La Madonna da Medjugorje ci dice quali sono gli aspetti fondamentali della nostra vita da cristiani. Come comprenderli e viverli? Ce lo spiega Don Renzo Lavatori.
La Madonna da Medjugorje ci esorta ancora alla preghiera spiegandocene gli effetti benefici.
L.d.M. – Nell’ultimo messaggio da Medjugorje alla veggente Marija, ci ripropone con forza il tema della preghiera. Don Renzo, cosa può dirci in proposito?
D.R.L. – Effettivamente, questo breve messaggio riprende il tema della preghiera, sottolineandone alcuni aspetti specifici, che completano la visione ampia del valore della preghiera: il primo aspetto, molto interessante, descrive alcuni elementi che adornano la preghiera rendendola un mazzo di fiori stupendo; il secondo aspetto indica alcuni effetti benefici e fecondi causati dalla preghiera.
Alla fine, come conclusione, la Vergine ci dona la sua benedizione materna, quale sigillo e garanzia delle sue parole, con la certezza che esse portano frutti e frutti abbondanti.
L.d.M. – Don Renzo ci ha parlato di due aspetti che ci danno una giusta visione del valore della preghiera in che modo?
D.R.L. – “Cari figli! Oggi vi invito alla preghiera. La preghiera sia il balsamo per la vostra anima perché il frutto della preghiera è la gioia, il dare, il testimoniare Dio agli altri attraverso le vostre vite”. Anzitutto è detto che la preghiera è il balsamo, nel senso stupendo che essa dona un contributo di energia, benessere, agevolezza, contentezza, profumo e bellezza.
Ciò si attua non solo a livello spirituale e interiore, che è già una cosa fondamentale, ma anche si riversa all’esterno sia nel nostro corpo nella salute fisica e psichica sia verso gli altri, ai quali possiamo comunicare il nostro modo di vivere nella sincerità e nella fiducia.
L.d.M. – Il frutto della preghiera è la gioia, il dare il testimoniare Dio. Cosa ci sta dicendo la Madonna riguardo alla preghiera?
D.R.L. – In particolare la Vergine delinea i frutti benefici che scaturiscono dalla preghiera, come la gioia, non nel senso mondano di piacere sensibile e di possedimento di beni materiali, ma, più profondamente, nel senso di un intimo assaporamento di contentezza, perché ci sentiamo sorretti, consolati, rafforzati dalla divina Potenza, che non ci fa mancare nulla e ci assicura ogni positività.
Viene poi il fatto di dare cioè donare, comunicare, trasmettere la gioia agli altri, sia ai familiari sia agli amici e conoscenti, i colleghi di lavoro e di sofferenza. Ciò significa che la gioia si diffonde per sua stessa forza seducente. Da qui proviene anche il testimoniare, perché quando prestiamo il nostro servizio e collaborazione con gioia, possiamo manifestare concretamente che essa non è frutto della nostra natura umana ma scaturisce dalla fonte primaria che è la pace, l’armonia, lo splendore di Dio e del suo amore infinito.
L.d.M. – Perché il testimoniare è attraverso le nostre vite?
D.R.L. – La Vergine precisa che ciò avviene non tanto con le parole ma con la vita stessa, cioè con il nostro modo di comportarci, di agire, di atteggiarci e presentarci senza altre cerimonie o convenevoli. La stessa persona, irradiante la gioia sincera e profonda, diventa una concreta testimonianza e un punto di riferimento per tante persone scontente e inquiete, come un segnale di vitalità e di speranza.
L.d.M. – “Figlioli, se vi abbandonate completamente a Dio, Lui si occuperà di tutto, vi benedirà e i vostri sacrifici avranno senso”. Perché questa seconda frase apparentemente fuori tema?
D.R.L. – Queste parole sono in realtà la conseguenza logica di quanto detto in precedenza, con la sola aggiunta, assai significativa, che la preghiera deve raggiungere la tonalità e l’ampiezza di un vero affidarsi e abbandonarsi alla divina Bontà e Volontà. A questo punto la preghiera non è soltanto un insieme di formule, ma un atteggiamento basilare e continuo di sintonia e abbandono con il Signore, di totale e piena fiducia nella sua provvidenza e benevolenza, rimettendo a Lui tutta la nostra esistenza e tutte le componenti che intessono le nostre giornate.
Ogni pensiero, desiderio, gesto, progetto, azione, tutto il nostro essere e operare si fonda in Dio e si lascia sostenere, abbracciare e sospingere sulle vie della rettitudine e onestà, cioè sulle strade del bene per noi e per il prossimo.
L.d.M. – Come i nostri sacrifici avranno senso?
In quello stato di totale affidamento avverrà l’imprevedibile e meraviglioso evento che Dio stesso si prenderà cura di noi. Lui si occuperà di tutte le nostre imprese e situazioni in cui ci troveremo. Sarà Lui, il Signore nostro salvatore, a guidare e a condurre ogni cosa al suo fine ordinato e portatore di ogni bene. Che meraviglia! A noi la disponibilità di essere persone di viva preghiera e di totale fiducia in Dio.
Ne segue la consolante consapevolezza che Dio ci benedice, anche nei momenti di dolore e di sacrificio, in modo che ogni fatto, buono o triste, assuma il valore vitale e santificante per vivere serenamente su questa terra e raggiungere la beatitudine eterna.
L.d.M. – Come sigilla Maria questo suo ultimo messaggio?
D.R.L. – “Io sono con voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna”
Alla fine, come ultimo tocco di amore, la Vergine ci assicura la sua benedizione. Non solo a distanza, ma propriamente con la sua presenza in mezzo a noi e con la certezza che Ella non verrà meno ai suoi progetti di assistenza materna nei nostri confronti. A tali parole l’animo si inebria e si effonde in un canto di gratitudine e di gioia.
Oh Vergine Maria, a te l’onore e il nostro amore filiale, sapendo che tu ci proteggi sotto il tuo manto e ci sostieni con le tue braccia. Per questo ci affidiamo a te e confidiamo in te e ci fidiamo di te. Portaci a quella fede piena e coinvolgente che prende tutta la nostra esistenza e ci rende docili, fedeli e generosi figli tuoi e del Padre celeste, a immagine di Cristo suo e tuo Figlio. Uniti in tale vincolo di effusione, saremo sempre più ferventi e pronti a testimoniare il tuo amore ai nostri fratelli. Te li affidiamo fin d’ora e siamo certi che tu li accoglierai nel tuo grembo materno. Grazie oh Madre dolcissima!
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