Quando pensiamo all’UNICEF, a tutti noi vengono in mente campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi a favore dei diritti dell’infanzia, ad esempio nel caso della vendita delle “pigotte” (come quelle qui sotto)
L’UNICEF farà anche moltissimo per difendere e promuovere i diritti dei bambini, ma nel documento “Eliminating discrimination against children and parents based on sexual orientation and/or gender identity” (disponibile alla pagina della petizione), questo organismo internazionale non fa altro utilizzare la scusa dei diritti dei bambini per sponsorizzare apertamente il riconoscimento del “matrimonio gay” in tutti i Paesi del mondo.
Questo documento rappresenta un indubbio abuso dell’autorevolezza di questa organizzazione internazionale: considerare il matrimonio tra persone dello stesso sesso come garanzia dei diritti dell’infanzia rappresenta una posizione giuridicamente ideologica (assolutamente non fondata sul diritto internazionale) e politicamente non neutrale e invasiva della sovranità e della vita democratica dei singoli Stati.
Inoltre, nulla nel mandato dell’UNICEF autorizza questo ente a fornire le definizioni di concetti politicamente problematici come “orientamento sessuale” e “identità di genere”, termini che infatti alcuni Stati si rifiutano di utilizzare nelle loro legislazioni.
In modo apertamente contraddittorio rispetto alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, si afferma che:
“l’UNICEF sostiene la messa in atto di leggi che certifichino il riconoscimento legale dei legami familiari dei genitori LGBT e dei loro figli.”
I bambini hanno diritto ad avere una mamma e un papà come genitori, e non una coppia di persone dello stesso sesso. Questo diritto è molto più importante del presunto diritto di ogni individuo ad essere “genitore”, diritto che non è riscontrabile in nessuna Carta dei diritti di valenza internazionale.
In questa occasione, l’UNICEF non sta proteggendo i diritti dei bambini, ma sta promuovendo la loro violazione. L’UNICEF dovrebbe badare a combattere la malnutrizione e a fornire cure mediche ed educazione ai bambini che soffrono, e non a sponsorizzare il “matrimonio gay”.
Come se non bastasse, l’UNICEF (che non è un’organizzazione indipendente, ma un’agenzia ufficiale dell’ONU, finanziata con i fondi degli Stati) ha ricevuto nel 2013 dall’Italia più di 62.000.000 di dollari.
Vedere un ente internazionale votato alla protezione dell’infanzia violare il suo mandato ed esercitare pressione sui governi in temi di altra natura, per di più con i soldi dei contribuenti, è davvero preoccupante e triste.
Nei giorni scorsi, le mie colleghe di Croazia e Ungheria, in occasione del lancio di questa petizione nei loro Paesi, hanno chiesto spiegazioni all’UNICEF sui punti descritti sopra, tenendo conto che nei loro due Stati il matrimonio è definito costituzionalmente come unione di un uomo e una donna. Hanno ricevuto solo risposte vaghe ed evasive, senza dare risposta alle incongruenze e ai problemi che ho scritto sopra.
Spiace constatare che molte agenzie dell’ONU, pur percepite dall’opinione pubblica come enti benevoli e neutrali, siano in realtà in prima linea nella distruzione dei valori che ci stanno a cuore e nella promozione di “nuovi diritti umani” che di umano hanno ben poco, si tratti di diritto all’aborto (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, State of World Population 2013), educazione all’ideologia gender e sessualizzazione della prima infanzia (Organizzazione Mondiale della Sanità, Standards sull’educazione sessuale in Europa) o promozione di forme alternative di famiglia (UNICEF, documento citato).
Le grandi lobby abortiste e pro-gender che influenzano l’azione degli enti collegati alle Nazioni Unite agiscono indisturbate, finché non ci si rende conto della loro azione e non si decide di far sentire la propria voce per porre fine a tutto questo. Ci siamo occupati di tutti i documenti sopra citati e andremo avanti sulla nostra strada, per chiedere un cambiamento nella nostra società ma soprattutto per informare le persone su ciò che questi enti fanno e dicono davvero, oltre a vendere delle bambole di pezza.
http://www.citizengo.org/it/