La giovanissima Meahb ha raccontato al Mladifest la miracolosa guarigione avvenuta dopo il tragico incidente avuto in strada a Madrid.
I medici pensavano che non sarebbe più tornata a camminare, ma con il passare del tempo e tante preghiere la giovane ha riacquistato tutte le facoltà motorie.
Quando Meahb Carlin è salita sul palco del Mladifest di Medjugorje del 2019, tutti i presenti si sono resi conto che quella giovane di origini irlandese irradiava la stanza con una luce particolare. Ragazza di bell’aspetto, con degli occhi grandi ed espressivi ed il sorriso di chi ha trovato la serenità. A Medjugorje la conoscono, Meabh infatti è una delle pellegrine che tornano ogni anno e sanno che quella felicità apparente corrisponde anche ad un percorso interiore arduo ma dal finale felice.
Nel presentare la propria testimonianza la giovane parte proprio dall’inizio. Spiega che viene da una famiglia cattolica praticante e come i genitori le abbiano insegnato a considerare Gesù un amico sin da quando era una bambina. Racconta anche di come da adolescente vivesse l’andare a Messa come un obbligo e come nella sua testa c’era solo l’obiettivo di diventare una ballerina professionista. Dio, però, aveva per lei altri piani. La prima svolta è stata quando a 17 anni ha svolto le prime opere di volontariato. Un’esperienza che l’ha convinta a a fare un secondo viaggio l’anno dopo in Portogallo.
Durante quel pellegrinaggio, Meahb si è trovata a partecipare per caso alla Giornata Mondiale della Gioventù. In quel contesto non si è occupata di assistere giovani o anziani, ma ha compreso come da giovani si potesse vivere la fede: “Uno dei momenti più intimi è stato l’incontro di tutti i giovani per le preghiere del mattino. Ci stringemmo la mano, chiusi gli occhi e pregammo il Padre. E quando ho visto le parole di queste preghiere pronunciate dai giovani di tutto il mondo, è stata una grande esperienza per noi giovani”.
Desiderosa di dare il proprio contributo e aiutare i più anziani, la giovane irlandese quell’estate si è recata anche a Madrid per lavorare con un’associazione di volontariato. Proprio mentre aiutava gli anziani ad attraversare la strada un’auto l’ha presa in pieno: “Un taxi stava arrivando verso di me e molto rapidamente. E ho visto che non si sarebbe fermato. E non avrò il tempo di allontanarmi, e in quei momenti trascorsero alcuni secondi come in un film al rallentatore. Ho pensato, se chiudo gli occhi, posso rivivere tutti quei secondi. Un taxi mi ha colpito da sinistra, sono volata in aria e mentre cadevo sapevo che non avrei dovuto lasciare che la mia testa per prima colpisse il terreno“.
La giovane spiega che è riuscita miracolosamente ad atterrare sulle sue gambe: “Gli scienziati possono parlare di gravità, io la considero opera di Dio”. L’impatto con l’auto e con il terreno sono stati in ogni caso violenti e la povera Meahb ha riportato fratture alle gambe, alle ginocchia e alla colonna vertebrale. Quando è giunta in ospedale era in stato d’incoscienza e per i primi 10 giorni non si sapeva nemmeno se sarebbe sopravvissuta. Di quegli istanti la giovane ricorda solamente di aver recitato l’Ave Maria molteplici volte.
Quando le sue condizioni si sono stabilizzate, i medici di Madrid si sono messi d’accordo con i genitori della ragazza ed una struttura irlandese per organizzare il trasporto nella sua terra natia. Per 6 settimane circa i medici non davano speranze e spiegavano alla giovane che si sarebbe dovuta sottoporre ad un intervento per avere qualche speranza di tornare a camminare. Il giorno prima dell’intervento, però, il suo quadro clinico è migliorato improvvisamente ed il medico ha deciso che sarebbe potuta tornare a casa.
Tutti erano scettici tranne la diretta interessata, convinta che quelle che le era successo altro non era che “Il piano di Dio”. Nove mesi dopo l’incidente Meahb ha mosso i primi passi e dopo un periodo di riabilitazione ha ripreso completamente le sue funzionalità motorie. In conclusione la ragazza dice ai giovani presenti: “Ora sto davanti a voi, qui a Medjugorje senza carrelli e stampelle. Quest’anno ho corso la maratona di nove miglia a Belfast. Ho scalato le due montagne irlandesi più alte. Non credevo che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei potuto fare qualcosa del genere. Dio mi ha dato la forza del corpo, della mente e dell’anima”.
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Luca Scapatello
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