Dal Rapporto sul caso dell’ex cardinale McCarrick emerge una fitta complicità con i democratici statunitensi e con il nuovo, finora presunto, presidente Joe Biden.
McCarrick è stato ridotto allo stato laicale da Papa Francesco per gravi motivi di abusi sessuali. Reiterai nel corso di decenni anche a danni di seminaristi. Nel rapporto pubblicato nei giorni scorsi si vede come il porporato cercasse in tutti i modi di accreditarsi con la Santa sede per il dialogo con i democratici americani. Ovviamente sempre a favore di aborto e unioni omosessuali.
Quel filo stretto tra McCarrick e Biden fatto di complicità e immoralità
L’uomo continuava così imperterrito a usare la sua potente rete di relazioni politiche come difesa per giustificare un eccesso di protagonismo e di invasività nelle attività della Santa Sede. Senza farsi alcuna remora, ad esempio, nel fare passare in cattiva luce Benedetto XVI. Ratzinger infatti cominciò a sollevare gravi dubbi sulla sua figura dopo le voci, ancora incomplete e imparziali, sul suo operato criminale tenuto all’oscuro per molti anni.
La sua era una disobbedienza sfacciata che non aveva nulla a che fare con la missione della Chiesa e la testimonianza evangelica. Che invece, da cardinale, è tenuto a portare sempre e in ogni luogo. McCarrick era persona anni luce da tutto ciò. E il rapporto stretto con alti funzionari del Partito democratico di Obama, primo fra tutti l’attuale neo-presidente non ancora confermato, la dice lunga sulla figura di “cattolico” che Biden punta a offrire di sé agli elettori e ai fedeli di tutto il mondo, cercando l’interlocuzione con Papa Francesco.
Il legame dell’abusatore McCarrick con il Partito democratico di Obama
Nel 2008, davanti alla vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenziali di novembre, McCarrick intravide un’opportunità per tornare in pista dopo la sfiducia nei suoi confronti da parte di Benedetto XVI. Possibilità che, per grazia di Dio, è stata ora scampata dopo la giusta e brutale cacciata da parte di Papa Francesco, che non solo lo ha privato della porpora – evento più unico che raro nella storia bimillenaria della Chiesa – ma lo ha anche reso allo stato laicale. Spretato, come si dice in gergo.
Il suo obiettivo dopo la vittoria di Obama era quello di di “vendere” la propria figura come indispensabile per aprire un dialogo con la presidenza Usa. L’ex porporato inoltre, pur non avendo mai rivestito il ruolo di diplomatico, svolgeva molti incarichi internazionali. Il che rendeva la sua figura ancora più ambigua dal punto di vista delle relazioni internazionali.
L’ambiguità di McCarrick e il suo inaccettabile operato
Nel Rapporto si è spiegato chiaramente che egli “non fu mai un diplomatico della Santa Sede”. Nonostante ciò, si sottolinea che McCarrick “agì su richiesta dell’amministrazione Obama per aiutare a promuovere relazioni migliori fra Cuba e Stati Uniti“. In sostanza, nell’ambito della “questione cubana” l’uomo agì nientemeno che per conto dell’amministrazione democratica degli States. Invadendo ampiamento il campo delle relazioni diplomatiche della Santa Sede.
L’ex nunzio di quegli anni, mons. Pietro Sambi, aveva definito questa invadenza “assai pericolosa”. In particolare perché si trattava dell’incontro tra McCarrick, un cardinale nient’affatto “campione di coerenza” nei suoi “comportamenti in relazione alla dottrina della Chiesa”, e un’amministrazione, quella americana guidata da Barack Obama, con vice proprio Joe Biden, che “ha sostenuto posizioni inconciliabili con l’insegnamento della Chiesa”.
Insomma, è tutto un dire. Bisogna che i cattolici se lo ricordino bene quando parlano del dialogo tra la Chiesa e Joe Biden, e quando si parla di porporati “progressisti” che puntano a fare “incontrare” la Chiesa e il mondo. Si sappi bene, insomma, che questa è la cifra umana e personale dei personaggi con cui si ha a che fare. Rispetto a quando Paolo VI avvertiva l’umanità che il “Fumo di satana“ era entrato in Vaticano, perciò, forse ora si ha qualche informazioni in più su ciò a cui si riferiva il Santo Papa di Concesio.
Giovanni Bernardi