La storia di questo uomo che aveva aderito alla Massoneria e che è poi divenuto un eletto di Dio, mostra come la misericordia del Signore sia infinitamente più potente di ogni male, offrendo una testimonianza destinata a segnare tanti del profondo.
Molti conoscono la pratica dei “Primi venerdì” ma pochi sanno che questa ha un legame con un uomo che era strettamente legato al male della Massoneria ma che grazie all’amore di Dio ne uscì al punto vivere esperienze di fede estremamente potenti.
La pratica dei “Primi venerdì”
La pia pratica dei “Primi venerdì” nacque infatti proprio per dare la possibilità a tante anime di compiere un atto di riparazione dei propri peccati, anche i più dolorosi e miseri, proprio nel giorno in cui si ricorda la morte in Croce di Cristo.
Questa particolare devozione richiede infatti alcune condizioni affinché venga soddisfatta. Queste sono il bisogno di comunicarsi ogni Primo Venerdì del mese, per nove mesi consecutivi senza alcuna interruzione, e infine che la Santa Comunione si riceva bene.
Riuscire a vivere questa condizione di fede permette quindi di essere in Grazia di Dio, grazia al ricevere Gesù con la Santa Eucarestia, e preferibilmente ricorrendo prima al Sacramento della Confessione con cui chiedere al sacerdote l’assoluzione dalle proprie colpe.
Il massone vide qualcosa di incredibile
A seguire questa pratica fu la cognata di un professore già da tempo iscritto alla Massoneria, un uomo incredibilmente ostile alla fede e alla religione in generale. Quell’uomo, nel momento in cui arrivò a un momento prima di morire, aveva la bombola di ossigeno attaccata che gli permetteva di respirare.
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Il medico aveva preannunciato per lui poco tempo di vita. In quel momento la cognata, che era particolarmente devota al Sacro Cuore, ebbe tuttavia un’importante ispirazione, che fu quella di mettere un’immagine di Gesù di fronte al moribondo.
Per rendergliela visibile, la attaccò allo specchio di un armadio. Si trattava di un’immagine molto bella a cui era legata una benedizione molto speciale. Il racconto dello stesso professore lo testimoniò con forza.
Da quel momento visse una grande conversione
Raccontò infatti che quella notte mentre stava molto male, e stava pensando già alla sua fine, il suo sguardo si posò proprio su quella immagine che aveva davanti, e all’improvviso quel volto cominciò ad animarsi. Gli occhi di Gesù, come se fossero vivi, cominciarono a fissarlo.
Gesù cominciò addirittura a parlargli. “Sei ancora in tempo. Scegli: o vita o morte!”, gli disse. L’uomo, confuso, rispose: “Non saprei scegliere!”. “Allora scelgo io: Vita!”, rispose Gesù. L’immagine tornò allo stato normale, l’uomo continuò a vivere ma dal giorno dopo ebbe una fortissima conversione.
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L’uomo lasciò la massoneria, si confessò e ricevette i Sacramenti. Visse per altri due anni in grazia di Dio, e la sua testimonianza arrivò fino alla cognata che fu poi colei che diffuse l’evento miracoloso. Il sacerdote salesiano don Giuseppe Tomaselli diffuse in seguito a tutto il popolo fedele questa incredibile vicenda.