Marthe Robin, rimane un mistero grande per tutti, la sua straordinaria vita di mistica e di anima
Nata a Châteauneuf-de-Galaure (Drôme) , nel sud est della Francia, Marthe Robin era la sesto genita di Joseph Robin e Amélie Célestine Chosson. Questa umile famiglia contadina viveva un’esistenza votata alla semina ed al raccolto ed affidava le proprie sorti ad una fede incrollabile in Dio. Fu dunque una logica conseguenza che Marthe venne battezzata a pochi giorni dalla nascita.
L’infanzia e l’adolescenza di Marthe furono ricche e felici, la ragazza cresceva in altezza e bellezza con una particolare predisposizione per i lavori ad uncinetto. Poi nel novembre del 1918, quando aveva appena 16 anni, cadde a terra e non riuscì più a rialzarsi, era l’inizio di una patologia misteriosa che i medici definirono “Encefalite Letargica“. Marthe Robin rimase in coma per quasi 3 anni (fino all’aprile del 1921), poi si svegliò e comincio a riprendere tutte le attività che aveva condotto prima di cadere nel lungo sonno: aiutava la madre nelle faccende di casa, cuciva, e badava agli animali con l’ausilio di un bastone. Sembrava che la sua sofferenza fosse finita, ma qualche mese dopo accusò forti dolori alla schiena, perse l’uso delle gambe e venne colpita da violente emorragie.
Nel 1926 la povera Marthe subì un ulteriore peggioramento: le emorragie erano più frequenti e corpose, tutto ciò che mangiava veniva rigettato e non aveva le forze per alzarsi dal letto. Si pensò che fosse arrivata la sua ora e le venne data l’estrema unzione. Ma la sua sofferenza ed il suo compito sulla terra non erano finiti: in un sogno le apparve Santa Teresa de Lisieux la quale le disse che non era ancora il momento di ascendere in cielo e che per lei Dio aveva un compito speciale.
Nel 1928, quando Marthe aveva 26 anni, sopraggiunse la paralisi totale del suo corpo. La ragazza non mangiava né beveva e scriveva le lettere con l’ausilio della bocca. Idratata con fazzoletti imbevuti di acqua o caffè, la mistica si cibava quotidianamente di sola Eucaristia, la quale secondo i racconti non veniva ingerita ma spariva letteralmente a contatto con le sue labbra. Una notte Gesù le apparve in sogno e le chiese se volesse essere con lui e lei gli rispose: “Il mio io sei tu. La mia vita sia la riproduzione perfetta e incessante della tua vita”.
Per 50 anni, dal suo letto di sofferenza, Marthe diede consiglio ed ispirazione a tutti coloro che lo chiedevano. Dalla mistica giunsero anche personalità influenti della Francia come il generale De Gaulle, ma sopratutto a cardinali, vescovi e religiosi in cerca di un consiglio. Pare che avesse il dono di comprendere i cuori delle persone e la capacità di vedere al di fuori della sua stanza sia il presente che il futuro. Di lei scrisse il filosofo francese Jean Guitton: “Mia moglie diceva: ‘Altrove non ci sono che problemi, ma da lei non ci sono che soluzioni, perché si mette allo stesso tempo al centro del cielo e al centro della terra’”. Marthe Robin morì da sola nel suo letto nel 1981. Il suo processo di beatificazione cominciò nel 1988 e si concluse (a livello diocesano) nel 1996.
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