Nelle scorse settimane è diventato virale il video della vergognosa aggressione di massa verso gli agenti della polizia. Sedici di loro sono stati trovati.
Sempre più spesso la cronaca ci riporta casi di violenze giovanili, verso gli altri, talvolta anche verso le autorità, fuori da una discoteca di Marina di Carrara. Quelle immagini, risalenti in precisione al 23 agosto, chiunque le ha viste le conserverà certamente di fronte ai propri occhi.
Il video vergognoso di Marina di Carrara che ha fatto il giro della rete
Gli agenti erano intervenuti in un primo momento per sedare una rissa scoppiata di fronte a una discoteca da ragazzini esagitati e violenti. Appena arrivati i poliziotti, dopo avere diviso i due, sono stati aggrediti verbalmente e fisicamente da uno dei ragazzi che stava partecipando direttamente alla rissa. Un gesto criminale che ha portato gli agenti a doverlo arrestare nel momento stesso.
Subito dopo però, la folla di ragazzi pronti per entrare in discoteca hanno cominciato ad attaccare gli agenti. Scatenando una vera e propria baraonda, in cui gli sportelli delle auto della polizia venivano tenuti aperti impedendogli di partire.
La Polizia ha identificato sedici ragazzi. A casa avevano droga
Gli operatori del commissariato di Carrara vennero così duramente accerchiati e aggrediti da una folla di ragazzi. Che hanno cominciato a bersagliarli di colpi, sputi, lanci di oggetti. Così finalmente è arrivata la svolta nelle indagini che ovviamente sono partite la sera stessa da parte della polizia, grazie anche al video che ha cominciato a circolare in rete rendendo noto a tutti l’episodio, e facendo prendere posizione anche ad alcuni politici.
Oggi, all’alba, gli agenti di Massa Carrara hanno eseguito diverse misure cautelari emesse dal giudice dopo le indagini preliminari del Tribunale di Massa. Queste hanno colpito i responsabili dell’aggressione al personale delle volanti. I provvedimenti riguardano l’obbligo di permanenza nel proprio domicilio, la presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di firma.
I reati sono danneggiamento, ricettazione, violenza contro la Polizia
Ai ragazzi sono contestati i reati di danneggiamento, ricettazione, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, tutti aggravati dalla circostanza di aver commesso il fatto in concorso con più di dieci persone, come spiega il comunicato emesso dalla Questura di Massa. Le misure cautelari emesse dal Giudice sono in tutto sedici. Di questi, dodici sono obblighi di dimora e quattro sono obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, tutti residenti nella zona e con un’età compresa tra i 18 e i 32 anni, tra cui ci sono anche tre ragazze.
Durante le perquisizioni domiciliari, sono stati trovati a casa di uno degli indagati anche i guanti rubati ad uno degli agenti durante l’aggressione, quasi come se fossero un trofeo da tenere nella propria abitazione per esibirlo. Nelle altre abitazioni, invece, sono state sequestrate alcune dosi di hashish e marijuana.
La Polizia ha ricostruito i fatti grazie ai filmati diffusi sui social
La possibilità di ricostruire e documentare la dinamica dei fatti, oltre che di identificare gli indagati delineandone le condotte illecite, è avvenuta grazie ai filmati diffusi sui social network.
Al di là della giusta fine della vicenda, sicuramente resta l’amaro in bocca per la testimonianza di maleducazione, violenza e degrado ormai intrinsecamente parte della nostra società. I ragazzi, privi di alcuna educazione sociale, quella che un tempo era in capo alle parrocchie ma che ora, purtroppo, sono sempre meno frequentate, sono lasciati abbandonati a sé stessi.
I nostri ragazzi vittime di spirali di violenze in cui diventano attori
Così, finiscono sempre più nel mezzo di una spirale di violenza dove loro sono, in qualche modo, allo stesso tempo vittime e colpevoli. Vittime di una società e di una cultura sempre più priva di riferimenti morali, valoriali. In cui praticamente una famiglia su due, come dicono le statistiche, tende a dividersi.
In cui la fede, l’educazione, il rispetto del prossimo sono ormai messi ai margini, in disparte, visti come elementi che fanno parte del bagaglio di un perdente. Al contrario, chi ruba, chi è violento, chi cerca in tutti i modi di sopraffare il prossimo, diventa a suo modo un vincente.
Quei giovani sono il triste volto di una società ormai allo sbando
Una società in cui per i giovani è la normalità fare uso di droga, fare sesso, stare a spasso fino a tarda notte senza una meta, ascoltando musica assordante, sfrecciando con le proprie automobili a tutta velocità, mettendo in pericolo la propria salute e quella del prossimo. Come si è arrivati a tutto ciò, ci si dovrebbe chiedere. Chi tiene le redini della società, culturali, educative, politiche, ha interesse a vedere una società in completo sfacelo?
Siamo veramente vittime di un piano organizzato per distruggere ogni valore culturale? Oppure siamo solo vittime dei nostri peccati, delle nostre colpevolezze e mancanze, anche di educatori? Dell’incapacità di rimboccarci le maniche, di fare sentire la propria voce, chi combattere contro ogni ideologia mortifera che inneggia alla violenza e alla ribellione piuttosto che alla comprensione, all’amore reciproco, all’impegno, al sacrificio, al buonsenso?
Preghiamo il Signore per il ritorno dei valori nella nostra società
Triste vedere che non ci si interroga, chiaramente e ogni giorno, su tutto questo. Vogliamo veramente continuare ad andare tutti in questa direzione? Preghiamo per i nostri giovani e per la nostra società, sempre più votata allo sfacelo e all’autodistruzione.
Preghiamo il Signore per il ritorno dei valori umani, di rispetto del prossimo, e religiosi, di abbandono all’amore di Dio che ci trasfigura. Rendendo i suoi figli anche bravi cittadini, la cui legge imperante è quella dell’Amore e non dell’odio. Della concordia e non della violenza. Di una vita buona e piena, e non di un’esistenza vuota e votata al nulla.
Chiediamo al Signore la forza di combattere ogni giorno per testimoniare la Sua parola contro il male che, sempre più, inganna gli uomini e le donne, partendo dai più giovani.
Giovanni Bernardi