Nel Concilio Vaticano II, leggiamo: “Nella vita pubblica di Gesù la madre sua appare distintamente fin da principio, quando alle nozze in Cana di Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a dar inizio ai miracoli”.
Maria accetta l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele, si fa portatrice del dono di Dio, ossia del Figlio suo che determinerà la salvezza del mondo, e, da qual momento, diviene parte della storia dell’umanità, della nostra storia, come già si prefigurava nel progetto divino, sin dalla notte dei tempi.
Come a Cana, alla prima dimostrazione pubblica del potere di Cristo che sostiene chi è in difficoltà, la Madre celeste sorveglia i suoi figli bisognosi e domanda al suo Figlio divino di aiutarli nella difficoltà di ogni giorno.
La sua intercessione è incessante ed ha attraversato la storia e il tempo, per dire, anche oggi come ieri, che possiamo e dobbiamo affidarci al Figlio di Dio, nostro Signore Gesù Cristo.
Ribadisce il Concilio: “E questa maternità di Maria nell’economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell’Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, (…) con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna”.
In tutte le apparizioni della Vergine alle genti, a Fatima come a Medjugorje, a Lourdes come a Amsterdam (per citare solo alcuni dei luoghi più rinomati), Maria avverte, annuncia, conforta su quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento, da figli suoi e fratelli del Redentore.
E’, allora, semplicemente naturale pensare a lei come la Madre che abbraccia tutti noi, che ci rimane accanto e ci protegge, dal momento in cui veniamo al mondo, fino alla morte.
“Cari figli! Oggi vi porto mio Figlio Gesù, affinché vi doni la Sua pace e la Sua benedizione. Figlioli, vi invito tutti a vivere e testimoniare le grazie e i doni che avete ricevuto. Non temete! Pregate affinché lo Spirito Santo vi dia la forza di essere testimoni gioiosi e uomini di pace e di speranza. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”, dice la Madonna in un dei suoi ultimi messaggi, rivelati ai veggenti di Medjugorje, ad esempio.
E la sua benevolenza nei nostri confronti non intacca, non rallenta o impedisce assolutamente l’opera del Figlio, ma anzi lo coadiuva fortemente: “Uno solo è il nostro mediatore, secondo le parole dell’Apostolo: “Poiché non vi è che un solo Dio, uno solo è anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso in riscatto” (1 Tm 2,5-6). La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l’efficacia. Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini (…) non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti con Cristo, anzi la facilita”, dice ancora l’ultimo Concilio.
Alle apparizioni di Amsterdam, come Signora di Tutti i Popoli, la Madonna si è definita Corredentrice, Mediatrice e Avvocata, promettendo la sconfitta definitiva del demonio, sotto quel Nome.
Maria, obbediente e previdente
In questo modo, la figura di Maria rimane quella della serva fedele e disponibile a fare la volontà del Padre, come aveva fatto sin dal primo momento, ma cooperatrice attiva del progetto di Dio per noi, che vuole accompagnare ogni figlio nel suo personale e difficoltoso cammino di conversione e di fede, verso la santità.
Paolo VI, proprio durante il Concilio Vaticano II, chiamò Maria “Socia Mediatoris”, ossia partecipe dell’azione mediatrice di Cristo.
Maria, Madre di Gesù Cristo, è, di conseguenza, Madre del suo Corpo Mistico, cioè della Chiesa nella sua totalità, titolo a lei attribuito ufficialmente al Concilio Vaticano II (Maria Madre della Chiesa).
Se Maria è Madre di tutta la Chiesa, è, dunque, Madre di ognuno di noi, che siamo membra del Corpo Mistico di Cristo: “A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, noi proclamiamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei Pastori, che la chiamano Madre amorosissima; e vogliamo che con tale titolo soavissimo d’ora innanzi la Vergine venga ancor più onorata ed invocata da tutto il popolo cristiano”, proclamò all’epoca Papa Paolo VI.
Come leggiamo nelle litanie, gli appellativi di Maria sono innumerevoli; a lei possiamo ispirarci in grazia, purezza, obbedienza, tenacia, intelligenza, fedeltà, saggezza; tramite lei possiamo essere soccorsi nella prova, consolati, guariti, diretti, protetti contro il male, perché possiamo giungere un giorno ad attraversare la porta del cielo.
Nel corso della storia della chiesa, per Maria sono stati enunciati 3 diversi dogmi: come sempre Vergine (ossia Madre partoriente di Gesù, pur non avendo mai conosciuto uomo), come Immacolata Concezione (ossia concepita senza peccato originale, che invece accomuna ogni altro uomo) e come Assunta in corpo e spirito al Cielo (dopo il temine della sua vita terrena).
E’ oggetto tutt’ora di discussione un quarto dogma, quello esplicitamente chiesto dalla Madonna, per bocca della veggente Isje (Ida) Johanna Peerdeman ad Amsterdam (apparizioni riconosciute veritiere): “Di’ ai vostri teologi che essi possono trovare tutto nei libri. Non porto nessuna nuova dottrina. Porto adesso gli antichi pensieri”.
Secondo questo messaggio, del 4 Aprile del 1954, la Vergine chiese di essere proclamata come “Maria corredentrice del genere umano”.