Manuel Reato era ancora un bambino quando ha iniziato ad andare a Medjugorje.
Li la sua fede ha cominciato a lievitare, fino a farlo diventare un testimone instancabile del messaggio mariano.
Lui, che dalla nascita è costretto su una sedia a rotelle, ha poi studiato teologia. Ecco cosa raccontava qualche tempo fa, a Radio “Mir” Medjugorje:
“Sono venuto per la prima volta a Medjugorje nel 1990, avevo 10 anni. Ho sentito nel profondo del cuore la presenza della Gospa. Non sapevo il croato ed è stato difficile seguire tutto quello che è avvenuto qui. (…)
Manuel non ha mai smesso di andare a Medjugorje, dall’età di 10 anni
Dopo il primo pellegrinaggio a Medjugorje, decisi di continuare a pregare come avevo fatto a Medjugorje. Ho iniziato a pregare il Rosario ogni giorno, ad andare regolarmente a Messa, a pregare per la guarigione come si fa qui a Medjugorje e in particolare al venerdì l’Adorazione davanti alla Santa Croce”.
Poi, Manuel Reato ha cominciato ad andare a Medjugorje ogni anno ed ha incontrato anche padre Slavko. Era il periodo della guerra, per la Bosnia-Erzegovina.
“Una sera, fra Slavko ha detto che non potevamo salire sulla collina, perché c’era pericolo di bombardamenti, ma, quella stessa sera, lui fu il primo a salire e l’abbiamo seguito in molti.
Mentre salivamo, ho pensato che avrei anche potuto morire, ma nello stesso momento, ho sentito una voce nel cuore: “Non temere Io sono qui”. Ho riconosciuto che quella era la voce della Gospa. Naturalmente, la paura è svanita e non solo in quel momento quella sera, ma per sempre. Queste sono state le mie esperienze iniziali a Medjugorje”.
Poi, Manuel Reato è stato chiamato alla vita sacerdotale, dunque, ha intensificato la sua preghiera per esser certo della strada da percorrere con Cristo.
“Ogni volta affido alla Gospa l’anno che mi sta davanti e le dico: “Madre, aiutami!”. Lei veramente mi ha sempre aiutato. Prima di iniziare a studiare Teologia, dovevo finire la scuola e avevo grandi difficoltà. Sono venuto a Medjugorje e ho detto: “Gospa, se davvero vuoi che io diventi sacerdote, aiutami a prepararmi per il seminario”. L’anno dopo sono venuto a Medjugorje con risultati molto alti degli esami che dovevo sostenere, per potermi iscrivere a Teologia. Quindi, la Gospa mi ha dato la forza di affrontare e superare tutte le difficoltà e per questo le sono sempre grato”.
E lui ha ricambiato grandemente la presenza della Regina della Pace nella sua vita, poiché ha addirittura studiato il croato, per poter comprendere, tradurre e diffondere tutto ciò che imparava a Medjugorje.
“Ho cominciato a tradurre le omelie dal croato in Italiano, perché penso che sia importante che la gente capisca e anche i sacerdoti. Ciò che si insegna qui a Medjugorje non è nulla di strano o di nuovo. Qui soltanto si mostra che Gesù è vivo e per questo, in questo luogo, molti giovani di tutto il mondo decidono di seguire Gesù e di dargli la propria vita. A Medjugorje si può dire: “Gesù è vivo!”. Questo è tutto ciò che la Gospa desidera dirci: Gesù è vivo.
(…) Senza Medjugorje di sicuro oggi non sarei la persona che sono. Desidero dire a tutti i giovani handicappati che Dio è Onnipotente. Non abbiate paura di Dio e non arrabbiatevi con lui! Lui vi aspetta, vi offre la sua mano, vuole prendervi per mano e desidera fare di voi un esempio e un segno per tutto il mondo. Quando siete in difficoltà, prendete per mano Maria, nostra Madre, la nostra Gospa, e vedrete e sperimenterete che davvero è come la Gospa ci dice nei suoi messaggi: che Lei è nostra Madre, è con noi, ci ama e intercede per noi”.
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Antonella Sanicanti
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