Nel manifesto il Santo Padre non viene mai nominato, ma si parla di discrepanza tra la dottrina tradizionale ed il relativismo odierno.
Il cardinale Mueller ha pubblicato un altro manifesto, in molti hanno riscontrato l’ennesimo tentativo di attaccare papa Francesco
Sin dall’abdicazione di papa Benedetto XVI e dalla conseguente elezione di papa Francesco, la frangia tradizionalista del Vaticano ha ritenuto le parole e le azioni politiche di Bergoglio contrarie alla dottrina. Lo scontro è giunto all’apice quando il papa ha pubblicato il documento post sinoidale ‘Amoris Laetitia‘. Nel trattato il pontefice ammette la possibilità che un divorziato e un adultero, dopo un percorso rieducativo e di riavvicinamento alla retta via possa prendere la comunione.
Secondo i cardinali che hanno firmato ai Dubia, tale posizione sarebbe propedeutica ad un cambiamento della dottrina sulle unioni matrimoniali. Ma una simile affermazione non è contenuta nell’Amoris Laetitia, dove l’unica unione lecita rimane il matrimonio e dove l’adulterio ed il divorzio rimangono peccati.
Nel nuovo manifesto del cardinale Muller, rappresentante della frangia oltranzista già pensionato dal Santo Padre proprio per la sua posizione sull’Amoris Laetitia, troviamo una nuova opposizione alla via intrapresa da Bergoglio: sebbene il papa non venga mai nominato.
Muller sofferma a lungo il suo ragionamento sulla legge morale insita nella dottrina cattolica. Questa, per il cardinale, non è un peso bensì una verità rivelatrice che non può essere soggetta a relativismi. Muller affronta quindi la posizione delle donne all’interno della Chiesa. Il suo pensiero nega la necessità di concedere loro il sacerdozio non per una questione di sesso, ma in virtù di una disposizione ultraterrena.
Il Cardinale Kasper ha commentato il documento. L’illustre teologo tedesco, riguardo le conclusioni del collega ha detto: “Se da una parte il Manifesto contiene alcune posizioni sulla fede, che ogni buon cattolico può affermare con tutto il cuore, dall’altro sottolinea con insistenza alcune verità che, così sentenziate, fanno svanire l’altra metà”.
Un commento che vuole far capire come le conclusioni a cui arriva Muller non sono poggiate su alcuna base dottrinale, ma sono posizioni personali assolutamente relative che non conducono ad alcuna realtà assoluta.
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Luca Scapatello
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