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Medjugorje

Medjugorje: cosa risponderebbe il mariologo R. Laurentin a Papa Francesco?

Come avevamo scritto “qualche articolo fa”, Papa Francesco non si è mai pronunciato positivamente sui fatti che accadono a Medjugorje. Pur riconoscendo che quella è una terra benedetta da Dio, discute il mancato discernimento sulla modalità in cui avvengono le apparizioni.

Ora svela anche il motivo, in libro di padre Alexandre Awi Mello, il mariologo brasiliano che dal 31 Maggio del 2017 è Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
“L’ho fatto perché uno dei veggenti avrebbe parlato e avrebbe spiegato un po’ tutto e alle quattro e mezza sarebbe apparsa la Madonna. Cioè lui aveva l’agenda della Madonna. Allora ho detto: no, non voglio qui questo tipo di cose. Ho detto di no, no in chiesa” ed aggiunge che “Bisogna distinguere, però, perché, nonostante questo, Dio fa miracoli a Medjugorje.

In mezzo alle pazzie dell’uomo, Dio continua a fare miracoli. Forse ci sono fenomeni più personali. Mi arrivano delle lettere qui, ma si capisce che sono cose più che altro psicologiche. Bisogna distinguere bene le cose”.
La posizione del Papa ci è chiara, ma oggi vorremmo citare quella di un noto mariologo, René Laurentìn, autore di 140 libri.

Ecco una delle sue dichiarazioni, in risposta a chi gli domandava se non debba far riflettere che la chiesa non riconosca ancora la veridicità delle visioni dei veggenti di Medjugorje: “Attualmente prevale la prudenza. Si ricorda che Cristo ha detto: “Beati quelli che credono senza vedere”.

La visione è secondaria per la fede. E la fede non è un “vedere”. (…)Gesù avrebbe preferito che Tommaso avesse creduto senza vedere e senza toccare e l’evangelista, raccontandoci quell’episodio, vuol dirci: se credete, sarete più beati voi degli apostoli. Certo, i “segni” hanno un grande ruolo. I padri della Chiesa dicevano: per visibilia ad invisibilia, dalle cose visibili a Dio, che è invisibile. Ma questo passaggio del visibile all’invisibile è molto complesso, l’influsso di Dio è misterioso, i limiti del veggente anche. Per questo, il discernimento non è facile”.

Al momento, il Papa ribadisce: “Il discorso delle apparizioni (…) cerca di vederlo dal lato della locuzione interna. Allora, è ovvio che si va da un estremo all’altro. A volte quella locuzione si materializza quasi in una visione e, altre volte, può essere una semplice ispirazione” (…).

Per esempio, quelle persone sentono che la Madonna dice loro qualcosa, nella preghiera avviene una locuzione e allora dicono: “La Madonna mi ha detto questo …”. Certo. lo esprimono in un modo che sembra che sia stata davvero un’apparizione. Ma da qui a dire che i veggenti siano protagonisti e organizzino apparizioni programmate … Questo è il peccato che può accompagnare una grande grazia”.

Antonella Sanicanti

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