Un figlio che sembrava perduto per sempre, ma sua madre non aveva mai perso la speranza di poterlo riabbracciare e, dopo più di 30 anni, avviene il miracolo.
Una donna ha deciso di raccontare, sui social, la sua incredibile storia e di suo figlio.
Un figlio ritrovato dopo 33 anni
Dopo 33 anni di attesa e di speranza mai finita, una donna ha ritrovato suo figlio. Quel figlio che credeva perduto quando un uomo glielo aveva portato via. La storia che stiamo per raccontarvi è quella di Jonathan, oggi 36enne, rapito quando era ancora bambino a Bogotà, in Colombia, all’età di 3 anni.
Era il lontano 1987 quando, mentre stava giocando con suo fratello di soli 7 anni per le strade della sua città, fu avvicinato da un uomo che offrendogli delle caramelle, lo ha rapito e portato via con sé. I suoi fratelli, anche l’altro di soli 5 anni, assistettero impotenti al rapimento.
All’inizio, la madre cercò il piccolo ovunque, ma senza ottenere successo. Il bambino sembrò sparito nel nulla e nessuno seppe dare notizie in merito. Se qualcuno aveva visto qualcosa, aveva paura di parlare e così, la vicenda del piccolo Jonathan finì nel dimenticatoio. Per l’opinione pubblica, ma non di certo per sua madre che, per più di 30 anni, non ha mai smesso di cercarlo.
Con accurate indagini, portate avanti sin dal giorno del rapimento, si riuscì a risalire anche all’identità del rapitore: un certo Camilo Guzmán, sergente di polizia e amico del compagno della madre di Jonathan.
Nel 1994, anni dopo il rapimento, lo stesso Guzman confessò che aveva preso il piccolo su ordine, proprio, del compagno della donna: “È venuto a dirmi che mio figlio era stato portato negli USA, ma che era una buona cosa. Che sarebbe stato meglio lì che con me, dal momento che avrebbe vissuto in una famiglia ricca” – ha raccontato la donna.
La ricerca del fratello ed un test del DNA
Ma lei non ha mai perso la speranza di poter riabbracciare quel bambino e, la svolta è arrivata proprio grazie a Juan, uno dei fratelli di Jonathan. Con la volontà di cercarlo e riportarlo a casa, Juan è partito per gli Stati Uniti. Nel 2018, è riuscito ad entrare in contatto con una società di DNA chiamata “My Heritage”, che offre test di DNA a persone in cerca di un parente scomparso.
Juan decise di sottoporsi al test nella speranza che, prima o poi, qualcuno avesse risposto al suo appello. La risposta non tardò di molto ad arrivare: nel 2019, anche Jonathan si sottopone a questo test, e riceve una inaspettata mail: “Ciao Juan […] Sono stato adottato da un orfanotrofio in Colombia quando avevo 4 anni. Non ho una famiglia nota, il che è parte del motivo per cui ho fatto questo test. I risultati suggeriscono che sei il mio fratellastro, zio o nipote” – scriveva la mail.
L’incontro con la vera famiglia
Juan, con la gioia nel cuore, ha continuato a parlare con questo ragazzo, scoprendo piano piano, anche attraverso lo scambio di foto, che era lui il fratello che cercava da tanto tempo. Da lì, poi, la volontà di incontrarsi definitivamente. Incontro avvenuto, poi, nel gennaio del 2020.
“La prima volta che l’ho visto tremavo […] Ero in piedi con il cartello di benvenuto e mi sentivo come se stessi per svenire. È un miracolo perché visto dov’era è stato molto difficile trovarlo” – racconta la mamma del giovane.
Una luce di speranza mai spenta che, alla fine, ha riportato un figlio a ricongiungersi con sua madre.