“Queste mie apparizioni qui a Medjugorje sono le ultime per l’umanità. Affrettatevi a convertirvi!” (17 aprile 1982, messaggio della Madonna a Medjugorje)
“Sono venuta a chiamare il mondo alla conversione per l’ultima volta. In seguito non apparirò più sulla terra: queste sono le mie ultime apparizioni.” (2 maggio 1982, messaggio della Madonna a Medjugorje)
Quindi comprendiamo la portata immensa di questi messaggi, ecco perchè la fragilità dello strumento non deve farci allontanare dal punto focale che è quello dei frutti innegabili, delle migliaia di persone che a Medjugorje hanno ritrovato la fede, la vita e la salute del corpo e dell’anima.
Il cardinale viennese Christoph Schönborn, tra i più convinti assertori del fatto che su quella collina, nel pomeriggio di inizio estate del 1981, qualcosa di straordinario e soprannaturale è realmente accaduto. “L’albero si riconosce dai frutti. Quando da noi vedo i frutti di Medjugorje, posso dire che l’albero è sicuramente buono”, va ripetendo il prelato da quando, nel 2010, si recò nel paesino dell’Erzegovina. “Bisogna chiudere gli occhi per dubitare che a Medjugorje scorrano fiumi di grazia. Per me questa è una cosa evidente, e la chiesa non la può trascurare”. E pazienza se dall’ex Sant’Uffizio arrivano ancora inviti a non partecipare in modo ufficiale ai ritrovi dei veggenti che ancora oggi dicono di ricevere i messaggi della Vergine. Lui, a Vienna, ogni anno riempie la cattedrale di Santo Stefano di fedeli che entrano in chiesa per ascoltare quanto hanno da dire Ivan Dragicevic e gli altri. Si calcola che almeno cinquemila persone, l’anno scorso, varcarono i portoni di Santo Stefano. Molti di questi ascoltano, si recano a Medjugorje, e si convertono.
Una sorta di miracolo per la chiesa austriaca, da decenni in crisi e costretta a chiudere o vendere edifici di culto a quelle confessioni che hanno adepti con cui riempirli. Basta questo, dice Schönborn: aprire gli occhi e guardare come Medjugorje cambia le persone. Quel villaggio non è un luna park. Certo, ci sono le bancarelle, il merchandising ha raggiunto anche quei luoghi, tra dépliant, boccette piene d’acqua benedetta vendute a ogni angolo di strada, medagliette e rosari. Ma se la gente va lì, nella martoriata Bosnia, è per “pregare, recitare il Rosario, partecipare alle Viae Crucis”. E per cercare consolazione. Nient’altro.
Anche René Laurentin negli ultimi anni ha affrontato la questione Medjugorje con estrema prudenza: “Esamino solo i fatti, le ragioni a favore e quelle contro, ma non do alcun giudizio”. Eppure, come egli stesso scriveva nella “Breve storia delle apparizioni di Maria a Medjugorje” (Queriniana), “non ho dubbi sull’autenticità della grazia ricevuta a Medjugorje dai veggenti, dalla parrocchia e da alcune migliaia di pellegrini che si sono convertiti profondamente”. L’alto numero di conversioni, appunto, elemento che portò l’allora arcivescovo di Praga, il cardinale Frantisek Tomasek, a dire che “la preghiera e il digiuno, la fede e la conversione e l’invito alla pace possono venire solo da Dio”. Circa la veridicità deelle apparizioni, Tomasek non aveva dubbi: “Ritengo che noi qui dobbiamo anche agli eventi di Medjugorje una parte della nostra grande primavera spirituale, che Dio ci ha donato per mezzo di Maria. Ho incontrato molte persone che sono state in pellegrinaggio a Medjugorje. Sono pieni di speranza e del desiderio di testimoniare e vivere la propria fede. So di molti gruppi di credenti che mi dicono che pregano e digiunano e che hanno iniziato a farlo a Medjugorje”, diceva, aggiungendo: “Sento parlare molto di Medjugorje, ma vorrei sentire parlarne di più. Come sarebbe bello recarsi in pellegrinaggio a Medjugorje e dissetarsi con questa nuova speranza. Lo desidererebbero anche molti miei credenti”.
Comunque presto spremo realmente cosa accadrà, quindi non ci resta che pregare e digiunare come la Madonna più volte ci ha invitato a fare, ricordando che l’umiltà e l’obbedienza sono sempre la strada sicura per arrivare alla santità.
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