Un invito, quello di Maria, che non lascia dubbi, non lascia tempo. La Madonna da Medjugorje ci richiama ancora a fare di Gesù il centro della nostra vita.
La Vergine Maria da Medjugorje parla dell’importanza e della potenza della preghiera del cuore. Unica arma in grado di aprire il nostro cuore e quello di tutti coloro che sono lontani dalla fede
Don Renzo Lavatori commenta per la Luce di Maria l’ultimo messaggio da Medjugorje del 2 Settembre 2019
L.d.M. – Don Renzo, quest’ultimo messaggio lasciato a Mirjana a Medjugorje è molto intenso e pieno di significati. Cosa ci viene a dire la Regina della Pace?
D.R.L. – Il messaggio contiene tre elementi fondamentali, legati da un unico filo vitale che li raccoglie assieme e ne fa un intreccio ineguagliabile. Essi sono IL CUORE DI GESÙ – IL CUORE DI MARIA – IL CUORE NOSTRO. Ne risulta una magnifica sintonia di AMORE.
Medjugorje: il rosario quale preghiera del cuore.
L.d.M. – Maria inizia parlando del rosario
D.R.L. – Il rosario viene descritto come una corona di fiori profumati che partono dal nostro cuore e arrivano al cuore di Maria, in modo che ella possa congiungersi alla nostra vita e ai nostri problemi in uno stretto legame di amore e di compassione: «Cari figli, pregate! Pregate ogni giorno il rosario, quella corona di fiori che mi lega direttamente quale Madre ai vostri dolori, sofferenze, desideri e speranze».
L.d.M. – Di che tipo di legame si tratta?
D.R.L. – Di un legame tra due cuori: quello del figlio – apostolo e quello della Madre – Maestra. Da questa congiunzione nasce una sintonia tra i due cuori, in modo che il palpito dell’uno si riflette e si unisce a quello dell’altro. Ne segue che il nostro cuore si fa sempre più docile e obbediente alla Vergine, come una crescita spirituale di grande valore presso Dio e presso gli uomini; d’altra parte il cuore di Maria si fa sempre più vicino e sensibile a tutte le nostre movenze interiori, affinché ella possa intervenire, aiutare e confortare il più presto possibile e nel modo più adeguato alle nostre esigenze.
L.d.M. – Questo rapporto Madre – Figlio è quello ritroviamo spesso nella iconografia cristiana?
D.R.L. – Certamente. Alcuni quadri di pittori famosi fanno vedere proprio questo rapporto di reciproco trasporto del Figlio Gesù verso la Madre e di Maria verso il Figlio suo. Similmente si verifica per noi tale rapporto se rafforziamo ogni giorno, con il rosario, il legame fra noi e lei. Subito dopo, il messaggio aggiunge il terzo Cuore, che viene coinvolto, quello del Figlio: «Apostoli del mio amore, sono con voi mediante la grazia e l’amore di mio Figlio, e da voi chiedo preghiere».
L.d.M. – Non è la prima volta che La Madonna nei messaggi a Medjugorje ripete la frase “sono con voi mediante la grazia e l’amore di mio Figlio”. Cosa vuole ribadire con queste parole?
D.R.L. – Il compito, il compito di Maria che sta precisamente nel mostrare che il suo cuore è unito a quello del Figlio, cosicché trasmette a noi i battiti dolcissimi dell’amore di suo Figlio. Infatti lo dice espressamente che il suo amore verso i suoi apostoli è in perfetta sintonia con Gesù, in quanto è Lui che concede alla Madre di portare aiuto a noi figli suoi.
L’intreccio dei tre cuori
L.d.M. – E’ questo l’intreccio dei tre cuori di cui parlava?
D.R.L. – Questo è un primo mirabile intreccio che si attua fra i tre cuori: quello di Maria con quello del Figlio e con quello nostro. Così i nostri cuori, assieme a quello di Maria, si conformano al cuore di Gesù e si aprono al suo amore: «Aprite con completa fiducia i vostri cuori a mio Figlio, ed egli scriverà in essi il compendio della sua Parola, cioè l’amore. Vivete un legame inscindibile con il sacratissimo Cuore di mio Figlio».
Maria mediatrice tra noi e Gesù
L.d.M. – Cosa ci invita a fare Maria da Medjugorje?
D.R.L. – L’invito è a vivere nell’unione indistruttibile tra il nostro cuore e quello di Cristo. Ella così mostra di essere la mediatrice tra i due cuori di Cristo e noi, ambedue figli suoi, al fine di tenerli saldamente uniti e mai più separarli. Il suo ruolo si compie proprio nel momento che vede realizzato il suo desiderio che noi suoi apostoli siamo congiunti al Figlio suo. Solo in questo profondo legame possiamo dirci apostoli suoi e testimoni credibili. Veramente le sue parole calano nel nostro intimo per sviluppare in esso le linee maestre di un’autentica vita cristiana: essere, vivere, operare, in ogni momento, in ogni situazione, in perfetta simbiosi con suo Figlio.
L.d.M. – Don Renzo, a questo punto sorge spontanea una domanda: ma noi, figli e apostoli, siamo consapevoli di tutto questo e, soprattutto lo viviamo e lo mettiamo in pratica?
D.R.L. – Va detto che siamo ben lontani da compiere questo connubio di cuori, il nostro e quello di Cristo, in perfetta assonanza. La maggior parte della nostra vita la viviamo da soli, con il nostro cuore straziato, addolorato, inaridito, privo di ardore. Siamo come pietrificati. Ciò dipende dal fatto che abbiamo staccato la spina della fede, dell’amore e della vita, che scaturiscono dal Cuore Sacratissimo di Gesù.
Accogliere l’amore di Gesù nel nostro cuore.
L.d.M. – A questo punto del messaggio la Madonna sembra cambiare tono come a voler lanciare un ultimatum.
D.R.L. – In questo secondo punto la Vergine ritorna con evidente insistenza sulla centralità da dare a suo Figlio, quale vero Dio e Salvatore: «Figli miei, come Madre vi dico che non c’è tempo per esitare ad inginocchiarvi dinanzi a mio Figlio, a riconoscerlo vostro Dio, centro della vostra vita». Si vede bene come questa verità le stia a cuore e costituisca l’essenza del cristianesimo. Ella sottolinea l’urgenza, in quanto non bisogna aspettare altro tempo, ma questo è ormai il tempo ultimo in cui dobbiamo porre la nostra adesione a Cristo.
L.d.M. – Perché la Regina della Pace è ultimamente così insistente nei messaggi lasciati a Medjugorje?
D.R.L. – Il motivo è semplice. Non vi è altro valore o altro scopo o altre realtà che possano superare l’opera redentrice di Gesù. Lui ci ha salvati dal peccato e dalla morte, ci dona la pienezza del suo amore, che guarisce ogni nostra ferita di carenza affettiva. E’ lui che ci colma della sua grazia per superare ogni avversità; soprattutto lui ci apre la porta che conduce alla vita eterna. Su questo non dovremo mai mollare la nostra convinzione e fede ardente.
L.d.M. – Eppure spesso lo facciamo
D.R.L. – E’ vero. Spesso ci lasciamo illudere mettendo al primo posto nel nostro animo le cose mondane, le attese umane, le speranze frivole di una vita terrena migliore. Ciò facendo, riduciamo la salvezza di Cristo a qualcosa di secondario e meno importante, come fosse un affare complementare e non strettamente necessario né tantomeno così centrale da oltrepassare tutti gli altri aspetti esistenziali. Si tratta di una distorsione grave che pesa fortemente su di noi, nelle famiglie, nella Chiesa e sulla società. Facciamo fatica a capirlo.
L.d.M. – …nonostante la Vergine a Medjugorje ce lo ripeta costantemente.
D.R.L. – Eh già. Ella dice anche di stabilire con suo Figlio un rapporto di reciproca donazione: «Offritegli dei doni, ciò che più lui ama, ossia l’amore verso il prossimo, la misericordia e cuori puri».
L.d.M. – Che tipo di scambio è questo?
D.R.L. – Si tratta di un salutare scambio tra la nostra dedizione a Cristo e la sua retribuzione di amore e di forza per diffondere il vangelo.
I doni che piacciono a Gesù
L.d.M. – Quali sono i doni che possiamo offrire a Gesù?
D.R.L. – Qui occorre che ciascuno sia organizzi secondo le proprie capacità e situazioni concrete; la cosa più importante è che tutti devono offrire con amore e generosità. Più che calcolare l’entità materiale del dono, occorre vedere l’animo e la disposizione interiore con cui lo facciamo. Si pone l’urgenza di fare un serio esame di coscienza per analizzare i nostri sentimenti e le nostre aspirazioni. Si possono fare doni di diverso genere: i più preziosi sono quelli derivati dalla carità verso il prossimo e dalle nostre sofferenze di ogni tipo, che noi accogliamo e offriamo al nostro Redentore per compartecipare alla sua dolorosa passione e morte. Spesso invece ci lamentiamo, ci ribelliamo e anche imprechiamo.
L.d.M. – Un cambio di prospettiva dei valori?
D.R.L. – Più che a cambiare prospettiva, la Vergine ci incita a fare un vero capovolgimento di valori: il dolore non va vissuto passivamente e con amara rassegnazione, ma va capito quale evento di grazia, di purificazione, di crescita nell’amore per Gesù e i fratelli. Vi sono poi i sacrifici che sono scelti liberamente quali doni da offrire al Signore come il digiuno, l’astinenza dai cibi succulenti, la privazione della televisione e di internet, la sopportazione delle persone moleste, l’accettazione serena dei vari problemi e afflizioni di ogni giorno. Sono anche questi doni bene accetti da Gesù e diventano una ricchezza spirituale per noi e per le persone bisognose di conforto e di solidarietà. Come si vede, vi è un vasto campo in cui possiamo e dobbiamo trovare il modo per essere donatori generosi e lieti di ogni sofferenza.
L.d.M. – Cosa ne può venire di buono da questo cambio di atteggiamento?
D.R.L. – Da qui sgorgano le grazie per intenerire molti che hanno il cuore indurito e ancora non conoscono Gesù: «Apostoli del mio amore, molti miei figli ancora non conoscono mio Figlio come loro Dio, ancora non hanno conosciuto il suo amore».
La preghiera e il sacrificio sono l’anima di ogni apostolato.
L.d.M. – In tutto il messaggio c’è un altro richiamo insistente, quello alla preghiera.
D.R.L. – E’ l’ultimo aspetto, indicato dalla Vergine. Questo consiste nella comprensione del valore eccelso della preghiera, in quanto essa diventa il mezzo più valido per convertire le anime a Cristo: «Ma voi, con la vostra preghiera detta a partire da un cuore puro ed aperto, e con i doni che offrite a mio Figlio, farete sì che anche i cuori più duri si aprano».
L.d.M. – Anche i cuori più chiusi e induriti possono essere sciolti attraverso la nostra umile e sentita preghiera?
D.R.L. – Certamente, e questo aspetto va evidenziato, perché spesso la nostra preghiera è molto personale o rivolta al bene dei familiari e amici, cioè si dirige per le persone che conosciamo. Invece essa si deve aprire sull’umanità e sulla Chiesa, per inglobare le persone che o hanno perso la fede o sono nel dubbio o alla ricerca della vita spirituale o sono ancora lontane da una scelta precisa. In tal modo il nostro animo si dilata per un amore che possa raggiungere ogni bisognoso e possa trasformare la faccia della terra in una comunità di cristiani. Si diffonde così il Regno di Dio in Cristo nella potenza dello Spirito.
La forza della preghiera nel messaggio di Medjugorje
L.d.M. – E’ questo il concetto sul quale la Vergine torna nella successiva frase del messaggio?
D.R.L. – Esattamente. «Apostoli del mio amore, la forza della preghiera detta a partire dal cuore, di una preghiera potente e colma d’amore, cambia il mondo».
L.d.M. – Cosa ci indica con questa frase?
D.R.L. – Ella indica tre cose tra loro collegate: la prima riguarda una preghiera sincera che sgorga dal cuore, cioè mossa da una vibrante fede; la seconda precisazione fa vedere che tale preghiera comporta una grande forza spirituale, in quanto piena di amore, quell’amore non soltanto umano ma che proviene dalla fonte onnipotente del divino amore; infine, in terza cosa, dice che cambia il mondo.
L.d.M. – Un affermazione forte
D.R.L. – Si. Si tratta di una affermazione impegnativa. Noi spesso vorremmo che la storia, la società e la Chiesa stessa trovassero il modo di rinnovarsi e rinvigorirsi con un sano cambiamento, che non si distacca dal passato, ma lo irrora e vivifica per un presente più vivo e maturo nella fede in Cristo. Ora ciò è possibile esattamente con la preghiera. Non occorre altro sforzo umano, che non a tutti è possibile attuare, mentre la preghiera è un dato di fatto a cui nessuno può sottrarsi.
L.d.M. – Un esempio?
D.R.L. – I malati stessi, come si è detto, con la loro sofferenza offerta per amore diventano preghiera vivente per la salvezza di tante creature umane. La preghiera dunque non è fatta mai invano, cioè senza portare alcun frutto. Da qui l’accorato appello: «Perciò, figli miei, pregate, pregate, pregate! Io sono con voi».
L.d.M. – Ringraziamo Don Renzo Lavatori per queste illuminate parole con cui ci illustrato i contenuti dell’ultimo messaggio da Medjugorje del 2 Settembre 2019. Uniamoci a lui con questa bellissima preghiera alla nostra Madre Celeste.
Preghiera di Don Renzo Lavatori: a Maria Madre nostra
O Madre nostra, davanti alle tue parole sempre ricche di significativi e vitali pensieri, noi restiamo in ascolto e desideriamo che quelle parole scendano nel nostro intimo e ci siano di luce, conforto, incoraggiamento. Te ne siamo immensamente grati.
Ti voglio fare una confidenza, Madre cara. Dopo aver ascoltato e meditato i tuoi messaggi, il mio cuore si accresce ogni volta di affetto sincero verso di te. Ne seguono una filiale comunione e abbandono, fino a rendermi conto che senza di te la mia vita cristiana perderebbe non solo di slancio e vigore, ma di ogni valido sostegno e presto andrebbe nel vuoto e nel buio.
Invece mi arricchisco di gioia e di luce, soprattutto perché tu non fai altro che portarmi al tuo Figlio Gesù e me lo fai contemplare e godere nel suo splendore. Grazie di tutto, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.
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