Sant’Egidio (640- 720, Atene) fu un eremita nelle terre della Gallia (Francia), fino al suo incontro con il Re dei Goti, Wamba.
La “Legenda Aurea” -la raccolta delle biografie dei Santi risalente al Medioevo- riporta che Sant’Egidio, in quei luoghi, si nutrisse solo del latte di una cerva. E, quando gli uomini di Re Wamba la inseguirono, durante una battuta di caccia, venne salvata proprio dal Santo, che si frappose tra essa e una freccia.
Sant’Egidio riportò una ferita alla gamba che gli valse, come risarcimento da parte del Re, alcuni territori. Li costruì, dunque, un Monastero di cui divenne Abate. Ora, il suo corpo riposa ancora in Francia, nella regione di Nimes, ma il suo culto si è diffuso in molti Paesi e paesini.
Latronico, in provincia di Potenza, ha avuto l’onore di ricevere un segno molto particolare da Sant’Egidio. E’ un dono che mostra la sua benevolenza e la protezione per i devoti.
Nella Chiesa del paese, si può ammirare una parete dedicata all’incontro tra il Santo e il Re Wamba.
Si tratta di un affresco risalente al XVIII secolo ed è il luogo in cui, ogni anno, si ripete il prodigioso evento. In uno dei Venerdì della Quaresima, il terzo o il quarto, la parete di riempie di un liquido inodore e incolore, di tantissime goccioline definite “Manna”.
La prima volta accadde nel lontano 1709, quando sia la parete della Chiesa che la statua di marmo del Santo (scolpita del 1570 e li presente) si cosparsero inspiegabilmente di quel liquido. Il popolo dei fedeli comprese subito l’importanza del prodigio, che si manifestava sotto i loro occhi increduli. Era la risposta alle tante preghiere che chiedevano protezione al Santo, perché li preservasse dalle calamità naturali, che si stavano verificando in quel periodo o che si temeva potessero accadere, da li a poco.
Il fenomeno, da allora, si manifestò ogni anno, indipendentemente dal periodo storico o dalle condizioni atmosferiche e, ancora oggi, si ripete identico.
Come succede spesso in questi casi, le autorità religiose del posto, invece, furono molto caute, prima di gridare al miracolo. Si dovette attendere il 18 Aprile del 1716, perché intervenisse il Vescovo e coinvolgesse la Santa Sede, perché si esprimesse in merito a ciò che accadeva nella Chiesa di Latronico.
Quel giorno, il miracolo fu inequivocabile: era un Mercoledì Santo e la Mamma fuoriuscì anche dalla barba della statua del Santo e fu talmente abbondante da non poter esser più ignorata.
Così, cominciò un’indagine che coinvolse molti testimoni della vicenda, fino a che, nel Febbraio del 1728, si diede ai fedeli il Licet Colligere Manna Quoties Casus Evenerit, ossia il permesso di raccogliere quella Manna, come benedizione di Sant’Egidio.
Nel secolo scorso, negli anni 1968/69 precisamente, quel liquido fu sottoposto ad accurate analisi, che confermarono quanto appurato in precedenza: non se ne conosce l’origine, ma è inodore e insapore e, col passare del tempo, può divenire color ambra.
La Manna ha mancato pochissimi appuntamenti, dal 1709 ad oggi: negli anni 1918 e 1944, 1961, 1990, periodi di guerre mondiali e di forte contrasto tra diverse Nazioni, e in questo 2020, anno della pandemia Coronavirus!
La Chiesa di Latronico è oggi una Basilica Pontificia minore, proclamata tale da Papa Paolo VI, nel 1971.
I fedeli che vi si recano, per assistere al miracolo della Manna, si fanno benedire con essa e ne portano un ricordo a coloro che non hanno potuto essere presenti, in bustine contenenti ovatta imbevuta. Intanto, le campane suonano per circa due ore, per annunciare la rinnovata protezione del Santo ai fedeli di Latronico e di tutto il mondo. L’1 Settembre, poi, giorno della commemorazione di Sant’Egidio, è festa Patronale, annunciata da una Novena sempre molto partecipata.
Antonella Sanicanti
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