Sono sempre più numerosi i sacerdoti che in questi giorni stanno perdendo la vita a causa del Coronavirus. Uomini che hanno vissuto la loro missione fino in fondo, per questo sono i nuovi Martiri di questa emergenza.
Si parla di almeno una cinquantina di religiosi, passati alla maggior gloria del Signore in queste ultime tre settimane. Un numero, purtroppo, che pare essere impreciso, per difetto. Non tutti i nomi infatti sono stati ancora comunicati. Una sofferenza immane che si aggiunge a quella di ormai migliaia di uomini e donne che sono venuti a mancare nell’isolamento dei ricoveri ospedalieri. Talvolta persino nelle proprie abitazioni, senza nemmeno rientrare nelle statistiche ufficiali.
A questi si aggiungono i membri delle famiglie religiose, come spiega il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire. “5 missionari saveriani morti nella casa madre di Parma, i due orionini a Tortona, un comboniano ieri a Milano, il monaco cistercense di origini eritree deceduto nell’abbazia di Chiaravalle della Colomba, nel Piacentino”.
Tra le diocesi, “17 sacerdoti sono deceduti a Bergamo, 6 a Piacenza e Parma, 4 a Cremona e Milano, 3 a Brescia, uno a Lodi, Trento, Bolzano, Reggio Emilia, Casale Monferrato, Tortona, Salerno e Ariano Irpino”.
Sacerdoti che hanno nomi, volti, storie a loro modo indelebili in tutte le comunità locali di cui hanno fatto parte. Citandone soltanto alcuni: don Paolo Camminati, 53 anni, parroco di Nostra Signora di Lourdes a Piacenza e assistente diocesano dell’Azione Cattolica, con il suo impegno per i lavoratori poveri, per gli anziani soli, con la sua “chitarra sempre pronta”, “uomo dal pensiero ragionato”, inventore del “Tour de Vie” e delle “Soste dello Spirito”. Collaboratore dello stesso quotidiano Avvenire, in particolare nelle pagine dedicate ai giovani.
Poi c’è don Franco Carnevali, nato nel ’52, prevosto di Gallarate, vicario episcopale della Zona VI di Melegnano e parroco della comunità pastorale Santissima Trinità d’Amore di Monza, assistente dell’Azione Cattolica diocesana, è morto all’ospedale di Monza per Coronavirus. Mercoledì sera don Davide Milani celebrerà una una Messa di suffragio a porte chiuse nella Basilica di San Nicolò, per don Franco e tutti i lecchesi defunti in questi giorni.
A Milano, il 22 marzo all’età di 76 anni, è venuto a mancare don Giancarlo Quadri, a causa del coronavirus. Ex responsabile della Pastorale dei migranti dell’arcidiocesi, già missionario in Africa, prima come fidei donum nello Zambia poi come cappellano delle comunità italiane in Marocco e in Gran Bretagna, infine a Bruxelles. Viene ricordato come un padre attento ai bisogni di tutti, promotore di occasioni di dialogo con i musulmani. Dalla “fede semplice e granitica che lo animava”, e con la quale “contagiava coloro che lo incontravano”.
La Diocesi di Bergamo ha pagato il conto più salato, con 17 vittime. Tra queste, don Fausto Resmini, “prete degli ultimi” originario di Lurano nella Bassa bergamasca, “impegnato da sempre con carcerati, giovani fragili e donne vittime di tratta”. Si è ritirato alla casa del Padre nella notte tra domenica e lunedì, a 67 anni, all’ospedale di Como. Dal 1992 era cappellano del carcere di Bergamo. Inoltre a Sorisole, nell’entroterra bergamasco, ha fondato la Comunità don Milani, “dedicata al recupero di minori difficili”.
Perdite strazianti che testimoniano come la Chiesa possa vivere e testimoniare la sua Parola, purtroppo, talvolta fino al martirio. Il più giovane di questi nuovi Martiri della Chiesa aveva 45 anni, ed era di Ariano Irpino, mentre invece il più anziani ne aveva ben 104 e dirigeva una casa d’accoglienza per gli ultimi.
Religiosi che per tutta la vita hanno scelto di stare dalla parte degli ultimi e in mezzo alla gente, al loro popolo cristiano, come veri pastori. Hanno continuato senza esitazioni a visitare anziani e malati, benedendo le salme in giorni di grande dramma, in cui nemmeno i funerali sono concessi. Si trovavano tra i poveri e i contagiati, con la mascherina in volto e i guanti che sorreggevano la Bibbia, il crocifisso e il rosario. Segno della loro appartenenza, che è vocazione e missione, tutta donata in Cristo. Alcuni, scrive Avvenire, sono stati uditi sostenere i medici che li curavano, leggendo loro la Parola. Immagini strazianti, che portano le lacrime agli occhi di tutti noi.
L’elenco è così lungo che assomiglia a una preghiera. Per questo vale la pena riportarlo, affinché ognuno di noi possa ricordarli nel nostro quotidiano. Consapevoli della più grande speranza cristiana, vale a dire del fatto che ora possano finalmente incontrare il Padre che per tutta la loro esistenza terrena hanno amato e servito.
Don Fausto Resmini, Monsignor Tarcisio Ferrari, Don Mariano Carrara, Monsignor Achille Bellotti, Don Tarcisio Casali, Don Silvano Sirtoli, Don Giancarlo Nava, Don Giuseppe Berardelli, Padre Giosuè Torquati, Don Umberto Tombini, Don Gaetano Burini, Don Remo Luiselli, Don Piero Paganessi, Don Enzo Zoppetti, Monsignor Francesco Perico, Don Adriano Locatelli, Don Guglielmo Micheli, Don Giorgio Bocchi, Don Pietro Montali, Don Andrea Avanzini, Don Fermo Fanfoni, Don Giuseppe Fadani, Don Franco Minardi, Don Albino Aglio, Monsignor Vincenzo Rini, Monsignor Giuseppe Aresi, Monsignor Mario Cavalleri, Don Marco Barbetta, Don Luigi Giussani, Don Alessandro Brignone, Don Ezio Bisiello.
Giovanni Bernardi
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