In occasione del quarantesimo anniversario delle apparizioni della Regina della Pace, una testimonianza ricca di fede arriva da Medjugorje.
Il racconto di un anno che, per molti è stato complicato a causa dalla pandemia, ma per chi descrive, invece, è stato un’esperienza di fede costante nonostante tutte le difficoltà. Tanto da arricchire ancora di più quella luce già presente nel suo cuore.
Il seme di Medjugorje ha portato frutto
40 anni fa, erano le 17.40 del 24 giugno, la Vergine Maria appariva a Medjugorje, lassù sulla collina, a sei ragazzi. All’inizio, tutti pensavano che quei giovani stessero mentendo, che avessero inventato o, peggio ancora, sognato tutto. Ma chi avrebbe immaginato che quel granello di fede, caduto su quella terra avrebbe portato così grande frutto di preghiera e di grazie in tutto il mondo?
In questo anno di pandemia, in tanti sono stati coloro che hanno avuto paura, che hanno visto le chiese chiudersi o, peggio ancora, hanno visto la loro fede affievolirsi sempre di più. Ma c’è chi invece, al contrario ha vissuto questo anno rafforzando la preghiera, salendo quella collina, attendo in pratica i messaggi della Vergine e non lasciandosi intimorire né dal freddo, né dal gelo, né dalla bora, né dalla pioggia.
Un anno di preghiera: la testimonianza
“Abbiamo completato i nostri 365 giorni di salita sul monte delle prime apparizioni. Ogni giorno salivamo al Podbrdo alle 5 di mattina, pregando 3 rosari e altre preghiere e leggevamo anche il messaggio che la Gospa ci dava in tutti questi anni” – racconta l’uomo nella sua testimonianza.
Ciò che colpisce è sentire quel senso di grazia che pervade, non solo lui che racconta, ma anche chi ha fatto con lui questo cammino: “E’ stata una grazia immensa poter sentire le sue bellissime parole di conforto, insegnamento, incoraggiamento e di amore”.
“Abbiamo fatto tutto questo ed è nato in maniera spontanea”
Ma come è iniziato tutto ciò? “Tutto questo è cominciato in modo spontaneo, e senza progetto, ma una idea l’avevamo, perchè quasi tutti conoscevamo bene padre Slavko. Questa era la sua spiritualità. Ogni giorno almeno la mattina presto, e poi la giornata veramente si trova nel posto giusto, nelle Sue mani. Tutto questo si può fare dovunque vi troviate, perchè il posto senza Dio non c’è, ma credo sia importantissimo leggere i Suoi messaggi, perchè spiegano tutto” – continua nel suo racconto.
Oggi, nel giorno dell’anniversario delle apparizioni, si conclude questa tappa durata tutto l’anno: “Stamattina abbiamo letto il messaggio dell’anniversario scorso, e Lei dice che stiamo vivendo in tempo di grazia, e in prima persona vi posso dire che è vero. Sul posto delle prime apparizioni ho incontrato una persona che ci seguiva in diretta tutti i giorni, e proprio ieri è riuscita ad arrivare dall’Italia per concludere con noi questi 365 giorni”.
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Medjugorje: si va con fede e coraggio
Un racconto che si conclude con un’affermazione ben precisa: “A Medjugorje si può venire, ma solo con la fede e coraggio, e tutte le due cose vengono dalla preghiera. Cosi non basta dire che volete venire, ma venite. E’ indispensabile per i tempi in quali viviamo essere carichi di grazie” – conclude.
Noi ci auguriamo che ben presto decada il divieto da parte del nostro Paese di recarci là, e di poter ritornare a salire su quella collina, toccata dalla grazia della presenza della Vergine Maria. La pandemia non ha fermato la fede e Medjugorje ne è l’esempio concreto. L’augurio è che anche noi in Italia, possiamo imparare da loro.
Video: facebook/ Ante Muzic
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ROSALIA GIGLIANO