La Congregazione per la Dottrina della Fede ha decretato la scomunica dell’ex frate francescano Tomislav Vlasic.
Padre Tomislav non era il padre spirituale dei veggenti di Medjugorje, come è stato riportato all’unisono da tutti i giornali, ma come tutti i francescani aveva a che fare con loro. Già più volte in passato ci si è soffermati su questa questione ma è giusto ripeterlo ancora una volta.
Vlašić è stato un francescano, dal 1981 al 1985 vice-parroco di Medjugorje. Anni in cui si è occupato della Parrocchia insieme al Parroco e agli altri frati. Si autoproclamò guida spirituale dei veggenti in una lettera inviata al Papa, ma questo non era affatto vero. La ragione era semplice. I veggenti, come tutti gli altri ragazzi della loro età, frequentavano la Chiesa parrocchiale e si andavano a confessare dai padri della Parrocchia.
Ma dopo che iniziarono le apparizioni, i veggenti non avevano di certo guide spirituali particolari. Di loro si occupava direttamente la Madonna. Quindi la notizia che Padre Tomislav fosse la guida spirituale dei veggenti è falsa, al contrario bisogna dire che lui si è proclamato tale. Di fatto però dal 1985 è stato allontanato da Medjugorje. Da quella volta non ha più fatto parte dell’equipe parrocchiale.
Quindi si tratta di un primo punto, importante, da precisare. Dopodiché, è cosa nota che nel 2009 venne ridotto allo stato laicale da Benedetto XVI. Anche perché le accuse contro di lui erano parecchio gravi. Si parlava di “diffusione manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il Sextum”, vale a dire il sesto comandamento, quello di “non commettere adulterio”.
Padre Tomislav infatti aveva violato il voto di castità. Così la Santa Sede gli aveva “tre precetti”, a luogo di “salutare precetto penale” e “sotto la pena della scomunica da dichiararsi dalla Santa Sede”. L’uomo però li ha violati, e per questo è stato scomunicato. Il primo precetto imponeva la proibizione assoluta di esercitare qualsiasi forma di apostolato, come insegnare la dottrina o partecipare ad associazioni di fedeli.
Il secondo, il divieto assoluto di rilasciare dichiarazioni in materia religiosa, specialmente riguardo ai “fenomeni di Medjugorje”. Il terzo riguardava il divieto di abitare nelle case dell’Ordine dei frati minori francescani. Il vescovo di Brescia Pierantonio Tremolada, che ha trasmesso il decreto di scomunica dell’ex Sant’Uffizio, ha spiegato che Vlasic ha continuato ad agire come se nulla fosse.
“In questi anni, nella Diocesi di Brescia e in altri luoghi, ha continuato a svolgere attività di apostolato nei confronti di singoli e di gruppi, sia mediante conferenze che attraverso mezzi informatici”, ha affermato la Curia. Padre Vlasic di fatto aveva commesso atti ben gravi e assurdi fin dal principio. Si era trasferito da Medjugorje nel bresciano, a Ghedi, e aveva fondato con la sua collaboratrice Stefania Caterina una Chiesa parallela a quella cattolica.
L’uomo si era intestato la guida di questa chiesa, chiamata “Chiesa di Gesù Cristo dell’Universo“. Il luogo centrale sarebbe stato la casa santuario Fortezza dell’Immacolata. Una realtà molto fuori dalle righe, di tipo new age, che parlava di ufo, di vita negli altri pianeti sostenendo di diffondere nientemeno che il culto autentico di Medjugorje.
E continuando “a dichiararsi religioso e sacerdote della Chiesa cattolica, simulando la celebrazione di sacramenti non validi”. Di conseguenza, spiegava la diocesi di Brescia, “suscitando grave scandalo tra i fedeli, compiendo atti gravemente lesivi della comunione ecclesiale e dell’obbedienza all’Autorità ecclesiastica”.
Ora che ha ricevuto la scomunica, l’uomo non potrà prendere parte alla celebrazione dell’Eucarestia o a qualunque altra cerimonia di culto pubblico. Oltre, ovviamente, al divieto di celebrare sacramenti o sacramentali e ricevere i sacramenti, esercitare funzioni in uffici o ministeri o incarichi ecclesiastici qualsiasi, o di porre atti di governo.
La Curia bresciana ha infatti spiegato che “nel caso in cui il signor Vlasic intendesse prendere parte alla celebrazione dell’Eucarestia o a qualsiasi atto di culto pubblico deve essere allontanato o si deve interrompere l’azione liturgica, se non si opponga una grave causa”.
Giovanni Bernardi
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