Come da trazione, il Festival dei Giovani a Medjugorje, si conclude con la celebrazione della Santa Messa sul Krizevac, il monte della Croce.
Al termine del programma serale di preghiera della quinta giornata del 31° Festival a Medjugorje, i giovani si apprestano a salire sul Krizevac.
Dopo i canti, i balli e i festeggiamenti che contraddistinguono l’ultima sera del Mladifest, i giovani e meno giovani si avviano verso la salita sul Monte della Croce.
L’entusiasmo e la gioia che si respira durante il Festival, vincono ogni stanchezza e ogni fatica delle intense giornate del programma. Che quest’anno però a causa della situazione, è stato incentrato solo nel pomeriggio. I fedeli, a gruppi si apprestano a salire, nel cuore della notte, sul Krizevac. Ed è molto suggestivo vedere le luci delle torce usate per illuminare il tragitto, che da lontano sembrano tante lucciole che salgono verso la cima del Monte.
Festival: la Santa Messa sul Krizevac
Nel giorno della festa della Trasfigurazione del Signore sul Monte Tabor, sul monte Krizevac a Medjugorje si vive un’esperienza di grande grazia. Richiama quella che hanno vissuto gli apostoli Giacomo, Giovanni e Pietro. La salita è scandita della preghiera. E una volta giunti ai piedi della grande Croce bianca, i pellegrini e i parrocchiani prendono posto negli spazi circostanti, nell’attesa della Santa Messa che viene celebrata all’alba.
Un’atmosfera suggestiva e chi ne ha fatto esperienza sa che è impossibile dimenticarla. Al seguito dei fedeli, giungono poi i frati della parrocchia di San Giacomo che per l’occasione, allestiscono l’altare per la celebrazione eucaristica sotto la grande Croce. La Santa Messa questa mattina, 6 agosto 2020, è stata celebrata dall’attuale parroco di Medjugorje, padre Marinko Sakota.
Seppur lontani, ben percepiamo la forza della preghiera e della fede di quel momento. E gli scatti fotografici ci rendono partecipi di un’alba speciale in cui la luce che illumina la celebrazione, appare come un segno di speranza che illumina questo tempo buio e difficile.
Simona Amabene
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