Come rispondere quando Dio parla al nostro cuore?
La testimonianza di Anka, cresciuta nel nord della Croazia, in una famiglia che disprezzava il cristianesimo, a causa del diffuso regime comunista, ci aiuta a comprenderlo.
Anka era alla ricerca di una propria dimensione, ma non considerava minimamente di cercare Dio.
Dopo varie esperienze lontana da casa, qualcosa la riportò al proprio Paese.
“A un certo punto, avevo pensato di andare in Olanda in un monastero, in un centro internazionale di meditazione per le donne, perché non volevo più ritornare nel mondo. Però, una settimana prima di partire, mi sono svegliata con la certezza che invece sarei andata a lavorare a Dubrovnik come guida.
Non sapevo da dove venisse tale idea, perché temevo di ritornare in città, in quella vita, in una città bella, ma decadente. Io volevo vivere una vita pura. Sono ritornata a Dubrovnik e il primo lavoro assegnatomi fu accompagnare un gruppo di pellegrini a Medjugorje!”.
Siccome non era cattolica e non conosceva nulla di ciò che accadeva in quel luogo, Anka pensò di andare a Medjugorje, ancor prima di accompagnare il suo gruppo, per prepararsi bene al suo lavoro.
Medjugorje: il messaggio di Maria era stato scritto per me
“Sono arrivata il sabato dopo Pasqua, volevo andare alla Chiesa pensando di trovare informazioni. Sono entrata e ho notato e letto, per prima cosa, il messaggio che era esposto, era il messaggio del 25 di Marzo. Non ricordo le parole esatte, però ognuna sembrava scritta per me, mi sembrava di avere Dio al telefono che ti parla.
Volevo scriverlo e ho notato che in Chiesa era in corso la Messa italiana: io non sapevo niente di Gesù vivo, non avevo mai visto l’ostia, non sapevo niente della spiritualità cristiana. In quel momento, la gente riceveva la comunione. E successo tutto in un istante. Vedevo le persone che prendevano qualche cosa in bocca, poi si giravano, venivano a inginocchiarsi e cantavano”.
“In quel momento, ho avuto la grazia particolare di vedere la trasformazione mistica che succede dentro di noi dopo aver ricevuto il Corpo e Sangue di Gesù!”.
La gente cantava: “Tu sei la mia vita, altro io non ho” e lei non poté che sentirsi parte di quel progetto di Dio che le si palesava davanti.
“Ero stata atea, pagana e comunista, però io cercavo quell’Uno che quel giorno ho trovato nella Chiesa. Ho viaggiato per tanti continenti, ho fatto migliaia di chilometri, ho smosso, si può dire ogni pietra, ho cercato ovunque e ho lasciato fuori proprio la Chiesa cattolica!”.
Medjugorje: Anka non sapeva pregare
Anka non sapeva nemmeno come pregare, ma a Medjgugorje ha cominciato a comprendere ciò che davvero le serviva e le sarebbe stato indispensabile, da li in avanti. Li ha incontrato anche la Regina della Pace.
“Lei ha iniziato a guarire il mio cuore, mi ha preso per mano e mi ha portato sul Krizevac, dove ho sentito forte il contrasto fra i dubbi, gli interrogativi, e il mio cuore che voleva immediatamente dire sì”.
A poco a poco, pregando il Santo Rosario, andando alla Santa Messa ogni giorno, Anka ha trovato il suo posto nel mondo e tutte che risposte che cercava da tempo, inoltre le ha trasmesse alla sua famiglia.
“La mia famiglia ha iniziato a convertirsi, pregano insieme. Avevano paura che andassi subito in Monastero! Mio nonno, dopo essere stato 50 anni nel partito comunista, ex partigiano, ha voluto subito il libro di Medjugorje e il Rosario. Mia madre, dopo esser stata 15 anni senza vedere mio padre dopo il divorzio, lo ha incontrato e hanno mangiato insieme! Grandi doni Dio mi ha dato!”.
Antonella Sanicanti
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