E’ l’amore l’unica forza che vince la morte. Don Renzo Lavatori commenta, per La Luce di Maria, l’ultimo messaggio del 2 giugno 2019 da Medjugorje.
L.d.M. – Don Renzo, un messaggio, quest’ultimo, fortemente incentrato sull’amore.
D.R.L. – Si, assolutamente si. Esso inizia con una introduzione dove si afferma che la condizione indispensabile per conoscere l’amore sta nell’avere un cuore puro e aperto. Poi, in un primo approfondimento, si sostiene che l’amore è più forte della morte; in seguito si sofferma sul perdono quale forma eccelsa dell’amore; inoltre si evidenzia l’importanza del ruolo degli apostoli del suo amore. Infine la conclusione indica chiaramente l’unica via della pace e dell’amore.
L.d.M. – Don Renzo la Madonna parla di un cuore puro e aperto. Cos’è dunque questo cuore puro e aperto
D.R.L. – La condizione indispensabile per arrivare ad una sana e tortale conoscenza dell’amore e poterlo accogliere, è quella di un cuore limpido ed esteso: “Cari figli, soltanto un cuore puro ed aperto”. Il cuore puro indica anzitutto un cuore privo di torbidezza e libero dall’asservimento alle passioni istintive o ai peccati carnali; inoltre esso presuppone un atteggiamento interiore che non sia mosso da interessi egoistici e delimitati all’orizzonte esclusivamente materiale e terreno, ma unicamente da una sincera e convinta ricerca del bene e dei valori più elevati e arricchenti dal punto di vista spirituale.
Dall’altra parte un cuore aperto vuole evidenziare la disponibilità ad accogliere in pienezza la verità delle cose e delle idee, senza soffermarsi su questioni particolari di basso tenore o di false prospettive intrise di vanità o ambizione o avidità di potere e di possesso, di chiusura davanti alla vastità e complessità degli aspetti fondamentali concernenti la vita, la natura, la fede, la divina rivelazione.
L.d.M. – Questi due aggettivi, puro e aperto di cuore, cosa sottolineano dunque?
D.R.L. – In breve puro e aperto di cuore ci dicono che il soggetto umano deve essere come un cristallo, pulito e disposto a prendere su di sé i raggi che emanano dalla luce e farli risplendere in modo che possano brillare anche davanti agli altri: “Un cuore puro ed aperto farà sì che conosciate davvero mio Figlio, e che tutti quelli che non conoscono il suo amore lo conoscano per mezzo di voi”.
L.d.M. – Un richiamo alla nostra missione di portatori di questo amore agli altri?
D.R.L. – Precisamente. Come si vede, in quest’ultima frase che fa capire che ogni cuore puro e aperto diventa una fonte riflessa di splendore su tutta la faccia della terra. Questa Luce, viene detto chiaramente, sta nel Figlio suo, Gesù Cristo, il quale, come si sa, è la Luce del mondo. Ne segue la centralità della figura e dell’opera di Cristo, che va conosciuta, apprezzata, amata, vissuta, testimoniata.
Si tratta di una vigorosa cascata di luce che dal Figlio suo discende verso di noi e da noi si espande sulla umanità cominciando dalla nostra famiglia, i nostri figli, le nostre parrocchie e associazioni, le persone e i luoghi dove viviamo, lavoriamo e ci santifichiamo.
L.d.M. – La potenza di questo Amore è tale, dice la Vergine a questo punto, che è più forte della morte.
D.R.L. – La Vergine tocca l’argomento centrale in cui approfondisce il senso più elevato dell’amore. Anzitutto occorre rendersi conto del valore primario dell’amore e ciò è possibile se ci lasciamo avvolgere dall’Amore divino, che viene effuso nel nostro animo il giorno stesso del battesimo con il dono dello Spirito Santo e noi diventiamo tempio vivo dello Spirito.
Proprio Lui, lo Spirito di verità e amore, ci rende coscienti di quanto l’Amore divino sia immenso e potente, pertanto esso supera ogni potenza avversa, anche la morte: “Solo l’Amore farà sì che comprendiate che esso è più forte della morte”.
L.d.M. – Cosa significa questa frase così incisiva e poderosa?
D.R.L. – Incisiva e poderosa, da far strabiliare gli occhi e sobbalzare il cuore. Chi può sconfiggere la massima negatività e tenebrosità, che sta accovacciata nella distruzione dell’esistenza, nella negazione della vita, cioè nella morte avversaria potente di ogni barlume di vitalità?
Non si tratta solo della perdita della vita fisica o biologica, ma più drammaticamente della morte spirituale, quella che conduce gli esseri umani a perdersi per sempre nel rifiuto dell’amore, del bene, della verità, per essere sprofondati nell’abisso infernale, il regno della seconda morte, quella eterna e irrimediabile.
L.d.M. – L’Amore è dunque la potenza che batte la morte
D.R.L. – Si, l’amore ha una forza infinitamente superiore in grado di sbaragliare la morte, di annientarla e disintegrarla, in modo che trionfi la vita beata e immortale nella gloria del paradiso.
L.d.M. – Da dove ha origine questa potenza?
D.R.L. – La Madonna dona la ragione dell’impotenza della potente morte davanti al vigore sovrano dell’Amore, in quanto l’amore vincente non viene dalla terra cioè dall’umanità. Di fatto l’uomo, con le sue fragili capacità, non possiede la forza di anteporsi alla morte e contrastarla, ma ne è devastato e ne resta misera vittima.
Soltanto l’onnipotenza del Divino Amore, che proviene dalle altezze celesti ed è calato sulla nostra terra con l’incarnazione del Verbo eterno, che si è fatto uomo ha patito ed è morto sulla croce e risorto, Gesù Cristo. Lui, lui solo, ha potuto annientare la morte, in ragione precisamente del suo Amore infinito.
Egli, pur essendo uomo, non era soggetto alla morte, in quanto era in tutto simile a noi eccetto il peccato, il quale ha introdotto nel mondo la pena di morte.
L.d.M. – Gesù non è solo il vero Amore. E’ anche obbedienza giusto?
D.R.L. – Certamente. Gesù si offre liberamente e consapevolmente al sacrificio della sua vita umana. E lo fa unicamente per filiale amore e obbedienza verso il Padre celeste e insieme per offerta salvifica verso l’umanità peccatrice destinata alla morte. Questo estremo amore divino e umano, intriso di sommo dolore, è veramente e pienamente più forte della morte, che viene disintegrata nel momento in cui Egli muore per amore sulla croce: “Perché il vero Amore ha vinto la morte ed ha fatto in modo che la morte non esista”.
Mirabile mistero di un amore così grande che ha potuto sopraffare la morte e renderla inetta, anzi completamente distrutta. Il dolore massimo, vissuto con un amore infinito, diventa fonte di redenzione e di vita imperitura.
L.d.M. – Tutto riparte da quella Croce?
D.R.L. – Da quella croce innalzata, da quell’albero della vita, sgorga infatti la vita nuova ed eterna per noi poveri esseri mortali. La Vergine ce lo sottolinea con ardore e noi dobbiamo accoglierlo con animo puro e aperto, credendo in esso, lasciandoci avvolgere e rinnovare da esso per essere creature non più soggette alla morte ma alla vita per sempre nella beatitudine del cielo.
Certamente tocca a noi la scelta libera di aderire al Divino Amore e non essere ingannati dall’apparente forza del male e della morte. Dov’è o morte la tua vittoria? Dove sta più il tuo pungiglione? Sei stata estromessa per sempre e non potrai mai più rivivere e tanto meno regnare.
L.d.M. – A questo punto Maria ci ricorda l’importanza del perdono come forma massima di amore
D.R.L. – Lo dice esplicitamente la Vergine: “Figli miei, il perdono è una forma eccelsa d’amore”. Per capire tale espressione occorre chiarire il concetto di perdono: la parola è composta di due elementi (per-dono), di cui la prima è la preposizione per o iper, che significa superiore o di alto spessore, che va al di là del generico e acquista un valore del tutto speciale; la seconda parola è dono, quale manifestazione sensibile e visibile dell’amore di una persona verso l’altra.
Pertanto il perdono esprime un grado il più intenso della benevolenza, perché è il dono gratuito e generoso che viene elargito da colui che è stato offeso a colui che lo ha offeso.
L.d.M. – Perdonare non è facile. Qual è l’atteggiamento da assumere per riuscire a perdonare?
D.R.L. – Perdonare è un dono prezioso e del tutto specifico che comporta un atteggiamento di compassione verso chi ha fatto del male, il quale meriterebbe una pena o una vendetta o una retribuzione del medesimo insulto o atto reprobo. Invece il perdono supera l’avversità e rivela la grandezza impensabile dell’amore più forte della sua negazione, anzi che sa trasformare il male in bene, il peccato in grazia, come avviene nell’amore divino.
Ne segue che esso richiede molta attenzione e cura, anche il superamento del proprio egoismo, non sempre di facile successo, e per tale motivo deve essere sostenuto dalla preghiera per implorare la grazia al Signore che ha perdonato ai suoi crocifissori: “Riuscire a comprendere e perdonare è un dono per cui bisogna pregare e di cui si deve aver cura”, richiede cioè un certo esercizio e sacrificio. Da qui si capisce che il perdono è la più eccelsa manifestazione dell’amore.
L.d.M. – Don Renzo la domanda nasce spontanea: ma come è possibile perdonare se si è stati maltrattati, umiliati, defraudati?
D.R.L. – Con le personali disposizioni umane sembra un’impresa impossibile. Tutt’al più si usa l’espressione di dire che si è perdonata ma non si è dimenticata l’offesa. Anche questo atteggiamento rimane imperfetto e inconcludente: il non dimenticare implica la permanenza del rancore e del giudizio di severa condanna.
Ma in questo modo mettiamo in discussione anche il perdono che spesso noi chiediamo a Dio per le molteplici offese che facciamo nei suoi confronti con i nostri peccati, come se anche Lui non dimenticasse e aspettasse il momento propizio per castigarci. Ma questo costituisce una sfida e una mancanza di fede nel suo amore infinito che si rivela particolarmente nel sacrificio di Cristo sulla croce per espiare i gravissimi peccati dell’umanità.
L.d.M. – Quindi anche il perdono combatte il male?
D.R.L. – Certamente. Occorre sempre ricordare che il perdono, proveniente dalla fonte del Divino Amore, dissolve il peccato per trasformarlo in grazia di redenzione. Proprio dalla morte in croce noi siamo stati perdonati e liberati dalla schiavitù del peccato e della morte per essere rigenerati in figli di Dio amati, benedetti, abbracciati e ricolmati del suo amore infinito.
L.d.M. – Da questo amore possiamo trarre la forza di perdonare?
D.R.L. – Proprio in forza di tale amore, che dovrebbe albergare nel nostro cuore, noi possediamo la forza di perdonare ai nostri nemici e dimenticare le loro avversità, affinché anch’essi possano ritrovare la via del bene e della fede per la loro salvezza eterna. Da qui l’amabile e impegnativa conseguenza: se noi siamo stati perdonati e ne abbiamo vissuto la sua soave tenerezza, come possiamo chiudere il cuore davanti a qualche sgarbo o cattiveria che ci è stata procurata?
Noi invece siamo pronti a usare la misura della vendetta, mentre Dio ci dona il perdono totale e persistente, nonostante le nostre ripetute ingratitudini. Anche se pecchiamo più di 7 volte al giorno e ne chiediamo la misericordia con sincero pentimento, Egli ci perdona 70 volte 7. Noi saremo giudicati con la medesima misura con cui giudichiamo gli altri; saremo perdonati se anche noi avremo perdonato: “Guardate, figli miei, come il Padre celeste vi ama con un amore grande, con comprensione, perdono e giustizia”.
L.d.M. – La Madonna si rivolge quindi, come fa spesso, ai suoi apostoli
D.R.L. – La Vergine si rivolge ora direttamente ai suoi devoti, quali apostoli o missionari o testimoni del suo amore tra gli uomini. Per ben due volte li richiama al loro dovere: anzitutto essi stessi devono essere ricolmi del divino Spirito e poi riversare il medesimo Amore divino nel mondo: “Voi, come apostoli del mio amore, dovete pregare per essere forti nello spirito e poter comprendere e perdonare”.
L.d.M. – Pregare per comprendere e perdonare. Don Renzo cosa vuole invitarci a fare Maria?
D.R.L. – Sono usati tre verbi: pregare – comprendere – perdonare. Lo Spirito Santo va pregato, invocato, adorato, accolto, amato. La preghiera apre una finestra per fare entrare nell’animo i raggi calorosi e vitali dello Spirito d’Amore, la sua luminosità che fa luce nella mente e la rende idonea a vivere sapientemente le movenze dello spirito e non ricadere nella schiavitù della carne.
L.d.M. – Dove aver pregato ci chiede di comprendere, esattamente cosa?
D.R.L. – Comprendere, cioè capire e rendersi conto di quello che può operare lo Spirito, affinché ne siamo consapevoli e responsabilizzati, soprattutto ne veniamo irrorati continuamente, ravvivati e rafforzati. Infine perdonare, quale ultimo tassello e benefico effetto dell’azione interiore dello Spirito divino.
Dopo queste forti esortazioni, Ella prosegue con un ulteriore invito a testimoniare nella chiesa e nel mondo l’amore infinito che scende dal cielo e attraverso di noi può irradiarsi su tutta l’umanità: “Voi, apostoli del mio amore, con la comprensione e il perdono, date esempio di amore e di misericordia…con il perdono voi mostrate di saper amare”.
L.d.M. – Come possiamo testimoniare?
D.R.L. – Si tratta di dare l’esempio e mostrare visibilmente e concretamente come sia possibile amare in un mondo in cui prevale l’egoismo e l’avidità di possedere. D’altronde ciò corrisponde a quanto ci esorta Gesù stesso: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente donate.
L.d.M. – La Madonna ci ricorda a questo punto che anche lei è un dono del Padre
D.R.L. – La Vergine, lei stessa, si autoraffigura come un dono di Dio per noi quale nostra Madre amabilissima: “Il Padre vi dona me, la Madre dei vostri cuori”. Stupenda pennellata della sua maternità! Ella cura, educa, guarisce, purifica i nostri cuori, per renderci puri, pronti, generosi a diffondere il suo amore materno nel mondo.
Ella elenca con schiettezza le sue benefiche azione nei nostri confronti: “Ed ecco: sono qui in mezzo a voi per benedirvi con la materna benedizione; per invitarvi alla preghiera e al digiuno; per dirvi di credere, di sperare, di perdonare, di pregare per i vostri pastori e soprattutto di amare senza limiti”. Che meraviglia e che stupore davanti a così inebrianti parole d’amore!
Grazie, o Madre amabile, per quello che ci dici e fai per noi, tuoi figli e apostoli. Ne sentiamo l’impeto e l’incoraggiamento a seguire i tuoi suggerimenti, come tu stessa lo ripeti: “Figli miei, seguitemi. La mia via è la via della pace e dell’amore, la via di mio Figlio”.
Dolci e forti parole a cui non possiamo sottrarci, perché capiamo che esse sono di una pienezza di verità, di amore, di vita, che non troviamo altrove.. Le facciamo nostre. Ma tu, o Vergine pietosa, allunga la tua mano e trascinaci verso tuo Figlio, per essere un tutt’uno con Lui, vivendo in Lui e per Lui. Vogliamo seguirti con tutte le nostre forze per percorrere la strada che tu mostri: “E’ la via che porta al trionfo del mio Cuore”.
Perdona la nostra pigrizia, i nostri ritardi e trascuratezze. Ma noi siamo certi che tu ci sorreggi, ci sproni, ci illumini e soccorri senza stancarti mai, o dolcissima e amatissima Madre nostra. Amen
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