La sempre bella Martina Colombari, ex Miss Italia e moglie dell’ex calciatore di Milan e nazionale Alessandro “Billy” Costacurta, ha concesso un’intervista ad ‘Aleteia‘ durante la quale ha dichiarato che per lei la vita assume senso solo quando ci si spende per gli altri e che è necessario che l’uomo venga rimesso al centro. Affermazioni queste che ricordano da vicino quelle di papa Francesco sulla carità e la misericordia e che fanno di Martina una donna di grande fede anche se si definisce “Non praticante”.
La prima parte dell’intervista si è soffermata sul concetto di femminilità e bellezza, quindi si è passati a parlare della maternità, evento chiave della vita di tutti e di quella di Martina che ancora oggi rivive con piacere tutti i momenti della gravidanza, del parto e della crescita del figlio Achille. Se devo scegliere un punto dell’intervista che mi ha colpito è proprio quello in cui l’ex Miss Italia parla della maternità: “Ho vissuto la maternità in maniera bellissima! Diventare mamma è stata un momento splendido della mia vita. È ovvio che nessuno ti prepara, non sai come sarà quando da due si diventa tre. Ma è anche sbagliato cadere nell’errore che facciamo tutte di paragonare la vita da genitori a quella di prima. Se accetti il cambiamento, vivi la bellezza della maternità con serenità. Se vuoi tornare a tutti costi quella che eri, riavere quello che avevi e continui a fare confronti avrai problemi e non godrai di ciò che hai”. Parole che possono servire da lezione a quelle madri che rimpiangono uno dei momenti più belli della loro vita perché troppo impegnate a pensare a se stesse.
Negli ultimi 10 anni Martina Colombari si è distinta non solo per la sua carriera ma anche per la sua attività di volontariato con la Fondazione Rava e con l’Ordine di Malta. La modella spiega di aver capito ad un certo punto della sua vita che la sua vita era perfetta così com’era e le è venuto il desiderio di aiutare chi invece non godeva della stessa fortuna. L’incontro con la Fondazione Rava è stato decisivo per mettere a frutto questo desiderio, si è offerta di fare da testimonial ma questo non le bastava a suo avviso una volta che ti spendi per un’associazione umanitaria devi essere anche un volontario e così è cominciata la sua esperienza di volontariato.
Anche in questa parte dell’intervista c’è una frase che mi ha colpito ed è la seguente: “La vita ci è stata donata per portare frutto e quando non ci saremo più sarà negli altri che si vedranno i frutti di ciò che abbiamo fatto nella nostra esistenza”. Parole profonde che danno un’idea di quanto sia sincera la sua azione in favore dei meno fortunati e che mostrano anche quanto abbiano fatto breccia nel suo cuore gli insegnamenti di Dio, inevitabile infatti è stata la domanda sulla sua fede in Dio e questa è stata la sua risposta: “Credo ma non sono praticante. Il mio parroco di Riccione ha sposato i miei nonni, i miei genitori, me e mio marito, e ha battezzato anche mio figlio. Dico sempre che se ci fossero più don Giorgio in Italia e nel mondo saremmo tutti più credenti. Mi piacciono le sue prediche, rende concreta ogni omelia, la contestualizza, rende vivo ogni brano della Bibbia e del Vangelo, lo rende vicino, diventa molto pratico”.
Luca Scapatello
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