Erika de Nardo: dal Massacro di Novi Ligure alla sua nuova vita

Una degli artefici del massacro di Novi Ligure, Erika De Nardo, ha scontato la sua pena ed ora grazie anche a Don Mazzi ha cambiato vita e la sua storia.

Erika de Nardo

Erika ed Omar, entrambi minorenni, nel 2001 hanno violentemente ucciso la madre ed il fratello undicenne di lei con molteplici coltellate. 

Il massacro di Novi Ligure

Il duplice omicidio di Novi Ligure compiuto da Erika De Nardo e Omar Favaro è uno di quei fatti di cronaca difficili da dimenticare. I due ragazzi, entrambi 16enni all’epoca, hanno progettato e messo in atto un vero e proprio massacro ai danni dei familiari della ragazza. I due adolescenti si sono scagliati prima contro Susi Cassini, uccidendola sul pavimento della cucina, quindi hanno ucciso anche Gianluca, che nel frattempo si era nascosto in bagno.

Ciò che colpi, oltre alla ferocia dell’assassinio (96 coltellate), fu la lucidità con la quale Erika cercò di nascondere le tracce. Proprio la ragazza chiamò i carabinieri per denunciare l’aggressione e la morte dei suoi familiari. Sostenne che degli sconosciuti erano entrati in casa e che lei era riuscita a salvarsi per miracolo. Ma i dubbi furono da subito forti e vennero confermati da una ripresa in cui Erika mimava il gesto delle coltellate e cercava di tranquillizzare il complice.

Il percorso di recupero di Erika De Nardo con Don Mazzi

I due vennero condannati per omicidio intenzionale dal Tribunale dei minori di Torino e successivamente dalla Cassazione. Erika venne condannata a 16 anni di reclusione e Omar a 14. Per entrambi la pena si è ridotta nel tempo per buona condotta e per effetto dell’indulto. Omar sconta 9 anni, si trasferisce con la famiglia ad Acqui Terme e si rifà una vita in Toscana. Erika sconta 10 anni di carcere durante i quali entra nella comunità Exodus di Don Mazzi, ottiene il diploma ed una laurea in Filosofia con 110 e lode.

Nel contempo, seguita da Don Mazzi, la ragazza compie anche un percorso interiore di pentimento e redenzione, attraverso preghiera e volontariato. Per qualche tempo la giovane ha continuato a collaborare con Don Mazzi anche dopo la scarcerazione, ma in seguito ha deciso di cambiare vita. Adesso, spiega il sacerdote, è convolata a nozze ed è una persona nuova. Su di lei questo ha detto: “Ha maturato la giusta consapevolezza sulla tragedia, quella che permette di continuare a vivere. Il padre è stato molto importante in questo processo”.

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Luca Scapatello

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