Marina Nalesso, giornalista del Tg1, è stata duramente attaccata per l’abitudine di indossare la croce al collo durante le dirette televisive. A difenderla ci hanno pensato i giovani ebrei italiani.
Marina Nalesso, giornalista del Tg1, è stata vittima degli attacchi dei laicisti per l’abitudine di portare il crocifisso al collo anche durante le dirette del telegiornale. L’esposizione della croce è stata vista come l’imposizione di un messaggio unidirezionale che potrebbe essere visto come una discriminazione nei confronti delle persone che praticano culti diversi dal cristianesimo. Una polemica sterile e priva di fondamento a cui la giornalista non si è piegata continuando ad indossare il crocifisso come segno della propria devozione a Gesù Cristo.
Quando è nata la polemica sul crocifisso (due anni or sono) la Nalesso aveva risposto in maniera pacata, difendendo la propria posizione e la propria convinzione: “Sono felice, umilmente, sono stata semplicemente lo strumento e l’occasione per parlare di Lui. Questo per me è il più grande segno d’amore che esista al mondo. Quando una persona dà la vita per salvare un’altra vita, noi giornalisti lo innalziamo come eroe e santo. Ma non capiamo che c’è stata una persona che ha dato la sua vita per la nostra salvezza. Sono felice perché in tutto il mondo si è parlato di nuovo di Gesù Cristo, del suo sacrificio, del senso che ha portare questo simbolo”.
Sebbene nel corso di questi due anni sono continuate le polemiche da parte di chi sostiene che sulla televisione pubblica non si possa fare sfoggio di una fede piuttosto che di un’altra, la Nalesso non ha mai cambiato idea ed in una recente intervista ha spiegato come non si possa nascondere la propria fede quando la si possiede, perché essa permea ogni giorno della vita ed ogni gesto compiuto dal credente.
L’appoggio alla giornalista è arrivato dal vice presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Ruben Spizzichino, che sulla questione ha twittato: “Polemica assurda sulla giornalista di Raiuno, Marina Nalesso, rea di indossare il crocifisso in diretta tv”, quindi ha aggiunto: “In quanto ebreo non colgo l’offesa. Quando il laicismo diventa l’unica religione consentita e non gradisce concorrenza”.
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Luca Scapatello
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