I manichini dovranno tenersi sempre rigorosamente coperti, perché “la forma del seno, la forma del sedere, è contraria agli insegnamenti della Sharia”, ha aggiunto il capo della polizia.
In Nigeria, la polizia non gradisce i manichini femminili nei negozi d’abbigliamento. Il motivo? Incoraggerebbero l’idolatria, sgradita all’Islam. Le peculiarità che giungono dal mondo islamico sono sempre più numerose, bizzarre e, quasi sempre, inquietanti.
Succede, allora che in Nigeria, nello stato settentrionale di Kano, a maggioranza musulmana, nei negozi d’abbigliamento, i manichini abbiano fatto una strana fine. La polizia locale ha fatto quindi esporli ‘decapitati’, affinché non insorgesse l’equivoco dell’idolatria che offende pesantemente i seguaci di Maometto.
“L’Islam disapprova l’idolatria”, ha dichiarato alla BBC il comandante della polizia religiosa di Kano, Haruna Ibn-Sina, puntualizzando che un manichino “con la testa sembra un essere umano”.
Nemmeno esporli senza testa è sufficiente: i manichini dovranno tenersi sempre rigorosamente coperti, perché “la forma del seno, la forma del sedere, è contraria agli insegnamenti della Sharia”, ha aggiunto il capo della polizia.
Pur vigendo la legge islamica nello stato di Kano, la popolazione nel suo complesso sembra disapprovare il provvedimento. “Abbiamo ricevuto molte chiamate e messaggi da coloro che dicono di non essere d’accordo con l’ordinanza”, ha dichiarato Moses Ajebo, conduttore radiofonico particolarmente noto nella città di Kano.
Lo scorso anno, prima ancora di imporre il divieto, l’Hisbah (polizia religiosa dello stato di Kano) rasava i giovani che sfoggiavano acconciature ‘mohawk’ e li redarguiva se indossavano pantaloni a vita bassa.
La stessa polizia ha anche proibito un ballo popolare, proveniente dal Sudafrica, in cui i partecipanti, a un certo punto, si lasciano cadere tutti per terra.
Non è andato a buon fine, invece, il tentativo di vietare il Black Friday, ritenuto offensivo nei confronti del venerdì, giorno sacro per i musulmani. Altra pratica diffusa presso le forze dell’ordine fondamentaliste dello stato di Kano è quella di fermare e distruggere i camion che portano alcolici, anch’essi proibiti dalla Sharia.
L’approccio puritano intransigente e assai spesso violento dell’Islam si manifesta da almeno una ventina d’anni e vide il suo primo clamoroso episodio nei disordini scoppiati nel 2002 ad Abuja, quando la capitale fu designata come sede della finale del concorso di Miss Mondo. Per tre giorni la città fu messa a ferro e fuoco, con oltre 100 morti e più di 500 feriti, con il conseguente trasferimento della kermesse di bellezza a Londra.
L’instaurazione della legge islamica sul territorio nazionale sarebbe contraria alla Costituzione nigeriana, che, all’articolo 10, proclama il paese aconfessionale. In barba a tale principio, in dodici stati del Nord, vige la Sharia, mentre negli altri convivono, non senza qualche difficolta, la common law britannica e il diritto islamico.
Con il risultato che il fondamentalismo aggressivo e discriminatorio è sempre più in ascesa, e lo stato centrale, pur avendo le leggi dalla sua parte, non riesce (o forse non vuole) far nulla per fermarlo. [L.M.]
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