Dopo oltre vent’anni di ristrutturazioni riapre il Mausoleo di Sant’Elena, il suggestivo luogo di culto dedicato alla Madre dell’Imperatore Costantino, costruito nel IV secolo.
A Roma, zona Torpignattara, si erige il Mausoleo di Sant’Elena. Uno dei simboli della cristianizzazione dell’Urbe, è stato per molti anni oggetto di lavori di restauro. Si tratta di un restauro che ebbe inizio nell’ottobre del 1993 e che oggi giunge alla sua conclusione. Il Mausoleo rappresenta per la città un indubbio valore monumentale, culturale e religioso. Nel giorno dell’inaugurazione, un gran numero di persone ha omaggiato il “ritorno” di questo tesoro territoriale.
Mausoleo di Sant’Elena, la storia
Il Mausoleo (monumento funerario di età romana) venne costruito dall’Imperatore Costantino I tra il 326 e il 330. Siamo dunque nel IV secolo, un momento di grande tolleranza ed espansione per la religione cristiana. Monumenti come il Mausoleo di Sant’Elena hanno permesso la diffusione, in una città importante come Roma, di forti segnali della presenza cristiana. Con ogni probabilità, il complesso architettonico era stato concepito per lo stesso Imperatore. Tuttavia, la direzione verso cui egli guardava era Oriente, Costantinopoli. Fu allora che il monumento divenne il mausoleo di sua madre.
Sant’Elena e il ritrovamento della Vera Croce
In un’epoca di tolleranza ed espansione della religione cristiana, la figura di Sant’Elena ricoprì un ruolo fondamentale. Elena è infatti legata, secondo la tradizione cristiana, al ritrovamento della Vera Croce di Nostro Signore. Eusebio di Cesarea ha descritto il suo viaggio a Gerusalemme come un pellegrinaggio. Fu infatti quello il periodo in cui si iniziò ad attribuire alla madre dell’Imperatore il ritrovamento della reliquia. La sua ricerca della Vera Croce, il cui culto è venerato a Santa Croce in Gerusalemme (Roma) l’ha resa un’icona di diffusione del cristianesimo in tutto il mondo.
Il Mausoleo e le catacombe
La restituzione del monumento, a seguito dei lavori di ristrutturazione, arriva a distanza di cinque anni dall’apertura al pubblico delle Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, situate nello stesso complesso, denominato Ad duas lauros (ai due allori). Dunque, il luogo di sepoltura di Sant’Elena fu un luogo strategico, situato in corrispondenza di un cimitero cristiano che stava per nascere e dove furono sepolti dei martiri. Tra questi martiri vi erano proprio i Santi Marcellino e Pietro, morti durante le persecuzioni atroci dell’Imperatore Diocleziano.
Simbolo di Roma e del quartiere
Il Mausoleo, al quale si accede dalla via Casilina, tramite via di San Marcellino, dà il nome alla zona. Al fine di alleggerire il peso della cupola, furono inserite nella costruzione delle anfore vuote, dette per l’appunto “pignatte”. Questo interessante aspetto ha dato origine al nome del quartiere ove il Mausoleo si insedia, per l’appunto, Torpignattara, ovvero torre delle pignatte. Dopo anni di collaborazione tra la Soprintendenza e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, è stato possibile riconsegnare ai romani uno dei monumenti più suggestivi dell’arte cristiana.
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Fabio Amicosante
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