L’Associazione Esorcisti Italiani ha di recente perso il suo fondatore e fonte di ispirazione (Padre Amorth è scomparso lo scorso settembre), ma il suo ricordo vive in tutti quelli da lui ispirati che continuano il lavoro da lui cominciato, il più famoso dei quali è forse Padre Cesare de Meo.
Questa breve introduzione ci serve per parlare della storia di una donna liberata tramite un’esorcismo fatto da Padre Cesare, la sua storia ci giunge tramite il racconto del giornalista cristiano Gianni Svaldi, uno che come noi si è chiesto chi potesse incarnare il ruolo di successore di Padre Amorth e che tramite questa ricerca è arrivato alla storia di questo esorcismo che risale addirittura al 1995.
Il clero prende conoscenza della possessione di Maria (così ha chiesto di essere chiamata in onore della Madonna a cui è devota) nel 1993, la famiglia aveva fatto tutti gli accertamenti medici necessari per escludere un caso di malattia mentale ed in seguito si era rivolta al vescovo di Bari (città natale della ragazza). Questo, dopo aver preso contatto con la giovane, era giunto alla conclusione che ci fosse bisogno di un esorcista esperto, così, si decise a scrivere a Padre Cesare.
La possessione di Maria era cominciata qualche anno prima (a cavallo tra gli anni ottanta ed i novanta) quando a 16 anni, in compagnia delle sue amiche si divertiva a giocare con l’evocazione degli spiriti. Da quelle sedute è emerso il demone che scelse come interlocutore primario proprio Maria, prima si finse uno zio defunto anni prima, ma un giorno decide di manifestarsi prendendo per la prima volta il controllo della ragazza: “Mi diceva con le lettere e il bicchiere che mi voleva bene, che mi stava vicino, a me piaceva, sino a quando dalle lettere uscì “io ti amo, io ti amo”. A quel punto fui sbattuta contro il muro da una forza disumana e mi uscì la bava dalla bocca”. Traumatizza, la giovane Maria si recò dal sacerdote della sua parrocchia, ma questo ha minimizzato l’accaduto e le ha detto che doveva solo pregare per liberarsi dell’infestazione.
Il sacerdote si sbagliava, gli episodi di possessione erano sempre più frequenti e potenti, il diavolo aveva ormai il pieno possesso di Maria. I suoi amici e parenti le raccontavano che parlava con una voce da uomo e che bestemmiava, ma lei ricorda solo che in quei momenti si trovava all’inferno in compagnia di demoni che ne abusavano sessualmente e la torturavano, lo scopo del Demonio era quello di farle rinunciare alla sua anima. I genitori hanno smesso di lavorare per starle accanto, speso milioni di lire per pagare specialisti e persino viaggiato fino al Vaticano per ricevere la benedizione di Papa Giovanni Paolo II. Il padre di Maria racconta di quel periodo con estremo dolore e non ha dubbi sulla possessione: “Sono sicuro di quello che ho visto, le ho visto sollevare me che all’epoca pesavo 80 chili come se niente fosse e scaraventare due vasi da 50 chili a metri di distanza. No, non ho dubbi”.
Ne la benedizione, ne gli esorcismi svolti per due anni da Padre Cesare in Chiesa ebbero effetto, il sacerdote allora si è visto costretto il 31 gennaio del 1995 a fare visita alla stanza ed all’ufficio di Maria per esorcizzare anche i luoghi in cui viveva e lavorava. Da quel momento in poi quella presenza ha smesso di tormentare la donna e le ha permesso di vivere una vita piena e soddisfacente (Maria adesso ha un lavoro stabile e una famiglia propria). Il successo di queste estenuante cammino Maria lo attribuisce ai suoi familiari, all’amore ed alla devozione che hanno dimostrato per aiutarla in quel momento: “L’amore di mia madre, mio padre e dei miei amici mi ha salvata”.
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