera porti al lieto fine: sarà operato da un medico

“Ho domandato al paziente se avesse un’assicurazione e poiché ha riferito di non averla e di non poter spendere per la clinica, l’ho rassicurato dicendogli che sarebbe stata mia cura ricoverarlo appena possibile per operarlo personalmente. Non opero in privato da più di 2 anni e tutti i pazienti visitati in intramoenia o meno sono stati operati da me al policlinico”.

Insomma, ha concluso il medico decretando quello che al momento sembra un lieto fine della vicenda: “Il signor Gianfranco Botti sarà operato appena possibile“. “Dopo averlo visitato nel nostro ambulatorio l’abbiamo inserito in lista di attesa per la preospedalizzazione e il ricovero”, ha spiegato. “Lo precedono sei pazienti con neoplasia polmonare che ad oggi devono ancora essere operati”.

Giovanni Bernardi

Fonte: Il Messaggero

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